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Catholic Link - pubblicato il 16/10/22

4 domande per migliorare la preghiera e i momenti trascorsi con Dio

di Blanca Serres

Qualche giorno fa ho incontrato degli amici per mangiare insieme. In un ambiente disteso, ci siamo aggiornati sulle nostre vite e abbiamo brindato per aver avuto finalmente la possibilità di incontrarci tutti. Buon cibo e compagnia ancora migliore.

C’è stato tempo per tutto, anche per parlare di alcune cose che ci preoccupavano. Quasi senza accorgermene, mi sono ritrovata ad ascoltare una discussione sull’ipotesi che il mondo stia perdendo umanità.

I miei amici sono preoccupati per il fatto che gli ultimi conflitti che vediamo ogni giorno in televisione siano in realtà un gioco di potere, in cui a nessuno importa chi viene ferito, ma in che modo si può approfittare della situazione per i propri interessi. Ci siamo chiesti se esista ancora umanità nel cuore di chi ci governa. A un certo punto si è fatto silenzio, e credo che in un modo o nell’altro, ciascuno a modo suo, stessimo pregando.

Un silenzio che si è fatto preghiera

Sembra una sciocchezza, ma credo che quel momento abbia cambiato il mondo, almeno un po’. Ascoltare gli altri, assorbire le riflessioni di persone tanto diverse, assaporare le buone intenzioni, l’amore presente… e il silenzio che ci invadeva all’improvviso. Il potere della parola può trasformare la realtà, ma a volte dimentichiamo che il silenzio è necessario per la trasformazione degli esseri umani. E la trasformazione umana è necessaria per la trasformazione del mondo.

Mi sono riportata a casa molto silenzio. Molte domande senza risposta, grande ammirazione per quelle persone che avevo ascoltato e tanta voglia di permettere a quello che avevo vissuto di scorrere dentro di me. È stata una bella preparazione per sedermi, guardare il cielo e intavolare una conversazione con chi ci ama di più.

1. Qual è l’obiettivo della preghiera?

La preghiera propone silenzio, ma un silenzio che cerca un’unione spirituale. Il silenzio permette la comunione, con Dio e con gli altri. La parola ci avvicina a livello intellettuale e affettivo, ma il silenzio genera legami di amicizia. Sono certa che con i vostri amici vi capite anche senza parole.

Per questo pregare, a mio avviso, è un’esperienza legata al silenzio, anche se nata in un pomeriggio di risate e dibattiti con i miei amici.

Perché abbiamo bisogno di pregare? Perché Dio ci aiuta a dar luce a quello che siamo e a ciò che facciamo. Perché solo affidando a Lui il nostro dolore il carico diventa più leggero e sbocciano riconoscenza e speranza. Poter pregare è un privilegio.

2. C’è un momento migliore?

Quando preghiamo? Il nostro rapporto con Dio non ha orari. È disponibile 24 ore al giorno, 7 giorni a settimana. Di chi altro si può dire lo stesso? Dategli il peso che deve avere nella vostra vita, c’è sempre spazio per un’esperienza che non vi lascerà indifferenti. È come ricevere un messaggio WhatsApp che ci si affretta a leggere.

Nella preghiera vi aspetta sempre qualcosa. Trovate un momento per scoprire quel messaggio e lasciarvi sorprendere.

3. Come pregare?

La preghiera non significa allontanarsi da qualcosa, astrarsi. La preghiera attinge alla vita stessa. Guardate me, che ho cercato un momento per stare con Lui per via di un incontro gastronomico tra amici. A volte si programma, altre volte sorge in modo spontaneo. A volte è preceduto da una chiacchierata o una condivisione con altri, altre volte la scusa sono il mio dolore e la mia sofferenza. In alcuni casi Gli parlo di me, in altri di altre persone. Ci sono giorni in cui sento che tutto fluisce in modo naturale.

Altri giorni cerco testi che mi aiutino ad avviare la mia conversazione speciale con Dio. Queste occasioni mi aiutano molto a decentrare l’attenzione dalla mia persona, perché il mondo mi reclama, ci reclama. In molti di quei giorni ho scoperto missioni speciali che Dio mi affida.

A volte Dio parla molto, altre volte lascia parlare più me perché sa che è quello di cui ho bisogno. Non abbiate paura se credete che Dio sia muto con voi. Attraverso il silenzio divino cresciamo e fioriamo. State attenti e confidate.

4. C’è qualche tecnica speciale?

Non esiste un unico modo di pregare, perché la preghiera ha il suo centro e affonda le sue radici nella parte più profonda della persona. Forse nelle nostre comunità parliamo poco della preghiera. Non dico che non preghiamo, ma condividiamo come preghiamo? Condividiamo di cosa o di chi parliamo con Dio?

Non dobbiamo spettegolare, ma è importante sapere che il mondo non ha perso la sua umanità perché ogni giorno migliaia di persone parlano con Dio di voi, con il vostro nome e cognome, parlano con Dio delle persone che ritengono più vulnerabili e si rivolgono a Lui per cercare il modo di cambiare la realtà.

Pregare è molto semplice. Cio è difficile è volerlo fare, perché in questo c’è una salda intenzione di trasformare il mondo.

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link.

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