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Sant’Annibale Maria di Francia e il “miracolo” del pane di San Giuseppe

Nell'immaginario collettivo San Giuseppe è rappresentato come un anziano artigiano.

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don Marcello Stanzione - pubblicato il 21/09/22
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Il santo messinese aveva una devozione particolare per San Giuseppe. E il Patriarca ha compiuto per lui alcuni "prodigi"

Padre Annibale Maria di Francia (1851 Messina - 1927 Messina), fondatore dei Padri Rogazionisti, “è stato l’uomo dei chiodi fissi. Pochi, ma ribattuti con ferma ostinazione”. Così scrive Alessandro Pronzato nell’attraente biografia del Padre, intitolata: “… Non hanno più pane”. 

Il “chiodo” di San Giuseppe

Tra questi chiodi, vi è pure quello del suo culto a San Giuseppe. Padre Annibale Di Francia non è un giosefologo nel senso tecnico della parola o, come si usa dire nel linguaggio corrente, un addetto ai lavori, me è, indubbiamente, un grande devoto e apostolo di san Giuseppe. 

Il buon senso di Padre Annibale

Non ama affrontare questioni sulla dignità di san Giuseppe e sulla sua superiorità sugli altri Santi. Ma si lascia guidare dalla filosofia del buon senso e, soprattutto, dalla fede nel suo potere patrocinio, come appare da una dichiarazione fatta a padre Tusino, rogazionista biografo di Padre Annibale Di Francia.

Le preghiere prima e dopo i pasti

Padre Tusino narra che “durante la guerra, il Padre aveva aggiunto alle preghiere prima e dopo i pasti tre Gloria, rispettivamente a S. Giuseppe, S. Michele e S. Antonio di Padova. Un giorno intese che nella recita io preponevo a S. Michele: questione oziosa; io dopo la SS. Vergine metto subito S. Giuseppe, perché come Gesù, Maria e Giuseppe furono sempre uniti sulla terra, così li considero uniti anche in cielo; e credo che il glorioso Arcangelo non se ne abbia ad offendere”.  

La rivelazione di padre Tusino

Una pietà, una devozione a San Giuseppe, dunque, di sapore semplice, genuino, che spesso fruttava interventi straordinari da parte del Santo, profondamente amato e fiduciosamente invocato. Basti, a proposito di interventi straordinari, un episodio raccontato da madre Quaranta a padre Tusino: “Il Padre Annibale Di Francia trovò che le suore usavano un pane immangiabile, e disse perciò: - No, figliuole, il pane deve essere di puro  grano, altrimenti non avrete le forze per lavorare. – E chi ce lo dà, Padre? – Chiedetelo a S. Giuseppe; anzi, fate così: prendete un sacco e mettetelo aperto sotto il quadro di S. Giuseppe: Egli vi provvederà. Così fu fatto”. 

SAINT JOSEPH

Il ricco signore

“In quei giorni - prosegue Padre Tusino - capitò il dottore, il quale volle sentire la spiegazione e non poté non sorridere alla trovata peregrina. Fatto sta che, contro ogni previsione, in quei giorni passò di là un ricco signore, che lasciò alla casa una grossa moneta d’oro. Roba – diceva Madre Quaranta – che noi non avevamo visto mai! Come l’oblatore uscì, entrò una signora ad offrirci del grano! S. Giuseppe aveva risposto alla fiducia del Padre; e il dottore, come seppe la cosa, si intese accrescere la devozione al Santo”. 

Pregarlo in ogni necessità 

La stessa madre Quaranta depone: “(Il Padre) ci suggeriva una devozione tenera, semplice ed ingenua al Santo Patriarca: secondo lui in ogni necessità bisognava pregarlo col cuore ed insistentemente, anche a minacciarlo di toglierli il Bambino, coprendolo di una carta, se non fosse venuto incontro”. 

Episodi, quelli riportati, che conservano tutta la freschezza originaria e ne trasmettono il profumo incontaminato fino a noi.