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Lo hanno battezzato al Pilar il giorno del bombardamento, e oggi è cappellano della basilica

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Pilar Velilla Flores - pubblicato il 12/10/22

Don José María Bordetas è da 60 anni cappellano del Pilar. Si prende cura della Vergine e assiste i fedeli dicendo “È la Madonna che ci porta le persone”


Don José María Bordetas è nato a Saragozza (Spagna) il 22 luglio 1936, cinque giorni dopo lo scoppio della Guerra Civile in Spagna. Il luogo della sua nascita stupisce, visto che la madre ha partorito in una delle stanze attigue alla cappella della Madonna nella basilica del Pilar.

EL PILAR

All’epoca era abituale che quanti lavoravano nella basilica vivessero lì, ed era comune che le donne partorissero in casa, due circostanze che hanno portato don José María a nascere nel primo tempio dedicato alla Vergine in tutto il mondo (la versione che vediamo oggi è del 1680).

All’interno del Pilar vivevano molti altri bambini, con cui condivideva giochi e avventure, ma lui è stato l’unico a diventare sacerdote.

Il padre di don José María ha iniziato a lavorare nella cattedrale nel 1932, divenendo poi sagrestano. In quel periodo ha conosciuto quella che sarebbe diventata sua moglie, sposata nel 1935. L’anno dopo è nato il figlio José María.

Il giorno del suo Battesimo bombardarono El Pilar

Dodici giorni dopo la sua nascita, i genitori vollero battezzare il piccolo. Il 3 agosto 1936, però, coincise con il lancio di quattro bombe da un aereo dell’esercito repubblicano nelle vicinanze della basilica, due delle quali colpirono il tempio.  L’aspetto miracoloso è che nessuna esplose, e ancora oggi sembrano esposte su una delle pareti della chiesa.

Il sagrestano del Pilar esitò ad andare avanti con il Battesimo di suo figlio. Consigliato dal canonico penitenziario, che stava per battezzare il bambino, decise però di portarlo a termine. “A maggior ragione devi battezzarlo”, gli disse il canonico. È in questo modo insolito che il parroco ha ricevuto le acque battesimali nella cappella di San Giuseppe.

Don José María è cresciuto aiutando suo padre a svolgere il compito di sagrestano.

A 7 anni già aiutava a curare la cappella della Madonna.  Dopo aver chiuso il tempio al pubblico, al tramonto, lui e sua sorella pulivano insieme la balaustra o cambiavano le candele.

VIRGEN DEL PILAR

In seguito ha voluto diventare sacerdote, venendo ordinato il 9 aprile 1961, a 24 anni. La sua prima destinazione è stato il paese di Cerveruela, in cui è rimasto 20 mesi e 20 giorni. Lì era felice, essendo parroco di un paese con uno stile di vita semplice e vicino ai suoi fedeli.

Cappellano del Pilar da 60 anni

In seguito è stato richiamato al Pilar. La situazione era critica, i sacerdoti presenti erano malati e da tempo nessuno si incaricava della Messa dei bambini.

“Se il vescovo me lo chiede sono pronto”, diceva obbediente. L’11 luglio 1963 ha quindi iniziato a svolgere il suo incarico, e da allora è il cappellano della basilica della Madonna del Pilar a Saragozza. Nel luglio prossimo festeggerà 60 anni di “servizio”.

“Dato che sai già di che si tratta, prendi le chiavi, io me ne vado” sono le parole con cui lo accolse in sagrestia il più anziano dei cappellani. Non c’era bisogno di spiegare altro. El Pilar era casa sua.

Don José María riconosce di essere da allora al servizio della Madonna, attraverso il culto, i sacramenti o le persone. “È la Madonna che ci porta le persone. El Pilar è il santuario mariano più visitato, non ha dietro una congregazione religiosa, ma il clero diocesano, e non facciamo pubblicità. Qualcuno deve quindi portarci la gente”, afferma convinto. La cura delle persone che porta la Madonna è dunque una grande missione.

Le storie più belle di avvicinamento delle persone alla Madonna, tuttavia, avvengono nel segreto, all’interno del confessionale.

Un grande pensatore della tradizione pilarista

L’arrivo della Madonna, in carne e ossa, a Caesaraugusta (in nome latino di Saragozza nell’Impero Romano) avvenne nell’anno 40 d.C.. La Madonna viveva in Giudea, e l’Assunzione non aveva ancora avuto luogo.

Don José María sostiene che la Vergine non poteva non soccorrere Giacomo, suo nipote, visto che lei, tra l’altro, inoltre viveva con suo fratello Giovanni. (Secondo le visioni della beata Anna Caterina Emmerick, raccolte nel libro Vita della Santa Vergine Maria, la Madonna era cugina della madre di Giacomo e Giovanni, Maria Salome).

Il cappellano afferma che quello che lo fa soffrire di più è vedere che si ha una visione sbagliata di ciò che è la tradizione del Pilar. L’aspetto più impressionante della basilica non è l’arte, né il museo pilarista, il mantello della Madonna, le bombe e i loro fori o la storia del miracolo di Calanda. Ciò che colpisce maggiormente è la presenza di una colonna di pietra di diaspro rosa, lasciata dalla Santissima Vergine come prova della sua visita. Senza di essa, non ci sarebbe tradizione. Ed è straordinario anche il fatto che il cappellano al servizio del tempio sia nato proprio lì.

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