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Eugenia Roccella, dai Radicali al Family Day e oggi Ministro della natalità

Italy's Minister for the Family, Natality and Equal Opportunities, Eugenia Roccella

ANDREAS SOLARO | AFP

Lucandrea Massaro - pubblicato il 24/10/22

Famosa per le sue posizioni contro la maternità surrogata e soprattutto contro l'eutanasia. La polemica col padre di Eluana Englaro

Sono tanti i fronti che, almeno mediaticamente, sono già stati aperti contro la neoministra Eugenia Roccella sin dalla nomina e perfino nel giorno del giuramento del Governo presieduto da Giorgia Meloni.

Le famiglie al centro

Al centro dell’agenda oggi c’è la lotta all’inverno demografico, e la difficoltà delle famiglie con figli di affrontare le sfide della recessione e dell’inflazione: «È importante che la famiglia sia trattata con maggiore equità, senza scaricare sul nucleo familiare, ed in particolare sulle donne, tutto il peso del lavoro di cura, dei figli e delle persone fragili. Noi siamo pronti a mettere in campo nuove idee».

Plauso immediato dal Forum Famiglie, che si era impegnato prima per l’assegno unico e poi per una grande mobilitazione informativa sul tema della denatalità. «Il fatto che vi sia un ministero della natalità e della famiglia è una piccola grande vittoria», dice il Presidente del Forum Gianluigi De Palo, che aggiunge: «Io durante la campagna elettorale avevo proposto che la Natalità fosse messa come delega al ministero dell’Economia. Sono sicuro però che Eugenia Roccella saprà incidere sull’inverno demografico anche se il suo ministero è senza portafoglio».

Da radicalmente abortista, a radicalmente pro-life

Sul tema, delicatissimo, dell’aborto la ministra – che ha personalmente una posizione molto netta e contraria e in campagna elettorale ha detto  «L’aborto non è un diritto» – ha risposto ai cronisti che la interpellavano: «Non è roba mia, chiedetelo al ministro della Salute». Anche alla richiesta di rilasciare qualche dichiarazione alla comunità Lgbtq, Roccella ha risposto: «Lasciamo stare».

A guardare la storia personale della ministra non si può non pensare alla più classica delle conversioni paoline. In gioventù Eugenia Roccella, figlia di uno dei fondatori del Partito Radicale, Franco Roccella, e della pittrice e femminista Wanda Raheli, aveva addirittura scritto un pamphlet dal titolo inequivocabile: «Aborto: facciamolo da noi». Era il 1975, in quasi cinquant’anni i pensieri cambiano, e molto, specie quelli così – come si dice – radicali.

Negli anni ’80 la maturazione che quelle che aveva combattuto stessero portando alla «distruzione dell’individuo». Lascia la politica attiva, diventa editorialista di Avvenire, Foglio e Giornale. All’epoca dei Dico, era il 2007, invece torna in campo, contro i riconoscimenti legali delle coppie omoaffettive, ad organizzare il Family Day. L’anno dopo nel 2008, senza mai prendere tessere di partito, viene eletta con il Pdl e diventa sottosegretaria al Welfare e poi alla Salute. Da quella posizione nel 2009 condusse una battaglia si batté contro l’interruzione di idratazione e alimentazionead Eluana Englaro (Corriere).

Eutanasia e la polemica con Beppino Englaro

Ascoltato da Repubblica il padre di Eluana, Beppino, ricorda quegli anni, «Nella vicenda di Eluana ha dimostrato una grande limitatezza», e ancora:

«Ci ho messo 5.750 giorni,15 anni e 9 mesi per ottenere la sentenza [della Cassazione, ndr]. Noi genitori abbiamo pagato un prezzo altissimo, non volevano creare “un grande caso costituzionale”, ci siamo finiti dentro. Siamo cittadini che si muovono nella legalità e dentro la società per far valere i propri diritti. Che potevano fare di più? Invece si vogliono inventare ostacoli solo per la limitatezza di chi, per ideologia o per religione, non vuole rispettare né la medicina né le sentenze dei massimi organi giurisdizionali».

(Rep)

E ribadisce come lui e sua moglie abbiano voluto esclusivamente rispettare le volontà espresse da Eluana circa la sua condizione, e di come oggi – per i malati – le condizioni di scelta siano diverse rispetto alla figlia: «Oggi l’Eluana di turno ha gli strumenti per non farsi incastrare da un medico o da un magistrato. Le basta dire “No grazie” all’offerta terapeutica. “Lascia che la morte accada”, questo era la volontà di Eluana, sin da subito improntata alla chiarezza. Non ci ha chiesto di accendere ceri, ma di darle voce».

Dal canto suo, proprio questa estate, in piena campagna elettorale, la ministra Roccella aveva ribadito la sua posizione sul tema dell’eutanasia:

«C’è un obiettivo politico: arrivare all’eutanasia come opzione facile e libera. C’è un obiettivo culturale: distruggere l’idea di intangibilità della vita. Dobbiamo decidere se vogliamo un Paese dove la morte è un diritto del singolo, a cui possiamo essere indifferenti, o se l’Italia deve restare il Paese dove il presidente della Repubblica premia la carabiniera Martina, capace di passare tre ore su un ponte, accanto a una donna che aveva già scavalcato il parapetto, convincendola a non buttarsi».

Domani

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