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7 passi per imparare a pregare, secondo Santa Teresa di Gesù

PRAY

Shutterstock | PeopleImages.com - Yuri A

Matilde Latorre - pubblicato il 04/11/22

Una guida per stare “da soli con Colui che sappiamo che ci ama”, segreto della vera preghiera secondo il Dottore della Chiesa

Pregare vi risulta difficile? Tendete a distrarvi? Santa Teresa di Gesù (1515-1582) continua a offrirci oggi il segreto e il metodo per farlo.

Il segreto lo raccoglie in questa frase del suo Libro della mia Vita: la preghiera consiste nel trattare “da soli con Colui che sappiamo che ci ama” (capitolo 8, 5).

Il metodo per pregare, che ogni persona può vivere, lo ha lasciato con la sua vita e i suoi consigli, raccolti nelle opere che ha scritto.

L’Ordine dei Carmelitani ha contribuito a rendere accessibile questo metodo. Aleteia vi offre una guida semplice, ispirata a una sintesi realizzata dal Carmelo giovanile.

1 Chiarire le confusioni

Per chiarire cosa sia la preghiera, Santa Teresa di Gesù scriveva:

“Non vi chiedo ora di pensare a Lui [al Signore], né di trarre molti concetti o di compiere considerazioni grandi e delicate con il vostro intelletto; non vi chiedo altro che di guardarlo” .

(Cammino di Perfezione, cap. 26, 1)

Per il Dottore della Chiesa, pregare è semplice come vivere l’amicizia con Gesù e coltivarla nel silenzio, nell’incontro personale, nella preghiera.

Come qualsiasi amicizia, ci sono delle condizioni per far sì che possa durare e rafforzarsi. In particolare, la persona deve curare i propri rapporti.

I rapporti con gli altri: rispetto, amore, solidarietà, perdono.

Il rapporto con se stessa.

Il rapporto con Gesù.

Santa Teresa sapeva molto bene che la vita di preghiera richiede una “determinazione grande e ben fondata” (Cammino di Perfezione, cap. 21, 2). Servono decisione ed entusiasmo, perché non mancheranno le difficoltà per ottenere i frutti duraturi dell’amicizia con Gesù.

2 La preparazione

La preghiera può essere sottoposta a mille distrazioni. Per questo, bisogna innanzitutto creare condizioni favorevoli.

Cercate un ambiente adeguato e silenzioso.

Preparate un testo del Vangelo, un canto, ponetevi davanti a un’immagine di Gesù: vi aiuterà a concentrare l’attenzione su di Lui.

La postura aiuta molto: assumete un attteggiamento rilassato, che vi aiuti a concentrarvi, ad affondare nell’incontro con l’Amato.

Prendete coscienza del vostro respiro, del vostro corpo, della vostra interiorità, per evitare la dispersione.

Concentrate la vostra attenzione su Gesù, sulla presenza amorevole nei vostri confronti.

3 Entrare nella preghiera

Passate ora a trovare il vostro modo di pregare, in base al modo di essere, alla sensibilità e alla situazione.

Ciò che conta è volgere lo sguardo e il cuore a Gesù, contemplarlo, penetrare nel Suo mistero con l’aiuto dello Spirito Santo.

Santa Teresa offriva questi suggerimenti:

Rappresentate Gesù vivo dentro di voi.

Contemplate Gesà addentrandovi in uno dei passi del Vangelo.

Contemplate un’immagine di Gesù o ripetete una breve frasse che esprima ciò che volete dirgli.

Recitate molto lentamente il Padre Nostro, la preghiera che Gesù stesso ci ha insegnato, e assaporatela.

È bene riflettere un po’, approfondire, cercare di comprendere… ma questo non dev’essere il centro della preghiera. L’amicizia è una cosa del cuore… La preghiera è una cosa del cuore.

Santa Teresa scriveva: “Il tuo desiderio sia quello di vedere Dio; il tuo timore quello di perderlo; il tuo dolore di non goderne, e la tua gioia quello che ti può portare lì, e vivrai con grande pace”.

4 Approfondire

Il centro della vostra preghiera è la persona di Gesù. La chiave sta nel rimanere al Suo fianco: lasciatevi guardare da Lui, ascoltatelo, accogliete la Sua luce per conoscerlo, penetrate nel Suo mistero partendo dal vostro cuore e lasciatevi avvolgere dalla Sua presenza.

Santa Teresa consigliava: “Resta lì, messo a tacere l’intelletto, guarda che ti guarda, accompagnalo e parla e chiedi e donati a Lui. Chiedigli di riuscire ad accontentarlo sempre, perché da Lui ti è venuto ogni bene”.

È tempo di ricevere il dono di Dio, di lasciargli l’iniziativa perché operi dentro di voi, perché trasformi il vostro cuore. 

Per questo, è arrivato il momento di rispondere al Suo amore: una parola, un gesto, un sentimento, una richiesta…

Soprattutto, è ora di rendere grazie e riconoscere che “Il Suo amore fa cose grandi”. È ora di chiedere di conoscere la Sua volontà. Chiedete a Dio che vi racconti il sogno che accarezza per voi.

5 Il cammino

La preghiera non è un momento, ma un cammino. Vi rivelerà a poco a poco chi è Gesù, il Suo mistero, la Sua persona, l’amore con cui vi accoglie e vi cerca…

Allo stesso tempo, vi aiuterà a conoscervi personalmente in un altro modo: chi siete e come vivete alla luce di Dio.

Pregare non è altro che guardare Gesù e guardarvi come Dio vi vede e vi sogna. C’è vera preghiera solo nella verità, come avviene con l’amicizia.

In questo modo, si concretizzerà a poco a poco la chiamata che Gesù vi rivolge. Indipendentemente dalle vostre circostanze, vi invita a vivere con Lui e ad essere come Lui. Essere oranti è vivere la sequela di Gesù con tutte le suue conseguenze.

Santa Teresa diceva: “Dio non deve forzare la nostra volontà; prende quello che gli diamo, ma non si dona del tutto finché non ci diamo tutto”.

6 La trasformazione

Spesso la preghiera sarà tempo di pace, di gioia interiore, di luce… ma non sempre. Il vostro momento personale, la situazione in cui vi trovate, la domanda che trovate nella preghiera… fanno sì che i sentimenti che nascono nella preghiera siano sempre diversi.

Non valutate la vostra preghiera in base a questo. L’importante è che si verifichi l’incontro, che il vostro atteggiamento sia di attenzione amorevole e di ascolto. Raccogliete le luci che avete ricevuto, ringraziate per la presenza del Signore e del Suo amore, la sentiate o meno. La preghiera è una questione di fede, di tempo, di costanza… e di impegno.

Guardate fuori. Non cominciate forse a vedere tutto in modo diverso? Gli altri, la vita di ogni giorno, quello che succede nel mondo… tutto ha già altri colori: colori di speranza e di amore.

Santa Teresa, descrivendo la potenza della preghiera, diceva: “Sua Maestà guidi dove vuole.

Non siamo più nostri, ma Suoi”.

7 L’impronta

La preghiera lascia il segno dentro di noi, “provoca effetti”. Non si tratta di avere dei buoni desideri, né di fare “buoni propositi”. La preghiera, come l’amicizia, è soprattutto un dono, un dono che, accolto con il cuore, fa crescere qualcosa di nuovo, ci cambia. E questo si nota all’esterno, sono quegli “effetti confermati con le opere”.

“L’amore di Dio non deve essere fabbricato nella nostra immaginazione, ma provato dalle opere”, diceva Santa Teresa.

La cosa fondamentale è che quell’opera di Gesù in voi, unita alla vostra risposta, si rifletta in un altro modo di essere, con altri valori, altri criteri, altri sentimenti profondi. Egli ci ama senza misura né condizioni. Amarlo non è una questione di belle parole, “ma di servire con giustizia e fortezza e umiltà”.  

Santa Teresa sintetizzava l’impronta della preghiera con queste parole: “Il modo migliore per scoprire se abbiamo l’amore di Dio è vedere se amiamo il nostro prossimo”.

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