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Confessarsi al ristorante… mentre si attendono gli sposi!

Alban de Robien mariage

avec la permission d'Alban de Robien

Marzena Wilkanowicz-Devoud - pubblicato il 14/11/22

Proporre agli invitati di confessarsi durante il cocktail al ristorante? Alban e Aude non hanno esitato a seguire il consiglio del prete che li aveva preparati al sacramento nuziale. E hanno avuto la gioia di constatare fino a che punto l’iniziativa ha sedotto parecchi tra parenti e amici.

Che succede se i novelli sposi, in parallelo col cocktail di antipasto del pranzo nuziale, offrono agli invitati la possibilità… di confessarsi? 

Penso che offrire a chi magari non è molto praticante l’opportunità di pregare – dice Alban de Robien, che quattro anni fa ha sposato Aude –, di confessarsi o anche solo di parlare con un prete possa dare qualcosa di essenziale. 

Entrambi gli sposi sono stati immediatamente sedotti dal suggerimento di don Paul Préaux, il prete della comunità Saint-Martin che ha benedetto la loro unione. 

È stata una sua idea. Da fidanzati, don Paul ci ha preparati al sacramento del matrimonio, e un giorno ci ha proposto di mettersi a disposizione dei nostri invitati per la confessione, durante il cocktail. Per spiegarcelo, don Paul ci ha detto questa frase, che mi ha molto colpito: «Un prete si rovina quando non viene usato». 

Alban de Robien mariage
La messa di matrimonio di Alban e Aude, il 14 luglio 2018

Durante il cocktail ci sono stati quelli che si sono confessati, e altri che sono andati solo a fare delle domande: «Alcuni erano arrabbiati, o comunque diciamo “in pausa” quanto al cammino spirituale», riprende Alban, aggiungendo che il prete è stato occupato per tutto il tempo dedicato: 

Sono accadute molte belle cose, in quel momento, forse anche grazie alle reliquie di Louis e Zélie Martin che erano presenti. 

Alla presenza delle reliquie di Louis e Zélie Martin 

Nella cappella dove don Paul si era messo per ascoltare le confessioni, infatti, erano state esposte sull’altare le reliquie dei genitori di santa Teresina. «Non trovate – ha chiesto don Paul, il quale ha l’abitudine di suggerire cose così ai fidanzati – che sia essenziale invitare al proprio matrimonio qualche santo, per essere in compagnia ancora migliore, quel giorno?»: 

Per la loro futura vita coniugale ho invitato Alban e Aude a ispirarsi a figure di santità come Zélie e Louis Martin. Ho suggerito loro anche di fare il pellegrinaggio al santuario di Alençon per raccogliersi davanti a quelle reliquie, prima del loro matrimonio. E ho detto loro di non dimenticare, soprattutto, di invitarli al matrimonio… facendo venire le reliquie. 

Lo scopo? Renderli presenti durante tutta la celebrazione del matrimonio. 

Un’apertura dei cuori 

Durante la messa del matrimonio, don Paul Préaux ha dunque annunciato che sarebbe stato a disposizione durante il momento del cocktail. Fin dall’inizio dell’arrivo degli ospiti, c’era la fila per andare da lui: 

È raro – osserva – avere accesso al prete in questo modo e in un contesto che al contempo ispira, sì, perché è la festa del matrimonio, ma che per alcuni è anche doloroso, laddove la festa ricorda il fallimento della loro vita coniugale. Penso che il momento dell’arrivo degli invitati alla festa sia ideale per mettersi a disposizione. Lo faccio spesso, e mi rendo conto ogni volta dell’immensa apertura dei cuori. C’è qualcosa che si trasforma, una grazia che si diffonde in modo palpabile. Molte situazioni di sofferenza e di solitudine mi vengono affidate: separazioni di coppie, conflitti famigliari, divorzi… Il mio ruolo, in quanto prete, è quello di portare loro Gesù e di offrirmi, se si presenta l’occasione. 

Al matrimonio di Alban e Aude c’è stato un momento di apertura spirituale che molti forse non si aspettavano. E se quanti stanno preparando il loro matrimonio ne prendessero spunto? 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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