«Anche se i miei figli mi dicono che sono ancora giovane – spiega Christine –, vedo bene, allo specchio, che non ho più vent’anni». Ha quarant’anni e non sembra essere molto preoccupata dal suo corpo che cambia, mentre per altri le prime rughe e i primi capelli bianchi sono una catastrofe.
È il caso di Delphine, 55 anni, segretaria di direzione, che teme di non piacere più: «Fino ai 45 anni ero un fuscello. Adesso, malgrado diete ed esercizi la pancia non se ne va più…». Pierre, da parte sua, è snervato dai dolori articolari e dalle piccole perdite di memoria: «La ciliegina sulla torta è stata quando mi hanno dato un apparecchio acustico. Ho 65 anni e vorrei far tornare indietro il tempo: ho veramente paura di invecchiare».
Abbarbicarsi alla giovinezza ad ogni costo
Per le donne, la paura appare tra i 50 e i 60 anni, ma di solito dopo i 60 è risolta:
La paura e il corpo che cambia spingono alcuni alla depressione. È il caso di Caroline, cinquantenne che non riesce più a guardarsi allo specchio:
Se invertire il corso del tempo è impossibile, alcuni sono tentati di rallentarlo con tutti i mezzi, non accettando di invecchiare:
Stessa constatazione da parte di papa Francesco, che l’8 giugno ha espresso il concetto:
«Le rughe però – ha ancora sottolineato – sono il segno di aver fatto un cammino di vita»: tanto vale, insiste Francesco, accettare la propria età – e questo significa anche accettare il corpo che invecchia.
I tre pilastri dell’accettazione
L’accettazione è una qualità dello spirito che si esercita con esercizi mirati sulla funzione della resilienza.
E l’autore ricorda che quest’ultima si fonda su tre pilastri: l’apertura mentale, la coscienza del qui e ora e l’impegno in azioni che hanno senso per sé e per gli altri.
Il primo dei tre
Per illustrare questa affermazione, il capo del reparto di Psichiatria e Dipendenze all’Ospedale Bichat fa appello a una bella metafora:
Il Professore aggiunge che questa attitudine può essere esercitata grazie all’immagine della meteorologia: proprio come nel corso della giornata il tempo cambia, senza che ce ne facciamo un dramma, così si possono trattare con analoga tranquillità i cambiamenti del corpo.
In ultimo, l’ultimo modo di rinforzare l’accettazione di sé è impegnarsi in azioni che hanno senso per sé e per gli altri, e che in più si rivelano utili.
Coltivare la gioia e la giovinezza del cuore
Da parte sua Marie de Hennezel, che il prossimo 17 novembre pubblicherà L’aventure de vieillir (Robert Laffont), ritiene che sebbene il corpo invecchi la giovinezza del cuore sia sempre possibile e che la si debba coltivare:
E la psicologa prosegue rassicurando quante e quanti hanno paura di non essere più seducenti:
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]