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Santa Narcisa de Jesús, la bambina santa diventata catechista

NARCISA

Edjoerv-(CC BY-SA 4.0)

Sandra Ferrer - pubblicato il 20/09/22

Ha trasmesso ai più giovani il suo amore per Dio e per la Vergine con la parola e l'esempio

È nota affettuosamente come la “Violeta de Nobol”, in ricordo del bell’angolo dell’Ecuador che l’ha vista nascere il 29 ottobre 1832, giorno di San Narciso. Narcisa de Jesús Martillo y Morán era nata e cresciuta nella tenuta di San José di Nobol, in una vasta famiglia di contadini benestanti.

I suoi genitori, Pedro Martillo e Josefa Morán, trasmisero ai loro nove figli la propria fede in Dio e condivisero con loro anni di felicità familiare, che tuttavia si vide stroncata nel 1838 con la morte di Josefa, quando Narcisa era ancora bambina. Insieme ai fratelli e alle sorelle più grandi, Narcisa si prese cura dei più piccoli della famiglia mentre continuava a studiare grazie a una maestra e a una delle sorelle maggiori.

In questo modo apprese non solo i rudimenti domestici che ci si aspettava che una bambina della sua epoca conoscesse, come cucire o cucinare, ma anche a leggere e scrivere, anche se le lezioni che le piacevano di più erano quelle di musica, materia in cui presto spiccò suonando la chitarra. Già all’epoca Narcisa sentiva il bisogno di ritirarsi dal mondo per pregare, che fosse sotto un albero vicino casa o in un piccolo oratorio domestico che aveva eretto nella sua stanza.

Il suo cammino spirituale

Quando aveva 15 anni iniziò a lavorare come sarta, approfittando dei momenti di riposo per leggere alcuni testi, tra cui la vita di Santa Mariana di Gesù. Presto vide la necessità di seguire lo stesso cammino spirituale della santa di Quito.

Tre anni dopo, a seguito della morte del padre, Narcisa prese la decisione di trasferirsi a Guayaquil, dove si unì alla Pia Associazione delle Figlie di Maria e condivise l’abitazione con la beata Mercedes de Jesús Molina. Guidata dalla direzione spirituale di Amadeo Millán, intensificò i suoi momenti di preghiera e penitenza, che conciliava con le opere di carità e l’apostolato.

In quella nota come Casa de las Recogidas, lavorava senza sosta per aiutare le ragazze che vi accorrevano cercando sostegno materiale e spirituale. Nella cattedrale di Guayaquil iniziò a insegnare il catechismo. Le si avvicinavano giovani che ascoltavano con attenzione le sue parole e rimanevano affascinati dalla bellezza dei suoi messaggi, che trasmettteva attraverso bei canti.

Stati mistici di estasi

Nel 1868 Narcisa de Jesús si trasferì a Lima, dove entrò come laica nel Convento Domenicano del Patrocinio, noto come Casa delle Suore dell’Ordine Laicale di San Domenico. Come una religiosa tra le tante, si unì ai lavori del convento. All’epoca, la preghiera di Narcisa era sempre più intensa, e il suo impegno nei confronti di Cristo aumentava. Fece voti privati di verginità perpetua, povertà e obbedienza. Oltre a digiunare a pane e acqua, si comunicava ogni giorno e mortificava il proprio corpo flagellandosi e portando una corona di spine. Narcisa giunse a sperimentare stati mistici di estasi.

Il lavoro continuo e la mortificazione del corpo intaccarono la sua salute. L’8 dicembre 1869, festa dell’Immacolata Concezione, Narcisa de Jesús morì a 37 anni.

Quando le consorelle scoprirono che era morta, videro nella sua stanza uno splendore e sentirono una fragranza speciali. Il suo corpo venne sepolto a Lima, dov’è rimasto fino al 1955.

Quando è stato esumato per essere trasferito a Guayaquil, si è scoperto che i resti mortali erano incorrotti.

Narcisa de Jesús è stata beatificata il 25 ottobre 1992 da Papa San Giovanni Paolo II, che ha sottolineato in lei “un modello di virtù, soprattutto per tante donne dell’America Latina che, come lei, devono emigrare dalle campagne alla città in cerca di lavoro e sostentamento”. Anni dopo, il 12 ottobre 2008, è stata canonizzata da Papa Benedetto XVI.

Oggi Narcisa de Jesús riposa in un santuario nella sua Nobol natale, eretto nel 1998 e a cui ogni anno accorrono migliaia di pellegrini a lei devoti.

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