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Cosa può insegnarci Padre Pio sul fatto di sentirsi indegni?

PADRE PIO
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padre Michael Rennier - pubblicato il 20/09/22
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Se agiamo come la persona che vogliamo diventare, viviamo in modo più santo

Come tutti voi, ho un'idea della persona che vorrei essere. La maggior parte delle mattine, mentre i grilli cantano all'alba, esco con la mia bici da corsa, metto qualcosa nelle tasche della maglia e imbocco le strade deserte e alberate della città mentre vado a Messa. In certi giorni l'andatura è tranquilla e rilassata, in altri sembra più una fuga.

Qualche mattina fa si è alzata la nebbia dal campo di calcio del parco del quartiere, lo stesso campo in cui ho trascorso molte ore guardando i miei figli ballare e gridare con i loro amici mentre un allenatore sfortunato cercava di organizzarli per far calciare loro la palla. Come l'incenso, la nebbia ha santificato una scena che rivelava e nascondeva lo sfondo del mio pellegrinaggio quotidiano.

In un certo senso, so esattamente quale sia il mio posto in questo mondo e chi devo essere – un marito, padre, figlio, amico, saceredote –, e so quanto desidero essere paziente e gentile, pensare agli altri prima che a me stesso e trovare le parole giuste da dire a chi ha bisogno di ascoltarle.

In altro senso, però, non ho idea di quello che sto facendo per definire e realizzare questa visione personale. Se non sono ancora la persona che voglio essere, mi chiedo come dovrei diventarlo. C'è una foschia che emerge dai fili d'erba e viene portata in cielo, un orizzonte in continuo mutamento di conoscenza di sé, di scelte fatte e disfatte.

I miei piccoli viaggi in bicicletta sono preziosi anche se certe mattine sono inquietanti. Anche la Messa è un tipo di cammino, quello in cui accompagniamo Cristo nella Sua Passione, morte e risurrezione. L'attore Shia LaBeouf, descrivendo la sua esperienza di partecipare alla Messa, ha detto di recente che si sente come se venisse “lasciato entrare in qualcosa di molto speciale”.

Sentirsi indegni

Per molti versi mi sento indegno, sia del giro quotidiano in bicicletta che della Messa. Sono perfino perplesso dal fatto che Dio tolleri la mia presenza.

LaBeouf ha scoperto la Messa perché è un attore e stava imparando a interpretare Padre

Pio per un film. Per prepararsi ha guardato la Messa. C'era un sacerdote che gli spiegava come comportarsi come un vero e proprio presbitero che celebra l'Eucaristia. È entrato nella parte. Ha imparato il latino. Ha recitato. L'aspetto divertente è che col tempo la sua azione ha assunto un aspetto di realtà. La Messa è diventata reale, gli ha fatto iniziare un viaggio e gli ha cambiato la vita.

Forse, mentre contempliamo la lotta per crescere nell'immagine di sé buona, devota e felice che creiamo per noi stessi, non si tratta di diventare degni, quanto semplicemente di mettersi in gioco.

Padre Pio stesso, del resto, ha scritto in una lettera: “Le persone che sono o scelgono di essere indegne non temono mai di esserlo”. Il punto, suppongo, è che anche se ci sentiamo indegni del quadro perfetto che abbiamo ideato per la nostra vita, non dovremmo lasciare che quella paura ci tenga lontani. Anche se hai paura, agisci finché non diventa reale.

Invecchiando, la vista di Padre Pio è diventata così debole che non riusciva più a leggere le preghiere della Messa nel Messale. Aveva però memorizzato la Messa dei Defunti, e ha ricevuto dai suoi superiori il permesso dai suoi superiori di recitarla ogni giorno perché ne conosceva le parole. Durante le sue Messe cadeva spesso in lunghi silenzi, non perché avesse dimenticato i termini, ma perché si era perso nei pensieri, soprattutto mentre pregava per tutte le anime del Purgatorio. Pregava perché progredissero per giungere alla versione più completa di se stessi ed entrassero in Cielo, felici e forti.

Alla gente non piacevano quei lunghi silenzi, e le lamentele provenivano anche da altri sacerdoti. Mi chiedo se quelle lamentele abbiano mai fatto sentire Padre Pio un impostore. Forse stava dicendo la Messa sbagliata. Forse era indegno. O forse ha sempre capito con l'ardente fiducia che lo caratterizzava che anche se non era perfetto, nel compiere quel viaggio quotidiano della Messa era stato lasciato entrare in qualcosa di molto speciale.