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“Signore, sarai abbastanza per me?”

DONNA IN PREGHIERA SUL PRATO

Tinnakorn jorruang|Shutterstock

Catholic Link - pubblicato il 25/10/22

Una testimonianza sincera ed emozionante di discernimento vocazionale

di Joel Calderón

Questo video è tratto da un’intervista a suor Maria Gemma, che appartiene alla congregazione della Presentazione di Maria, di Christopher West, docente e teologo presso il Theology of the Body Institute (Istituto della Teologia del Corpo). La religiosa racconta un po’ del suo discernimento alla vocazione religiosa e del suo rapporto con Gesù.

Credo che sia molto importante sottolineare che quando incontriamo davvero Gesù, e non solo, ma come dice la suora quando Lo conosciamo davvero, allora gioiamo di Lui. Nasce in noi una profonda conversione. Siamo persone nuove in Cristo (2 Corinzi 5,17-18).

Intimità

Riuscite a immaginare di arrivare a quel livello di intimità con Gesù in cui si condivide ciò che prova, i Suoi sogni, il Suo volere, il Suo cuore?

Credo che arrivando a quel punto possiamo essere un’estensione efficace del Suo amore. Di quel livello di intimità si gioisce sicuramente, ma è anche esigente, e questa esigenza, che io vedo come un altro modo di desiderarlo e di raggiungerlo maggiormente, può incutere paura.

Dio è molto concreto nei Suoi inviti. “Vuoi che sia la Tua sposa?”, si è chiesta la religiosa. Mentre assimiliava quella chiamata, sono sorte in lei delle paure, ed è apparsa la parola “rischio”.

Seguirlo… è un rischio

Per lei seguire la vocazione religiosa era un rischio, perché significava che stava nuovamente confidando in qualcuno, che si apprestava di nuovo ad amare con intensità. Il suo passato, però, la tentava, le ricordava le volte in cui altre persone l’avevano ferita e tradita.

Nessuna vocazione è priva di problemi e difficoltà. Le persone consacrate a Dio, per il semplice fatto di essere consacrate, non hanno alcuna garanzia del fatto di andare in cielo, essere felici tutto il tempo, avere una fede traboccante e un amore inaudito.

La suora lo sa bene, e per questo chiede: “Vuoi che sia la Tua sposa sulla croce?”, ovvero “Vuoi che sia la Tua sposa senza che nient’altro conti, sapendo che mi hanno ferita ma che confido in Te, che non c’è alcuna garanzia se non la possibilità di stare con Te nel bene e nel male?” (1 Pt 4, 12).

È ovviamente un rischio! Perché scegliere Cristo è uno stato di vita che impegna (in qualsiasi vocazione).

Nel caso in cui voleste approfondire questo tema, c’è un bel commento al Vangelo di p. Juan José Paniagua che parla di vari atteggiamenti nella sequela di Gesù.

Impegno

Molte persone consacrate e sposate si sono sicuramente chieste “E se non fosse per sempre?”, “E se alla fine non fosse per me?”, “E se non fossi felice?”, “E se mi sbagliassi?”…

Per suor Maria Gemma, scegliere la vocazione religiosa era un salto, un salto di fede verso Dio, ma ha scoperto che in realtà Dio ha saltato con lei. Dove? Nella vita.

Cito José María Rodríguez Olaizola in Ignacio de Loyola:

“Se sapessimo tutto ciò che ci riserva la vita non potremmo viverla. È meglio così. Ignorare. Aspettare. Costruire. Sognare e lottare per quello che si vuole. Scommettere senza avere la sicurezza del risultato. Saltare nel vuoto una e mille volte. Fa parte della vita”.

L’impegno è una sfida perché spesso significa scegliere non conoscendo il futuro, e riporre la propria fiducia in qualcun altro. Lontano dalle nostre comodità e sicurezze materiali, con l’unica certezza che Dio ci ama. Perché risulta che solo Dio basta. È un salto di fede nella vita, mano nella mano con l’amore, Gesù.

Come fare questo salto di fede nella tua vita? In quali parti della propria vita bisogna fidarsi maggiormente del Suo amore, che ha molti volti?

“Perché a me?”

Anche se siamo stati calpestati, anche se ci vergogniamo delle nostre mancanze e siamo poca cosa, come si sentiva suor Maria Gemma, Dio non ha mai smesso di amarci. Il Suo amore è tenero come quella di una madre (Is 49,15), fedele come l’eternità (Lam 3,22) e grande come l’immensità (Sal 103).

Dio chiama perché ama, ci vuole felici e ha desiderato renderci partecipi nella costruzione del regno con la Sua incarnazione (Gv 1,14).

Per portare nella preghiera

Come la suora ha sperimentato nella sua preghiera questa verità, vi invito a cercarla con questa proposta di preghiera.

1. Siate consapevoli del fatto che è stata l’esperienza di sentirsi amata da Dio che ha fatto vincere a suor Maria Gemma le sue paure, riempiendola di coraggio e speranza.

2. Quali paure volete vincere? Immaginate di saltare con Gesù nel mare della vita. Cercate di essere molto dettagliati.

3. Com’è lo scenario? In quale vita state saltando? Mentre saltate, ricordate che Gesù vuole stare con voi. Leggete questo bel passo poetico del Cantico dei Cantici e scopritevi profondamente amati da Dio per tutto quello che siete.

Dio desidera la totalità della vostra persona, vuole amarvi e stare con voi come l’amata del Cantico (4, 7-11):

Tu sei tutta bella, amica mia, e non c’è nessun difetto in te. Vieni con me dal Libano, o mia sposa; vieni con me dal Libano! Guarda dalla cima dell’Amana, dalla cima del Sanir e dell’Ermon, dalle spelonche dei leoni, dai monti dei leopardi.

Tu mi hai rapito il cuore, o mia sorella, o sposa mia! Tu mi hai rapito il cuore con uno solo dei tuoi sguardi, con uno solo dei monili del tuo collo.

Quanto sono dolci le tue carezze, o mia sorella, o sposa mia! Come le tue carezze sono migliori del vino, come l’odore dei tuoi profumi è più soave di tutti gli aromi!

Sposa mia, le tue labbra stillano miele, miele e latte sono sotto la tua lingua; l’odore delle tue vesti è come l’odore del Libano.

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link.

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