Solo poche donne e Giuseppe di Arimatea hanno visto al sepolcro il corpo torturato di Gesù, morto sulla croce. Solo quattro o cinque persone nella Storia hanno contemplato nitidamente ogni ferita provocata dalle spine e dal flagello romano – ogni osso rotto, ogni piaga brutalmente lacerata, ogni poro della pelle, ogni capello sporco di sudore e di sangue, ogni contusione di un torso poi coperto con un telo di lino bianco. Solo quattro o cinque persone... finora.
Diciamo “finora” perché è proprio questo, contemplare il corpo di Gesù “trafitto per i nostri delitti”, come aveva profetizzato Isaia, che permette l'esposizione internazionale The Mystery Man, inaugurata giovedì nella cattedrale spagnola di Salamanca. Nei prossimi anni la mostra si sposterà nei cinque continenti e sarà presente in occasione di eventi come la Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona 2023 o il Giubileo di Roma nel 2025.
La scienza parla
I dati scientifici, storici e archeologici che compongono l'esposizione sono tanto rigorosi quanto affascinanti.
Ad esempio, come ha spiegato ad Aleteia il responsabile dell'esposizione, Álvaro Santos, il calcolo atomico che certifica che il corpo umano coperto con la Sindone “è scomparso” in 0,4 millesimi di secondo, ma lasciando impresse sul velo “tutte le informazioni (sangue, forma, macchie, DNA...)” attraverso “una radiazione inspiegabile che la mantiene inalterabile”. C'è poi il documentato percorso storico-geografico che ha sperimentato il telo, che è “l'origine del modo in cui Gesù è stato rappresentato nel corso della Storia”.
È tuttavia la “figura iperrealista” che viene mostrata alla fine del percorso di The Mystery Man (1,79 m di altezza, 75 kg di peso, capelli umani reali e una lega di latex e silicone) che trasforma la visita in un'esperienza unica, più spirituale che culturale.
Una figura in cui si possono apprezzare, a una distanza di pochi centimetri, dettagli finora nascosti all'occhio umano, e che ha suscitato nel vescovo di Salamanca, monsignor José Luis Retana, “una profonda commozione, e tanta voglia di pregare di fronte al mistero di un amore tale offerto da nostro Signore”, come ha confessato il presule ad Aleteia.
Uno studio approfondito della Sindone
Il curatore della mostra, Ángel Blanco, afferma che l'opera ha richiesto 15 anni di ricerche sulla Sindone di Torino, e che collocando The Mystery Man sul piano dell'esposizione ha avuto la certezza di “stare davanti all'immagine che tutti abbiamo di Gesù di Nazaret”.
Blanco ha aggiunto che la scultura evidenzia “una tortura più dura di quella che la pittura ha sempre riproposto, con una morte atroce provocata non solo dalla crocifissione, ma anche dalla flagellazione ad opera di due persone a 60 centimetri dal suo corpo”. I dati di vari studi confermano che l'uomo della Sindone ha ricevuto 150 colpi, che hanno provocato 250 ferite distribuite su tutto il corpo.
Per ottenere le misure della statua, gli artisti che hanno lavorato alla scultura si sono basati sui punti di sanguinamento dei piedi, delle gambe e delle ginocchia, e in questo modo “il corpo di Gesù è stato ricostruito antropologicamente, facendo dei test con volumi tridimensionali”, afferma il sito della diocesi di Salamanca.
All'inaugurazione della mostra, il vescovo Retana ha affermato che attraverso questa scultura i nostri occhi “contempleranno i segni fisici della Passione del Signore e dell'amore di Dio, che si è fatto carne in Gesù Cristo e che è morto come un malfattore e come sacrificio per la nostra salvezza”.
Per ulteriori informazioni, www.themysteryman.com.