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Con “un cromosoma extra”, Claire-Marie guida il Sinodo all’amore per i “piccoli”

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Annie Rougier e Claire-Marie Rolland

Cyprien Viet - pubblicato il 02/11/22

Si è unita ad altre 5 persone con disabilità che hanno esortato la Chiesa a dar loro un ruolo nella missione e nell'evangelizzazione

Cinque persone con disabilità hanno presentato di recente a Papa Francesco le conclusioni di una “sessione di ascolto sinodale”, esortando la Chiesa a dar loro un ruolo nella missione e nell’evangelizzazione. Tra loro c’era Claire-Marie Rolland, a cui la sindrome di Down non ha impedito di diventare una luminosa giovane donna consacrata.

“Questa è la quinta volta che vengo a Roma”, ha ricordato con entusiasmo poco dopo l’udienza generale del mercoledì del 21 settembre. La ragazza ha già incontrato tre Papi: Giovanni Paolo II in occasione della sua Cresima, Francesco, che lei ha invitato a Lourdes, e Benedetto XVI, “un orsetto”, come dice con una tenerezza disarmante.

Questa vergine consacrata della diocesi di Bayonne forma una piccola comunità di vita con Annie Rougier, ex funzionaria del Ministero della Marina, anche lei consacrata sotto la giurisdizione del vescovo di Bayonne. Le due donne hanno vissuto a Lourdes per sette anni e gestiscono l’associazionePôle de Lumière (Polo di Luce), dedicata all’accoglienza delle famiglie con bambini Down.

Un’adozione spirituale

Il processo sinodale ha permesso loro di condividere la propria esperienza di vita decisamente atipica, una “storia di Dio”, dice Annie, che vede in questo accompagnamento la realizzazione di una vocazione sentita durante l’infanzia. “Quando ero piccola, a Parigi, sono stata cambiata da una bambina con la sindrome di Down (…) che viveva accanto a noi”, ha confessato Annie. 

Durante l’estate del 1985, Annie è stata invitata a visitare una comunità che accoglieva bambini abbandonati alla nascita a causa della loro disabilità. Una bambina, nata l’8 dicembre 1984 e accolta di recente in quella casa, era l’unica che non dormiva quando lei è andata a visitare la struttura. I loro occhi si sono incontrati. “Qualcosa mi ha detto che dovevo tornare a vederla… l’ho in un certo senso adottata”, ricorda.

Un lungo viaggio avrebbe portato alla consacrazione di Annie nel 1993, poi a quella di Claire-Marie, nel 2013. Fin dall’infanzia, la bambina con sindrome di Down ha mostrato segni di un desiderio di Dio.

“Quando andavamo a trovare la sua madrina, che era consacrata, non salutava nessuno, andava subito all’oratorio a baciare Gesù, e solo dopo veniva a salutarci. Fin da bambina ha avuto questa passione per Gesù”, dice Annie.

Il vescovo di Bayonne ha affidato Claire-Marie una missione di preghiera ed evangelizzazione. Disarmante nella sua semplicità, tenerezza e libertà spirituale, la giovane donna commuove molte persone. Ascoltando per caso la sua testimonianza su Radio-Présence, il responsabile della pastorale dei disabili della diocesi di Albi si è accostato sul ciglio della strada piangendo. Il suo contatto con Claire-Marie ha fatto sì che la giovane donna parlasse davanti a 700 pellegrini della sua diocesi, riuniti a Lourdes. “Tutti sono stati toccati”, sottolinea Annie, che ricorda la compassione naturale di Claire-Marie, che “è andata di sedia in sedia per vedere i malati”.

Claire-Marie si impegna al massimo nella sequela di Cristo, con grande intensità. “Gesù è molto compassionevole con i giovani e i bambini. Dobbiamo pregare per le persone sone e quelle in ospedale. Prego per loro a Lourdes”, dice. Le sue priorità? “Preghiera ed evangelizzazione. Condivido questo con altre persone con sindrome di Down. E anche povertà, perché la Chiesa è povera”.

Giovani segnati per la vita dalla sua testimonianza

Ovunque vada, Claire-Marie evangelizza – specialmente nelle scuole. “Conosco l’aborto da molto tempo, perché sono stata abbandonata alla nascita, e ne parlo molto ai bambini, ai giovani e anche ai vescovi”, afferma con sicurezza.

Durante una visita a una scuola professionale, “privata ma non molto cattolica”, ricorda Annie, Claire-Marie è stata invitata a parlare di disabilità e differenza. Senza alcuna esitazione, ha cambiato la sua angolazione e ha parlato del tema del “superamento della tentazione”, per mettere in guardia i giovani sul rischio dell’aborto.

“Si sarebbe potuto sentir cadere uno spillo”, ricorda Annie. “Tutti i giovani pregavano con lei. Quando la sua testimonianza è terminata, ha recitato la preghiera di Papa Leone XIII contro il diavolo. Ricordo una musica molto forte, di origine sconosciuta, che si è fermata bruscamente quando Claire-Marie ha concluso il suo discorso dicendo: ‘Signore, sii benedetto per il fatto di avermi creato’. I giovani erano sotto shock. Una giovane ragazza in lacrime ha condiviso che anche lei era stata abbandonata, e Claire-Marie è andata a consolarla. Tutti questi giovani mi hanno detto che sono rimasti segnati per la vita”, ricorda Annie. E quando l’insegnante, anche in lacrime, le ha chiesto dove trova la forza di evangelizzare senza un filtro, Claire-Marie ha risposto con umorismo: “È vero che per te è più difficile, perché ti manca un cromosoma!”

Con il suo cromosoma extra – considerato da una parte dell’opinione pubblica qualcosa di vergognoso da nascondere -, Claire-Marie è stata in grado di abbattere le barriere. “Non sono disabile: ho due braccia e due gambe, ho tutto quello di cui ho bisogno, e sono molto felice così! Ho molta gioia in me, e si vede!”, dice, del tutto a suo agio di fronte ai giovani, a volte riluttanti a parlare della loro fede. “Amo le persone timide”, aggiunge con commovente sincerità. Allo stesso modo, ha suscitato le lacrime di un senzatetto vicino al Vaticano quando lo ha abbracciato dicendo queste semplici parole: “Amo i poveri”.

Nel processo sinodale, Clare-Marie indica la via verso una Chiesa in cui le persone disabili non siano semplici destinatari di una pastorale compassionevole, ma attori a pieno titolo nella missione. I disabili “vogliono essere presi sul serio e portare gioia alle comunità cristiane in cui vivono”, spiega Vittorio Scelzo, responsabile di questo tema per il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. 

Tenendo questo in mente, i partecipanti a questa sessione sinodale hanno chiesto che almeno una persona con disabilità venga designata a partecipare alla sessione finale del Sinodo sulla sinodalità nell’ottobre 2023 in Vaticano. In quell’occasione o durante una visita a Lourdes, Claire-Marie vorrebbe poter testimoniare in pubblico, davanti al Papa. “È il mio desiderio più grande”, ammette, con una fiducia nella presenza di Dio che sembra illustrare le parole del Vangelo di Matteo: “Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli”.

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