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Un’infermiera tra le malate di Aids: “Don Giussani mi disse: Cristo salva!”

POPE FRANCIS,GENERAL AUDIENCE

Antoine Mekary | Aleteia | I.Media

VATICAN CITY, ITALY 20 SEPT 2017: Images from the General Audience with Pope Francis in St. Peters Square on Sept. 20, 2017

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 19/10/22

Rose Busingye ha raccontato al Papa che il fondatore di Comunione e Liberazione le ha "ridato" la fede (VIDEO)

Rose Busingye racconta a Papa Francesco che è di fronte a lei, la sua “conversione”: lo fa nell’incontro in piazza San Pietro tra il pontefice e il mondo di Comunione e Liberazione,gremita da 50mila persone

“Degna di Cristo”

Rose spiega al Papa le sue crisi di fede, le difficoltà a intercettare il Signore. «Prima volevo bene ad un Gesù che non c’entrava con me, che non c’entrava con la mia pochezza, ma incontrando don Giussani ho scoperto che ero degna dell’abbraccio amoroso di Cristo. Io sono un nulla, amato fin nelle viscere».

Le donne malate di Aids

Rose oggi fa parte di Comunione e Liberazione. E’ un’infermiera e lavora con donne ammalate di AIDS, nelle baraccopoli di Kampala, in Uganda dove la povertà è enorme. «Ho sempre desiderato che anche loro, nella loro condizione, potessero scoprire che sono amate e volute da Cristo. Mi riscopro così a comunicare l’amore eterno di Dio anche facendo una semplice puntura ad un paziente». 

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Spaccare le pietre

Così in tutti questi anni, «i miei fratelli e le mie sorelle, povere, ammalate, miserevoli agli occhi dei più, hanno scoperto che appartenendo a Cristo tutto apparteneva loro, i figli, i mariti, lo spaccare le pietre da mattina a sera, che è la loro occupazione, le scuole che hanno desiderato e costruito per il loro figli. Le nostre mamme desiderano che nessuno si senta solo o abbandonato». 

Un gesto di incredibile solidarietà

Per questo, dice Rose, nel 2005, quando seppero di tante persone che stavano male per la catastrofe causata negli Stati Uniti dall’uragano Katrina, «hanno voluto devolvere tutto il frutto del loro lavoro di spaccapietre di settimane per aiutare le famiglie americane». 

Una raccolta fondi per l’Ucraina 

«Queste nostre poverissime sorelle ugandesi – osserva l’infermiera – volevano contribuire a sostenere l’America: la carità non fa calcoli. Per lo stesso motivo, quando hanno sentito della guerra in Ucraina hanno immediatamente cominciato a dare quel poco che avevano. I soldi raccolti li hanno descritti come poche e povere lacrime offerte al cuore di Dio perché potesse convertire i loro cuori e i cuori di chi sta facendo la guerra. Hanno guardato al Papa, al loro padre, con cui si sentono libere di piangere di fronte a questo male».

La lezione di don Giussani

Rose rammenta la lezione su Gesù che una volta le diede don Giussani: “Con la stessa forma della tua vocazione, di memor Domini, tu gridi nella folla, a tutti, che Cristo è il significato di tutto. Che è Cristo che salva”.

“Non ho vergogna di parlarle così”

«Non ho vergogna di parlarle così – conclude l’infermiera guardando negli occhi il Papa – perché durante tutto il suo pontificato lei ha sempre parlato e parla di Cristo in un modo che coincide con la mia vita, e per questo che mi sento figlia sua».

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