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“Chiara”, il film di una santa ribelle che parla ai giovani d’oggi

Film Chiara

Chiara e Francsco

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 24/11/22
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Uscirà nei cinema il 7 dicembre. Sarà una pellicola sorprendente. Non un “classico” film dedicato ad un personaggio biblico o cattolico

E' in uscita nei cinema un film che si annuncia "rivoluzionario" per una santa cristiana: Chiara d'Assisi, ragazza di buona famiglia, che decide di lasciare la casa del padre per seguire il percorso di Francesco d'Assisi, obbedendo alla regola di castità e di rinuncia ai beni materiali. Inizia così per lei una vita di preghiera, di servizio e di comunità, accanto a fratelli e sorelle, presso il monastero di San Damiano. 

Dai miracoli agli ostacoli 

A poco a poco Chiara emerge come una figura guida per le consorelle, opera miracoli senza nemmeno rendersene conto e raccoglie un seguito sempre crescente, che sfocerà nella creazione di un ordine sancito dal Papa (le Clarisse). Ma non tutto sarà lineare e semplice, perché Chiara è una donna, e ad una donna molto di ciò che è consentito ad un uomo, ad esempio Francesco, è invece ostacolato.

“Senza possessione non c'è protezione"

Chiara viene considerata proprietà del padre e le viene vietato (inizialmente) il privilegio della povertà perché "senza possessione non c'è protezione", sua sorella biologica trova rifugio in convento per sottrarsi ad un matrimonio combinato, e alle Clarisse sarà vietato uscire dal convento per viaggiare verso i luoghi sacri della religione, perché "sono femmine, non frati". La ragazza resta una figura carismatica che raccoglie e galvanizza l'energia femminile che la circonda (mymovies).

Chiara la ribelle

Il film "Chiara" uscirà il 7 dicembre al cinema. Il 14 novembre in Filmoteca Vaticana, Susanna Nicchiarelli la regista ha ricevuto il #PremioFuoricampo della Fondazione Ente dello spettacolo. Monsignor Davide Milani, presidente Feds che le ha consegnato il riconoscimento, spiega: «Chiara restituisce alla vicenda della Santa la possibilità di interpretare le vicende di ogni tempo grazie allo sguardo radicale della regista che vuole scardinare la rappresentazione più canonica per offrire un ritratto ribelle e vivo, complesso e stratificato». 

Un film dal finale “spiazzante”

Secondo monsignor Milani è «un’opera irregolare nello spirito benché compatta nella forma, laica per vocazione, ribelle come dev’essere ogni racconto giovanile di rottura, con un finale spiazzante e commovente per il modo in cui mette insieme la naturalezza e il prodigio, la musica e il silenzio, il fermento e l’attesa, il qui e ora e il futuro».

Una regista non credente

Un racconto eccellente della Santa di Assisi fatto da una regista Susanna Nicchiarelli che non è credente. «Il cinema - prosegue Milani - non necessita di professioni di fede, ma dell’impegno all’autenticità. Chiara è una donna di fede e quel che è necessario è che venga narrata nella sua interezza, senza semplificazioni o riduzioni. Non è un’impresa facile quando si è davanti a una figura così ricca e complessa». 

Film biblici “fallimentari”

Tanti in simili operazioni, fa notare il presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo, «anche di grande impatto sul pubblico, hanno fallito raccontando ad esempio le vicende di donne e uomini della Bibbia, stilizzandone troppo la figura, riducendole - appunto - a un santino rassicurante. Susanna Nicchiarelli è fedele ancora una volta al suo stile e alla sua poetica; a partire da qui presenta la santa di Assisi in tutte le sue dimensioni essenziali, non solo quelle più immediate e spendibili (la fuga da casa, il rapporto con Francesco…), indagando il cuore della sua scelta di consacrazione, la dimensione spirituale, la decisione di restare fedele alla Chiesa pur volendola innovare».

Un messaggio per i giovani di oggi

L’attualità del messaggio di Chiara, conclude monsignor Milani, è perché il film «parla di giovani che non sono il futuro della società, ma che sono già il presente, basta credere in loro e lasciargli spazio. Parla della possibilità dell’esperienza di Dio nel 1200 come oggi. Parla dell’irrompere del trascendente della vita di tutti, fatto che accade nel momento in cui si spende la vita per gli ultimi, i più deboli, gli emarginati. Dice della necessità urgente di un maggiore protagonismo femminile nella Chiesa e nella società che ancora troppo spesso si pensa al maschile e relega il femminile a ruoli ancillari». 

Una Chiesa “in riforma”

Infine, chiosa Milani, «la figura di Chiara, così come la racconta in modo magistrale Susanna Nicchiarelli, è attuale anche nel dibattito intra ecclesiale: è possibile e necessario portare avanti l’opera continua di riforma della Chiesa dal di dentro, restando fedele a essa ma impegnandosi costantemente, anche pagandone un prezzo, per rinnovare la fedeltà al Vangelo. E questa attualità il film la mostra nel sorprendente finale» (Famiglia Cristiana).