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7 telefonate improvvise di Papa Francesco: indovinate a chi le ha fatte

POPE FRANCIS

ANDREAS SOLARO | AFP

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 11/11/22

Da Rita Pavone a Emma Bonino, dalle suore in monastero alla ragazza che rifiuta l'aborto. Pensavano ad uno scherzo…invece…

Le telefonate più improvvise e speciali di Papa Francesco. L’imprevedibile Papa ha alzato la cornetta per rivolgersi a bambini, suore, prete, mamme e papà, ma anche personaggi conosciuti vicini e lontani alla Chiesa. A raccontarle è Rosario Carello in Gli abbracci di Papa Francesco” (edizioni San Paolo). Ecco a chi ha chiamato, a sorpresa, il Papa.

1) Anna in “fuga” dall’aborto

Anna è una ragazza felice di 35 anni. Un giorno resta incinta del suo compagno che però all’improvviso decide di non riconoscere il figlio che porta in grembo e le dice di abortire. Anna si rifiuta, lui la lascia e scappa via. In quel momento, il più buio della sua vita, si siede davanti al computer e scrive al Papa. Gli racconta cos’è, cos’è stato, per lei l’amore. Ma anche cos’è l’abbandono, cos’è la solitudine.

La telefonata

E quando all’inizio del settembre 2013 squilla il suo telefono, Anna ha già deciso che il bambino nascerà.

ANNA: «Pronto?».

PAPA FRANCESCO: «Pronto? Anna? Sono Papa Francesco».

Anna pensava ad uno scherzo, poi il Papa le fa alcuni riferimenti alla lettera «che potevo conoscere solo io con i miei genitori e la mia migliore amica», ha raccontato al Corriere della Sera.

PAPA FRANCESCO: «Anna, ho letto quello che mi hai scritto. Voglio solo dirti che noi cristiani non ci dobbiamo far portare via la speranza, mai!».

ANNA: «Santità, io sono commossa, e le sono tanto grata. Dal giorno in cui le ho scritto sono cambiate tante cose, mi sono molto interrogata, sono stata molto amata e vorrei farle una domanda».

PAPA FRANCESCO: «Dimmi».

ANNA: «Io metterò al mondo questo bambino e lo farò da sola perché suo padre è andato via. E sono anche divorziata. Però vorrei tanto che mio figlio fosse battezzato. Nono- stante la mia situazione, è possibile?».

PAPA FRANCESCO: «Lo battezzerò io».

L’agenzia Zenit dà per certe due cose: che a battezzare quel bimbo alla fine sia stato proprio il Papa e che Anna gli abbia dato il nome di Francesco.

2) Rita Pavone

Rita Pavone ha il nuovo disco in mano. Lo guarda, lo riguarda, e un pensiero comincia a farsi strada: lo mando a Papa Francesco? È un disco speciale, contiene un pezzo gospel, «che può essere dedicato a Dio, alla bellezza e al creato», dice. Ma il vero motivo è che Papa Francesco le piace.

Alla fine lo invia al Papa e lui risponde cordialmente con una lettera: «Diceva: “Io mi ricordo di lei, la ringrazio per il disco. Per quanto riguarda il concerto di Natale non lo organizziamo più per concentrarci su iniziative pastorali”, e secondo me fa molto bene», commenta Rita a Tv 2000, «e poi in fondo c’era annotato: “Avrei piacere di averla in udienza con la sua famiglia”. In calce un numero di telefono a cui le chiama dicendo di essere entusiasta di essere presente ad un’udienza.

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La telefonata

«Alla vigilia di Natale 2013 suona il mio telefonino privato e vedo che era un numero anonimo. E mi sono irritata, perché ho detto: tutti hanno il mio numero, e quando mi chiamano lo tengono nascosto. In ogni caso rispondo.

RITA: “Pronto?”.

PAPA FRANCESCO: “Pronto? La signora Pavone?”.

RITA: “Chi parla?”.

PAPA FRANCESCO: “Sono Papa Francesco”.

RITA: “Se è uno scherzo, è veramente di cattivo gusto!”.

PAPA FRANCESCO: “No signora, sono Papa Francesco”.

«E ha fatto alcuni riferimenti alla lettera da cui ho capito che non poteva essere che lui».

RITA: “Santità, è un onore”, gli dico, “sono emozionata, tutti gli anni vado a Lourdes, perché credo e perché in un mo- mento della mia vita so di essere stata presa per i capelli e salvata”. .

PAPA FRANCESCO: “Avrei tanto piacere di incontrarla”.

RITA: “Posso portare con me la mia famiglia?”.

PAPA FRANCESCO: “Assolu-tamente sì”.

Papa Francesco e Rita Pavone si salutano, scambiandosi gli auguri di Natale. Il 12 febbraio 2014 andrà in udienza in Vaticano insieme al marito e alla famiglia.

3) Rosario, un padre straziato dal dolore

A Rosario Mulone e ai suoi figli Carmelo e Laura piacevano i vulcanelli della riserva di Macalube, in provincia di Agrigento. Ma quando vanno a visitarle accade l’imprevisto. Una colonna di fango caldo schizza in alto, l’effetto è quello di una bomba che travolge tutti. Rosario, un appuntato dei Carabinieri, alto quasi due metri, viene salvato e anche a fatica. I bambini non ce la fanno. Quei due figli tanto attesi dopo sette anni di matrimonio.

Il cappellano dei Carabinieri della Regione Sicilia dà un’idea a lui e alla moglie: raccontare la storia in una lettera a Papa Francesco. E così scrivono al pontefice. Passano meno di venti giorni e arriva una telefonata.

La telefonata

ROSARIO: «Pronto?».

PAPA FRANCESCO: «Pronto, famiglia Mulone? Sono Papa Francesco».

Rosario pensa ad uno scherzo. Poi però si rende conto che non è così.

PAPA FRANCESCO: «Ho ricevuto la vostra lettera, volevo dirvi che non ho parole, mi ha colpito molto».

ROSARIO: «Santità, la ringrazio».

GIOVANNA: «Ma perché? Santo Padre, perché Dio me li ha dati, Laura e Carmelo, me li ha dati dopo sette anni, e poi me li ha tolti e me li ha tolti così?».

PAPA FRANCESCO: «Signora Giovanna, non c’è una risposta. Non lo capisco nemmeno io. Lo capiremo un giorno, quando saremo là, quando saremo tutti insieme. Posso dire però che già domandarsi perché è una preghiera».

ROSARIO: «Santo Padre, ci piacerebbe incontrarla, ricevere una benedizione di persona da lei. È possibile?»,

PAPA FRANCESCO: «Ci vedremo senz’altro, vi richiamerò e sceglieremo insieme la data».

Papa Francesco richiamerà due volte la famiglia per sapere con certezza la data dell’udienza a cui saranno presenti. Rosario e Giovanna sceglieranno il 27 dicembre, a tre mesi esatti dalla morte dei due figli.

4) I carcerati

Non ci sono resoconti, però in un caso le parole di Papa Francesco sono trapelate. Il 28 agosto del 2015 Bergoglio chiama un istituto penitenziario di La Plata, in Argentina. Si rivolge ai centosettanta giovani rinchiusi nell’unità 45, che ascoltano in diretta le sue parole diffuse da alcuni grandi altoparlanti.

La telefonata

«Mi hanno parlato molto bene di voi», è il saluto, «della grande voglia che avete di andare avanti, di continuare a lottare. Ricordatevi, non c’è cosa peggiore che un giovane sia un pensionato anzitempo. La vita ha bisogno di tutti voi. Tutti abbiamo problmi o abbiamo avuto problemi, ma sappiate sempre che i problemi esistono per essere superati, e non per lasciarsi schiacciare da essi. Un giovane deve sempre guardare in avanti con speranza, gioia, con la faccia sempre allegra, mai triste». Una telefonata di tre minuti, alla fine della quale, come sempre, ha chiesto di pregare per lui.

5) Emma Bonino

Emma Bonino nel 2015 è in cura per un tumore al polmone sinistro. Dieci giorni prima della Giornata Mondiale per la Pace in Piazza San Pietro riceve una telefonata inaspettata. E’ Papa Francesco, che si prodiga per sapere come sta.

EMMA BONINO

La telefonata

«Ho ricevuto una tanto inaspettata, quanto graditissima, telefonata di Sua Santità Papa Bergoglio. Si è informato sulla mia salute, ne abbiamo parlato brevemente, comunque incoraggiandomi a tenere duro, cosa che sto facendo con tutte le mie forze. Poi abbiamo parlato dei migranti, di povertà, del Mediterraneo e ho detto a Sua Santità che i nostri ragazzi dovrebbero essere accompagnati a visitare qualche bel museo, che pure abbiamo, dell’emigrazione italiana, e rivedrebbero le stesse facce, gli stessi occhi, le stesse speranze e la stessa determinazione».

Emma e Papa Francesco hanno poi parlato di Africa e di donne. «Io gli ho ricordato che i migranti semmai riusciamo ad accoglierli, poi li mettiamo in carcere e le carceri sono piene, appunto. Una telefonata, diciamo anche affettuosa, tra un “cerea” iniziale e un “cerea” finale (Emma Bonino è piemontese come la famiglia di Bergoglio, e “cerea” è il saluto tra- dizionale in dialetto, nda). Mi ha rinnovato l’impegno a tenere duro. Gli ho risposto: “Santità, l’erba cattiva non muore mai, mia mamma diceva che sono un’erba non cattiva ma resistente”. Certamente Papa Francesco non solo mi ha confortata, ma mi ha incoraggiata».

6) La suora della “Terra dei Fuochi”

Suore Teresa di Mauro vive a Casal di Principe, in provincia di Caserta insieme alle Sorelle della Congregazione delle “Figlie di Sant’Anna”. Lavora in una scuola in cui ha raccolte le cartoline-appello di tutti quei bambini che hanno perso dei cari a causa di malattie dovute all’inquinamento della Terra dei Fuochi.

«Nel settembre del 2013 portai centocinquanta cartoline come queste a Roma. Aggiunsi un messaggio e il mio numero di telefono e poi una consorella consegnò tutto a Santa Marta, al Papa. Non ci pensai più. Due mesi dopo ero in classe. Sostituivo una nostra insegnante che doveva essere oprata di tumore alla testa, appunto. E suona il telefono».

La telefonata

SUOR TERESA: “Pronto?”.

PAPA FRANCESCO: “Pronto? Sono Papa Francesco”.

SUOR TERESA: “Il Papa?”

I bambini hanno capito, e hanno cominciato a fare un grande chiasso: “È il Papa? Il Papa sta chiamando la suora! Suor Teresa davvero lo dite che è il Papa?”.

SUOR TERESA: “Santità non sento bene, alzi la voce! Ma è lei? Non è lei? Bambini fate silenzio!”».

PAPA FRANCESCO RIDE

SUOR TERESA: “Santità se proprio siete voi, chiamatemi stasera, quando non c’è nessuno, che parlo nel silenzio”.

PAPA FRANCESCO RIDE, POI DIVENTA SERIO: “Ringrazio i bambini per le cartoline e per i messaggi. Prego per loro», per tutti voi, per le famiglie».

Una telefonata che ha acceso i fari su Casal di Principe e sulla Terra dei fuochi. Infatti, appena diffusa la notizia, sono calati qui, da tutto il mondo, centinaia di giornalisti e troupe, ripeto: da tutto il mondo.

7) La letterina di Francesco Maria

Caro Papa Francesco,

mi chiamo Francesco Maria, quest’anno ho fatto la prima confessione.

Ti scrivo da Mendicino, in provincia di Cosenza, per- ché ho bisogno del tuo aiuto.

Mia zia sta male, è molto grave in ospedale. Prega per lei, prega perché resti ancora accanto a me. Le voglio bene e non voglio perderla.

Passano solo quattro giorni dalla lettera che il piccolo invia al Papa, un pomeriggio alle 18.00 squilla il telefono di casa.

LA MAMMA: «Pronto?»

PAPA FRANCESCO: «Pronto? Buonasera. Vorrei parlare con Francesco Maria».

LA MAMMA: «Mi scusi, ma lei chi è?».

PAPA FRANCESCO: «Sono Papa Francesco, signora».

La mamma trova appena le parole per salutarlo e ringraziarlo, e chiama subito Francesco, che quando capisce che al telefono è il Papa, si emoziona. Ha fatto tanto, ha cercato la mail, ha scritto la lettera, ci ha tanto creduto e ora resta come congelato, col telefono in mano. «Francesco, saluta il Papa!», lo incalza la mamma.

Ma niente da fare. Così è lei a riprendere la cornetta.

LA MAMMA: «Santo Padre, Francesco Maria si è emozionato…».

PAPA FRANCESCO: «Che bel nome che ha. Perché si chiama così? Perché anche Maria?».

LA MAMMA: «Perché è stato battezzato nell’anno mariano parrocchiale, e tutti i bambini di quell’anno in segno di affidamento alla Madonna, hanno ricevuto il suo nome. E a Francesco piace molto».

PAPA FRANCESCO: «Quanti siete in famiglia?». «E la zia come sta? Di cosa è malata?…».

Il Papa s’intrattiene senza fretta per almeno venti minuti.

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