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In che modo la croce è diventata il simbolo del cristianesimo?

CROSS

Brian A Jackson | Shutterstock

Lucien de Guise - pubblicato il 18/09/22

I primi cristiani esitavano a usare un crocifisso, che ritenevano degradante, nella pratica della loro fede

Per due secoli, i seguaci della nuova fede cristiana hanno evitato di rendere lo strumento della morte di Cristo un segno d’onore. Ancora oggi, molti non cattolici equiparano il fatto di portare un crocifisso ad appendersi attorno al collo una sedia elettrica.

Il crocifisso considerato degradante

Anche le prime comunità cristiane la pensavano così. La crocifissione era una forma di esecuzione programmata per essere sia straziante che umiliante. Era una forma di degradazione pubblica deliberata. Per i primi convertiti al cristianesimo con un background ebraico, la figura di un Dio crocifisso era più che degradante, e andava contro secoli della loro religione e cultura. Non stupisce il fatto che si volgessero alle parole.

All’inizio era “il Verbo”

Cristo amava le parole e usarle per raccontare storie. La frase “Io sono l’Alfa e l’Omega” viene usata varie volte nel Nuovo Testamento. Visto che il greco era la lingua franca del Mediterraneo orientale, i primi cristiani usarono l’alfabeto greco per creare un simbolo scritto con cui potersi identificare a vicenda. Le parole erano importanti anche nell’ebraico. Ancora oggi, la parola ebraica per Dio (abbreviata in YHWH) viene pronuciata o scritta raramente nella sua forma completa. Ci si riferisce ad essa come a “Il Nome”.

I primi cristiani erano ugualmente restii a promuovere il nome dell’immagine di Dio. “Pesce” è stata la loro prima scelta come riferimento a Cristo, in parte perché il loro Salvatore diceva di essere “pescatore di uomini”, e anche perché il termine greco per la parola “pesce”, ichthus, può avere un doppio significato: Gesù (Iesos) Cristo (Christos) di Dio (theou) Figlio (uios) Salvatore (soter).

Il gioco di parole con il nome di Cristo è discusso più spesso dei riferimenti alla Sua croce. Questo mostra quanto fosse importante questo simbolo prima che venisse rappresentato fisicamente. Verso l’anno 200, il teologo Ippolito scrisse del fatto di fare il segno della croce sulla fronte “poiché questo è un segno della Sua passione”. Poco dopo, venne raccomandato come cura per le punture di scorpione. L’idea della croce aveva chiaramente preso piede.

Lo staurogramma

Un “concorrente” per la prima rappresentazione fisica della croce di Cristo è lo staurogramma. Composto dalle leggere greche Tau e Rho, il suo suono richiamava la parola greca per “crocifiggere”, stauroo. Usato soprattutto nei testi scritti dal II secolo in poi, ricorda in effetti una persona su una croce.

Il simbolo Chi Rho

Più diffuso era il simbolo Chi Rho, che combinava le prime due lettere del nome di Cristo in greco per formare un’immagine che sembrava meno una croce rispetto allo staurogramma. Il Chi Rho ricorda più il simbolo papale delle chiavi incrociate. Non è un caso, perché i Papi continuano a usare entrambi. Questi simboli trasmettono parte dello splendore imperiale di Costantino il Grande, che adottò per primo il Chi Rho. A volte vengono aggiunte anche le lettere Alfa e Omega.

Graffiti o immagini sacre?

Espandendosi verso ovest, il cristianesimo incontrò culture che non solo disponevano di immagini scolpite, ma spesso non avevano una lingua scritta. Il primo esempio è rappresentato dai graffiti di un anonimo semi-letterato di Roma. Non è stata sicuramente opera di un cristiano, e ci sono molte ragioni per dubitare di questa immagine. Può essere considerata una crocifissione, ma non “la” Crocifissione.

Un altro problema è attribuire una data corretta a molte di queste presunte scene di crocifissione. Si pensa che una pietra preziosa scolpita ospitata nel British Museum potrebbe essere la prima immagine non blasfema della crocifissione. È tuttavia un oggetto problematico. Potrebbe essere stato prodotto da una setta eretica, e mostra chiaramente Cristo legato alla croce con delle corde invece che con i chiodi.

Lo scrigno d’avorio della Crocifissione di Cristo

Il mio oggetto preferito come prima rappresentazione inequivocabile della morte di Nostro Signore è uno scrigno d’avorio, realizzato a Roma intorno all’anno 420 e con tutti gli attributi ormai a noi noti. Maria e San Giovanni piangono ai piedi della croce, mentre il soldato romano Longino colpisce con la sua lancia il fianco di Cristo. La vittima è attaccata alla croce con dei chiodi. Come “bonus”, possiamo vedere Giuda pentito appeso a un albero. L’aspetto più convincente è che ci riporta alla parola scritta. Sopra la testa dell’uomo crocifisso c’è la metà del titolo latino che conosciamo tanto bene: “Re dei Giudei”.

Scorrete la galleria fotografica per vedere le fotografie che raffigurano il simbolismo cristiano delle origini.

Il Museo virtuale della Croce

Questo crocifisso proviene dalla collezione del Museo della Croce, la prima istituzione dedicata alladiversità del simbolo più potente e di maggior portata nella storia. Dopo dieci anni di preparazione, il museo era quasi pronto ad aprire, ma poi è sopraggiunta la pandemia. Nel frattempo, il museo virtuale sta avviando un account Instagram per coinvolgere i lettori di Aleteia e la storia dei loro crocifissi: @crossXmuseum

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