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Ennio Morricone: mia moglie è la musa che mi ha avvicinato a Dio

WEB ENNIO MORRICONE OSCAR 2016 © Robyn BECK – AFP

© Robyn BECK / AFP

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 27/10/22

La "confessione" del compositore scomparso nel 2020: "Lei mi ha sempre chiesto di scrivere una Messa. Ma non l’ho mai fatto"

Quando Ennio Morricone (1928-2020) ha trionfato nella notte degli Oscar, dopo cinque nomination andate a vuoto e un Oscar alla carriera nel 2007, il suo pensiero andò subito a sua moglie Maria Travia, la donna che le ha fatto riscoprire la fede in Dio.

Il maestro, allora ottantasettenne (era l’anno 2016), ha conquistato la statuetta per la colonna sonora di un film, il western politico di Quentin TarantinoThe Hateful Eight”.

Musa ispiratrice

Un premio che lui stesso ha voluto dedicare alla moglie con la quale è stato sposato dal 1956. Una figura centrale nella vita di Ennio Morricone, da cui il compositore ha tratto ispirazione per realizzare alcune delle più celebri colonne sonore…e non solo. Perché Maria è stata anche la “musa” di una colonna sonora “speciale”.

La promessa a Pino Daniele

«Lei mi ha sempre chiesto di scrivere una Messa – ricordava Ennio Morricone -. Ma non l’ho mai fatto. Poi una mattina, uscendo di casa, ho incontrato padre Daniele Libanori, rettore della chiesa del Gesù che è a due passi da casa mia a Roma e che spesso frequento. Il gesuita mi ha chiesto di scrivere una partitura per celebrare i duecento anni della ricostituzione della Compagnia di Gesù. Era il 2012. Mi sono preso un po’ di tempo per pensare. Nel frattempo è stato eletto Papa Francesco, il primo Pontefice gesuita. Ho detto di sì e ho pensato di dedicarla a lui. E anche a mia moglie Maria. Ecco che è nata la Missa Papae Francisci. Anno duecentesimo a Societate Restituta. Che acquista un valore ancora maggiore per me che da sempre sono credente, cresciuto in una famiglia cattolica e con questa impronta che sempre ha segnato la mia vita» (Avvenire, 10 giugno 2015).

“Una svolta per la Chiesa”

Credente e con una fede radicata, Morricone ha sempre ricordato con piacere e commozione l’incontro avuto con Papa Francesco nel 2015. «Ci siamo guardati a lungo, in silenzio. Il papa mi guardava, aspettava che gli raccontassi della mia Messa. Gli ho fatto vedere la prima pagina della partitura dove le note disegnano una croce: una linea affidata a corni e trombe formano il braccio verticale della croce; su questa linea a un certo punto si innesta tutta l’orchestra che disegna l’altro braccio. Papa Francesco mi ha da subito conquistato perché da subito ha caratterizzato il suo ministero dando una svolta alla Chiesa, cercando di correggere le storture che pure ci sono. Una strada che, però, ha potuto percorrere per il grande lavoro preparatorio fatto da Benedetto XVI».

Il Paradiso

Dopo la Missa Papae Francisci, il compositore voleva mettere in musica il Paradiso di Dante. «Non è propriamente sacra o liturgica, ma avrei voluto scrivere qualcosa sulla Divina Commedia di Dante e in particolare sul Paradiso. Non volevo però mettere in musica i versi, già musicali e perfetti, ma costruire qualcosa che ripercorresse la concezione dantesca del Paradiso, un’idea di salita verso la contemplazione del mistero. Ho chiesto un libretto, me lo hanno preparato, ma era troppo pieno dei versi di Dante. Così ho rinunciato al progetto».

Sacralità e misticismo

E sulla fede, in senso stretto, Ennio Morricone ha sempre avuto un’idea molto chiara: «Come credente, questa fede è probabilmente sempre presente, ma è lì perché sia riconosciuta dagli altri, dai musicologi e da coloro che non solo analizzano i brani musicali, ma comprendono la mia natura, la sacralità e il misticismo», ha osservato. Detto questo, il compositore ha sempre pensato che Dio lo ha aiutato sempre a «scrivere una buona composizione» (Zenit).

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