Una clarissa che vive tra fede e preghiera...e tifo acceso per il calcio Napoli. E' suor Rosa Lupoli, madre abbadessa al Monastero delle Trentatré, il Convento di Santa Maria in Gerusalemme nel cuore antico di Napoli.
I tweet di suor Rosa
Sul suo account twitter è possibile seguire il percorso di fede. Ma poi, di tanto in tanto, c'è spazio per un'altra “fede”, ma questa è molto prosaica: la fede per il Napoli. Così, dopo l'ennesima vittoria della squadra di Spalletti, ha twittato:
“In un mare di sole vinciamo la 15° partita di seguito.. è splendido e dolce questo autunno a Napoli!!! ForzaNapoliSempre ⚽️⚽️⚽️⚽️💙💙💙💙💪💪💪💪”. Emoticon comprese.
La “rissa” con le clarisse juventine
La clarissa, campionessa di pallavolo in gioventù, è tifosa appassionata il Napoli dai tempi del "Pibe de oro", Diego Maradona. Quando Maradona morì, salì sui tetti del convento issando la bandiera del Napoli, "omaggio ad un fenomeno irreplicabile". Due anni fa si sfiorò quasi la rissa tra Clarisse di opposte tifoserie. Si giocava Juve-Napoli e le monache juventine punzecchiarono via Fecebook la monaca di 'fede azzurra'. «Sospesi la comunicazione - raccontò - perché si sarebbe arrivati ad un terribile scontro con le consorelle dell'Ordine» (RaiNews, 9 novembre).
La vocazione della clarissa napoletana
Originaria dell’isola di Ischia, è nel 1990 che sbocciò la vocazione della clarissa tifosa. Nacque tutto un po’ per caso: accompagnava una sua amica che iniziava il periodo di postulato in monastero e iniziò – lei – a farsi domande. La risposta la trovò di lì a poco. E non era né nell’isola che ama, né nella laurea in lettere moderne (con una tesi sui terremoti di Ischia, per intenderci). No, la risposta era nella clausura.
E oggi che il significato di questa parola – clausura – è stato adeguato ai tempi e persino alla tecnologia (le clarisse sono finite su Facebook, condividono i momenti della vita monastica con una marea di amici e seguaci), la suor Rosa Lupoli, come scrive il giornale ischitano Il Dispari Quotidiano, «è un orgoglio da condividere con il mondo».
La missione delle cappuccine: preghiera e “vita nel mondo”
«Soltanto il silenzio, la solitudine, la clausura possono favorire questa intima unione col Signore nella preghiera e nella contemplazione». Così le Monache Cappuccine di Napoli descrivono la loro missione sul sito e Facebook.
Anche conosciute come “le Trentatré” però specificano: «Tutto ciò, però, non ci rende estranee alla vita del mondo, ma partecipiamo, attraverso la ruota del monastero e il telefono, alle gioie e alle speranze, alle tristezze e agli affanni delle famiglie o attraverso la lettura del giornale». Ed evidentemente tra le cose alle quali non sono “estranee", tra le “gioie e le speranza” delle suore c'è anche il calcio Napoli!