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Le lettere tra Padre Pio e Raffaelina: si parla d’amore, ma per Cristo

PADRE PIO SORRIDENTE
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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 23/11/22
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"La vostra vita sia spesa tutta in rendimenti di grazie allo Sposo divino, a lui siano dirette tutte le vostre azioni, i vostri palpiti, i vostri sospiri"

La corrispondenza epistolare tra padre Pio e la sua figlia spirituale Raffaelina Cerase abbraccia un arco di tempo di 20 mesi circa. La prima lettera porta la data del 24 marzo 1914 ed è della Cerase, l’ultima di padre Pio del 30 dicembre 1915. La corrispondenza è ricostruita nel libro di Francesco Guarino e Marcello StanzionePadre Pio e Raffaelina Cerase” (Mimep docete).

Da mamma Peppa a padre Agostino

Le lettere di Raffaelina Cerase invece furono rinvenute presso l’abitazione della famiglia di padre Pio in Pietrelcina. Queste, ed altre lettere, furono custodite da mamma Peppa in una cassa fino a quando padre Agostino, direttore spirituale di Padre Pio, le raccolse e le riportò in convento, dove sono tutt’ora conservate presso l’archivio dei frati cappuccini in San Giovanni Rotondo.

La direzione spirituale di padre Pio

Tutti i biografi e gli studiosi di padre Pio sono concordi nell’affermare che lo scopo della sua direzione spirituale è quello di formare anime devote per farle diventare apostole del Signore, ciascuna nel proprio stato di vita. Sulla base di questo dato, l’insegnamento che padre Pio impartisce ai suoi figli spirituali si distingue per concretezza della proposta evangelica e si ispira all’osservanza delle pratiche tradizionali della pietà cristiana, quella popolare in particolare.

“Ripulita a colpi di scalpello”

Così, infatti, scrive Padre Pio a Raffaelina: «Dunque, l’anima destinata a regnare con Gesù Cristo nella gloria eterna deve essere ripulita a colpi di scalpello...sorella mia, questi colpi di scalpello sono le ombre, i timori, le tentazioni, le afflizioni di spirito, i tremori spirituali con qualche aroma di desolazione ed anche il malessere fisico. Ringraziate, quindi, l’infinita pietà dell’eterno Padre, che così va trattando l’anima vostra, perché destinata a salvezza».

Gesù amoroso e misericordioso

Nella stessa ottica, padre Pio anela a consegnare alla Cerase l’immagine di un Gesù amoroso e misericordioso, proprio con il «cuore in mano». In quest’ottica allora Gesù diventa il vero modello nel quale l’anima della Cerase deve continuamente specchiarsi.

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La “consegna” di Cristo 

Il Cristo conosciuto mediante la fede viene coerentemente e fedelmente consegnato da parte di padre Pio a Raffaelina Cerase. «La vostra vita sia spesa tutta in rendimenti di grazie allo Sposo divino, a lui siano dirette tutte le vostre azioni, tutti i vostri palpiti, tutti i vostri sospiri. Con lui rimanete sempre nel tempo della sventura e della prova; con lui ancora statevene nelle consolazioni spirituali. Per lui, infine, vivete; per lui sia spesa tutta l’intera vostra vita. A lui consegnate la vostra e l’altrui dipartita da questa terra quando, dove e come egli vuole. Anzitutto mostratevi sempre più degna della vostra vocazione cristiana…». 

La santa Eucaristia 

Il Cristo che padre Pio consegna alla Cerase, è un Cristo presente soprattutto nei suoi misteri fondamentali. È vivo in modo particolare nella santa Eucaristia. Nessuna meraviglia allora che la dimensione eucaristica abbia un’importanza così grande nella pietà cristocentrica insegnata e coltivata da padre Pio.

Mistero d’amore 

Le sue idee erano chiarissime riguardo alla profondità di questo mistero d’amore e sulla sua incidenza nella santificazione dell’anima. La comunione sacramentale, possibilmente quotidiana, doveva proiettare il suo benefico influsso su tutti gli altri mezzi di devozione e comunicare un’aria soprannaturale nell’adempimento dei doveri del proprio stato.

Il sacrificio della messa

Nella cornice della pietà eucaristica non può mancare poi il sacrificio della messa. Data la sua esperienza personale e del grande valore impetratorio del santo sacrificio della messa, padre Pio si compiace di comunicare alla sua figlia spirituale la sua offerta quotidiana insieme alla vittima divina sull’altare del sacrificio; e desiderava che si facesse altrettanto con lui. 

Offrire al Padre i nostri bisogni spirituali

Pregare Iddio con Gesù, offrire al Padre i nostri bisogni spirituali, mentre egli stesso gli si offre, è una garanzia sicura che le preghiere saranno gradite ed esaudite, quando e come a lui piacerà per la sua gloria ed il nostro bene: è questo il messaggio finale che padre Pio ha consegnato a Raffaelina Cerase sul rapporto da tenere quotidianamente con Cristo.