separateurCreated with Sketch.

(AGGIORNATO) Il giallo della lettera contraffatta di Gänswein a Minutella

DON ALESSANDRO MINUTELLA
whatsappfacebooktwitter-xemailnative
Giovanni Marcotullio - pubblicato il 09/11/22
whatsappfacebooktwitter-xemailnative
Il Segretario particolare del Papa Emerito smentisce di aver scritto quanto lo scomunicato gli attribuisce. Deplorevole lo stato in cui versa il “vaticanismo”, costretto a dimenarsi tra pettegolezzi e bugie alla ricerca di un barlume di verità.

Il martirio è il suo mestiere, la sua vanità,
ma ora accetta di morire soltanto a metà:
la sua parte ancora viva [gli] fa tanta pietà,
al ballo mascherato delle celebrità. 

Aggiornamento: Gänswein rettifica: «Quella lettera, pura fake news»

Stamattina Petra Lorlerberg ha pubblicato su kath.net la smentita – quanto mai ferma e netta – di mons. Georg Gänswein: la lettera che il sig. Minutella ha sbandierato due giorni fa al mondo come una missiva da parte del Segretario particolare del Papa Emerito sarebbe «contraffatta e falsificata [erstunken und erlogen]: pure fakenews». 

Da parte dei seguaci dell’ex-prete (sospeso a divinis, scomunicato e ridotto allo stato laicale) si è levata un’incomprensibile acclamazione, come se Gänswein avesse dichiarato di essere dalla loro parte, o addirittura come se una tale dichiarazione fosse venuta da Benedetto XVI. 

Ci sono invece due questioni, entrambe in realtà più che rinunciabili, sollevate dalla dichiarazione di Gänswein: 

  • una relativa al caso particolare, 
  • l’altra inerente lo stato attuale del “vaticanismo”. 

Anzitutto il caso di specie. A far conoscere questa lettera al mondo non sono stati “i bergogliani” (qualunque cosa codesta locuzione intenda): è stato il sig. Minutella. Questo non dovrebbe essere scordato, perché dialettica impone i seguenti scenari: 

  • o Minutella sapeva di star propalando il falso, e ciò
  • o Minutella non sapeva di star propalando il falso, e ciò perché del falsario (o dei falsari) è stato la prima vittima, e da questo conseguirebbe

Dice bene, infatti, la collega Petra Lorlerberg, quando in chiusura del pezzo odierno ricorda che «il destinatario della lettera non deve necessariamente essere il falsario»: è dunque sensato chiedersi chi potesse essere. Dagli scrivani della cerchia di Minutella si sa 

  • che la lettera del Siciliano è stata redatta (in italiano e in tedesco) dallo stesso e da una cerchia di sacerdoti a lui affiliati; ma pure che 
  • di ciò erano a conoscenza “tutti”, perché Minutella ne aveva dato informazione in concomitanza coi fatti. 

Certo è che per produrre una risposta passabile per verosimile il falsario doveva avere a disposizione il testo nella sua integralità, e questo (a meno che Minutella non abbia scritto una lettera aperta – ma non andremo a infliggerci l’integralità delle sue diuturne dirette per appurarlo) esclude di fatto i “tutti” di cui sopra. Restano due ipotesi: 

  • o i(l) falsari(o) si trova(no) tra le cerchie di Minutella; 
  • o i(l) falsari(o) si trova(no) tra le cerchie di Gänswein. 

E c’è un’informazione che diamo per scontata ma che a questo punto si dovrebbe verificare, giacché neanche dalla smentita odierna la ricaviamo: la lettera è stata effettivamente spedita a Gänswein/Benedetto XVI? Se la risposta è affermativa, permane l’alternativa appena esposta. Se fosse (lo si dica per pura dialettica) negativa, non solo decadrebbe la seconda possibilità, ma si dovrebbe necessariamente inferire che tutta la vicenda sarebbe stata ordita a Carini. 

Evidentemente, mons. Gänswein ha tutto l’interesse nel verificare, nel caso (auspicabile) che davvero egli abbia ricevuto la missiva agostana, la presenza di agenti che possano intercettare la sua corrispondenza – sarebbe grave, ma negli anni si è visto di peggio. Non avrebbe però alcun obbligo quanto al raccontarlo ad extra

Rinunciamo invece a tracciare linea su cosa possa o debba fare Minutella nel proprio orticello. 

La seconda questione di pubblico rilievo, invece, riguarda lo stato di quella branca del giornalismo detta “vaticanismo”, che con vicende come questa fa registrare valori tra i più bassi degli ultimi (già non brillanti) tempi. Tra Vatileaks, improvvisate papesse, scandalucci e maldicenze, sembra che ai vaticanisti occorra l’increscioso compito di bonificare una cloaca di pettegolezzi e bugie. 

Se una riforma della comunicazione va promossa, essa deve avere su questo aspetto uno dei suoi punti di forza. 

(frattanto il video di promozione della lettera contraffatta [video che Minutella non ha rimosso dal suo canale] è giunto ormai oltre quota 25mila visualizzazioni, e il Siciliano ha programmato una diretta per questa sera – IBAN, BIC SWIFT e PayPal sempre bene in vista)


Don Alessandro Minutella, il sacerdote siciliano recentemente dimesso dallo stato clericale, ieri mattina ha potuto somministrare ai suoi accoliti (20mila visualizzazioni in meno di 24 ore) una ricca puntata della rubrica mattutina “Santi e caffè”, pubblicando una roboante lettera firmata da mons. Gänswein.

Era dal 6 agosto che Minutella aspettava questa lettera (recante la data dell’11 ottobre ma rivelata l’8 novembre): difficile che potesse attendersi una risposta diversa o comunque meno dura di quella che ha ricevuto (volendo lasciare beneficio d’inventario circa le sue facoltà). 

Poiché poi il complottismo è un vortice, una droga, e più se ne fa più se ne vuole fare – perché se alla ragione si insegna a dubitare dell’evidenza poi si va contro ogni evidenza –, nella giornata di ieri si è visto pure uno degli scribi di Minutella redigere un pepato pezzo in cui si mette in dubbio l’autenticità della lettera. Non sarebbe veramente di Gänswein, dunque? E come fare? Ad esempio mostrando un’altra lettera di Gänswein (chi non ne ha? Questi sant’uomini del Vaticano di oggi rispondono letteralmente a tutti!) e millantare competenze da grafologo. 

Sia l'invettiva metacomplottista dello scrivano sia il video sovraesposto del sig. Minutella terminano allo stesso modo: con un appello alle donazioni pecuniarie. Il sig. Minutella si premura di aggiungere IBAN, BIC SWIFT e ben due indirizzi PayPal. Ma non si vuole con ciò certo suggerire che il fine di tanto rumore sarebbe raggranellare denari.