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Perché Papa Luciani parlava di mosche e fame del diavolo? 

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 31/08/22

Il pontefice amava comunicare Gesù e il Vangelo a tutti, e per farlo partiva dagli spunti offerti dalla quotidianità. Così infarciva omelie, discorsi, interventi pubblici di piccoli racconti, storielle, favole. Ne abbiamo scelte 8

Papa Luciani pronunciava aneddoti e storielle durante i suoi discorsi, le sue omelie: lo faceva per scuotere le coscienze dei cristiani che lo ascoltavano. Ne abbiamo estratte alcune dal libro “Giocare con Dio” (edizioni Ares) di Nicola Scopelliti

Gesù e il Vangelo nella quotidianità 

Il pontefice che durò al soglio di Pietro soli 33 giorni, prossimo alla beatificazione il 4 settembre 2022, amava comunicare Gesù e il Vangelo a tutti, e per farlo partiva dagli spunti offerti dalla quotidianità. Ecco perché infarciva omelie, discorsi, interventi pubblici di piccoli racconti dell’anima, favole brevi mutuate anche dalla tradizione classica, aforismi, motti e aneddoti.

JAN PAWEL I

Raccolti da don Taffarel

Questi testi sono stati così organizzati proprio da don Francesco Taffarel, suo segretario a Vittorio Veneto, che già aveva pubblicato un primo libro simile nel 1990 (Papa Luciani, Un pensiero al giorno, EMP). Taffarel ne ha fatto dono prima di morire all’autore Nicola Scopelliti, con la raccomandazione che li pubblicasse qualora la causa procedesse positivamente. 

Una comunicazione umana e semplice.

Con questo libro Monsignor Taffarel ha inteso dare un contributo per la conoscenza dell’umanità, della semplicità, dell’accoglienza del pontefice veneto, che partiva già dalla sua comunicazione. Ecco 8 storielle e aneddoti che abbiamo scelto, pronunciati e scritti da Papa Luciani. 

Pope John Paul I - Luciani

1) Denaro davanti allo specchio

Da quanto si vede e si legge, mi pare che molti abbiano puntato sul portafogli, sulle casseforti, sui libretti bancari. Dal Dio Trino la loro speranza è scivolata sul dio quattrino. L’avaro, di cui parla Trilussa, non stava in prigione; stava a contare i denari davanti allo specchio per avere la consolazione di vederli raddoppiati.

E dopo aver contato e ricontato, portava via la borsa, dicendo:

– Questi per me, quelli dello specchio ai poveri!

È vero che il progresso, il benessere, la pace, la cultura, postulano il serio impegno dei cattolici; essi, tuttavia, sono subordinati al Paradiso.

2) Ungaretti

Un anno prima di morire (1970) Giuseppe Ungaretti, guardando la sua vita passata (aveva da poco compiuto 80 anni), confessò a sé stesso:

– Non so che poeta io sia stato in tutti questi anni. Ma so di essere stato un uomo, perché ho molto amato, ho molto sofferto, ho anche errato, cercando di riparare il mio errore come potevo, e non ho odiato mai.

Proprio quello che un uomo deve fare: amare molto, anche errare, molto soffrire, e non odiare mai!

GIUSEPPE, UNGARETTI, RITRATTO
Giuseppe Ungaretti ha ispirato la storiella di Albino Luciani.

3) Fare a metà

Niente è peggio che fare le cose a metà: essere buoni a metà, studiare a metà, pulirsi a metà!

Pensate quanto sarebbe piacevole se la moglie sapesse cucinare la carne solamente in questi tre modi: mezza cruda, mezza cotta e mezza bruciata!

4) La fame del diavolo

Un giorno il diavolo ebbe fame, prese un sacco e decise di andare a cacciare le anime. Voleva mangiarsi un bocconcino prelibato. Si nascose fra gli alberi vicino alla casa di un santo uomo, e aspettò. Il santo uomo trascorreva la giornata a pregare e a compiere gesti di bontà. Anche il diavolo ne fu ammirato.

Ma un giorno il diavolo osservò che sull’anima bianchissima di quel santo vecchio c’era una piccolissima macchia: al tramonto il vecchio si affacciava alla finestra a guardare il sole tramontare e provava un attimo di melanconia e di tristezza.

Al diavolo bastò questo. Concentrò tutti i suoi sforzi verso quell’attimo di tempo e vi mise dentro angoscia, amarezza, disperazione. Così riuscì a far cadere l’uomo e a mangiarselo.

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Papa Giovanni Paolo I ci strigliava a respingere le tentazioni del diavolo.

5) Un buon consiglio

Un uomo andò a trovare il santo Curato d’Ars e gli domandò:

– Signor Curato, ho intenzione di fare una grande opera buona; vorrei da lei un consiglio!

Rispose il santo:

– Il mio consiglio è questo: fate un po’ di chiasso ai piedi del Crocifisso!

6) Il viandante e il platano

Un platano superbo faceva una grande ombra a un viandante stanco. Ma costui, invece di dimostrarsi riconoscente, diceva:

– O albero, tu non sei utile; tu ingombri l’aria con le tue tante foglie e non produci frutti!

Ma intanto il viandante godeva l’ombra prodotta dall’albero.

Rinfacciare un difetto è sempre male, ma rinfacciarlo a chi ti fa del bene è gesto ancora più ingrato.

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L’albero ci protegge e ci aiuta con la sua ombra: in questa storia di Papa Luciani c’è anche un messaggio che guarda alla tutela del Creato.

7) Mani vuote

Un uomo cristiano era preoccupato di osservare la legge di Dio e di non fare peccati. Diceva:

– Voglio andare a letto ogni sera con la coscienza pulita, per presentarmi sereno e sicuro davanti a Dio.

Un giorno morì e comparve davanti a Dio e gli disse:

– Signore, sono qui per ricevere il premio di tutta la mia vita, non ho fatto peccati!

Gli domandò il Signore:

– Sei sicuro di aver evitato tutti i peccati?

– Sì, Signore, guarda le mie mani: esse sono pulite!

– Saran pulite, ma sono completamente vuote!

Non basta non fare il male, ma bisogna fare il bene, come dice la parabola dei talenti.

8) Le mosche

La mamma aveva messo tanti vasi di marmellata, di conserve nella dispensa. Un giorno un recipiente pieno di miele si rovesciò, il coperchio saltò via e il miele cominciò a colare per terra. Una mosca se ne accorse e subito chiamò le compagne:

– Venite, c’è miele per tutte, senza litigare!

Squadre di mosche si precipitarono a succhiare il miele.

– Che festa!

– E come è dolce!

– Sì, va bene, ma io sono piena come un uovo! Sono sazia! E decisero di lasciare il resto per un’altra volta e di andare a casa. Quando però vollero prendere il volo, non riuscivano a staccare le zampine. Cercarono di aiutarsi l’una con l’altra, ma era ancora peggio. Quasi tutte erano condannate a non muoversi più!

– Poverette noi! Per avere goduto per pochi minuti di questo dolce miele, finiamo ora tutte affogate e destinate a morire!

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Pure le mosche sono protagoniste negli aneddoti di Giovanni Paolo I!!

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