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Le finanze della Santa Sede nel confronto tra il Papa e i Cardinali 

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Photo by FABIO FRUSTACI / POOL / AFP

i.Media per Aleteia - pubblicato il 31/08/22

Per due giorni (il 29 e il 30 agosto 2022) poco meno di 200 cardinali (sui 226 del totale del Sacro Collegio) si sono riuniti a porte chiuse in presenza di Papa Francesco per riflettere insieme sulla nuova Costituzione Apostolica che dispone la riforma della Curia Romana. Molti cardinali hanno dichiarato, uscendo dalle riunioni, che la riforma per la trasparenza delle finanze vaticane è stata un punto importante delle discussioni.

Poco è filtrato, della due-giorni di lavoro di lunedì 29 e martedì 30 agosto 2022, in Vaticano, voluta da papa Francesco nella sala del Sinodo. Nella scia del concistoro di sabato scorso, durante il quale 20 cardinali sono stati creati, papa Francesco aveva scelto di riunire il collegio cardinalizio per studiare la costituzione apostolica Prædicate evangelium, entrata in vigore lo scorso 5 giugno. 

Le sessioni di lavoro si sono svolte fra sedute plenarie e lavori a gruppi linguistici composti da una dozzina di persone ciascuno. I cardinali si sono potuti esprimere liberamente, e un reporter aveva il compito di riassumere successivamente in 4 minuti gli elementi sollevati nel gruppo. 

Un “Giubileo della Speranza” nel 2025 

Tra le tematiche abbordate, i cardinali hanno evocato in particolare il posto dei laici nel governo della Chiesa, poiché la Costituzione autorizza d’ora in poi l’accesso dei laici a posti decisionali nella Curia Romana. I prelati hanno discusso su «numerosi aspetti del documento e della vita della Chiesa», ha precisato la Santa Sede in un comunicato pubblicato al termine dell’ultima sessione di lavoro. Hanno parlato pure del “Giubileo della Speranza”, che sarà celebrato nel 2025. 

I cardinali sono pure stati attenti al seguito delle riforme economiche e finanziarie avviate da papa Francesco a partire dal 2013: «Si trattava di vedere quali sforzi fossero stati realizzati per sanare le finanze», ha dichiarato il cardinale Philippe Barbarin all’uscita di una delle sessioni. «Un buon passo in avanti», ha commentato da parte sua il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna. 

Nei momenti di confronto comune il cardinale Reinhard Marx, che ha supervisionato la riforma economica, si è espresso sul tema. Durante il conclave del 2013 la trasparenza finanziaria era stata uno dei punti esatti dai cardinali per il pontificato a venire. 

Favorire la collegialità e la fraternità tra i cardinali 

Uno degli altri obiettivi di queste riunioni era favorire la collegialità e la fraternità tra i cardinali. Uno dei porporati presenti ha dichiarato ad i.Media il bisogno che c’era di «incontrare fisicamente» i membri del Sacro Collegio, dal momento che egli stesso non conosceva una buona sessantina dei cardinali elettori recentemente creati. Dal 2013, solo una riunione cardinalizia paragonabile a questa era stata convocata da papa Francesco, nel 2015 (sette anni fa!). 

Il cardinale Schönborn ha evocato il «clima sereno» e lo «spirito di comunione» in cui si sono svolte le riunioni. Il confratello tedesco Gerhard Ludwig Müller ha scelto da parte sua di qualificare l’atmosfera del dibattito di “armoniosa”, lasciando intendere la libera espressione di un sano pluralismo. 

«La collegialità si esprime anche nei tempi di pausa», ha sottolineato ancora il cardinale Dieudonné Nzapalainga. L’arcivescovo di Bangui, in Centrafrica, ha dichiarato che i gruppi linguistici avevano permesso il confronto di realtà ecclesiali molto differenti. In un gruppo francofono, ad esempio, potevano mescolarsi africani, asiatici ed europei accomunati dalla lingua. 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio] 

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