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Il Papa: la guerra una pazzia che pagano gli innocenti, delinquente chi commercia armi

audiencja generalna papieża Franciszka

AP/Associated Press/East News ; FILIPPO MONTEFORTE/AFP/East News

Vatican News - pubblicato il 25/08/22

Al termine dell'udienza generale, a sei mesi dallo scoppio del conflitto in Ucraina, l'appello di Francesco a "scongiurare il rischio di un disastro nucleare a Zaporizhzhia". Il Pontefice rivolge un pensiero a profughi e bambini e cita l'attentato a Darya Dugina, figlia dell'ideologo di Putin. E ricorda i conflitti in Siria e Yemen e il dramma dei Rohingya

Tutti “pazzi”, perché dalla follia della guerra nessuno è esente. E a farne le spese “sono sempre gli innocenti”. A sei mesi esatti dallo scoppio della prima bomba russa in terra ucraina, il Papa, al termine dell’udienza generale, rinnova “l’invito a implorare dal Signore la pace per l’amato popolo ucraino che, da sei mesi oggi, patisce l’orrore della guerra”. Francesco scandisce il suo appello con tono sottile ma solenne:

Auspico che si intraprendano passi concreti per mettere fine alla guerra e scongiurare il rischio di un disastro nucleare a Zaporizhzhia.

Liberare i prigionieri a Zaporizhzhia 

Il riferimento è alla città dell’Ucraina sudorientale, sede di una delle più grandi centrali nucleari in Europa, dove da mesi sono asserragliate centinaia di persone. Di loro il Pontefice parla nel suo intervento:

Porto nel cuore i prigionieri soprattutto quelli che si trovano in condizioni fragili e chiedo alle autorità responsabili di adoperarsi per la loro liberazione.

Il pensiero ai bambini: “Innocenti che pagano la pazzia della guerra”

Lo sguardo del Papa si alza dal foglio scritto e il pensiero va ai bambini: “Tanti morti, poi, tanti rifugiati, qui ce ne sono tanti…”, dice, accompagnando le sue parole con un gesto della mano e guardando ai profughi presenti in Aula Paolo VI, accolti dalle Caritas lombarde e toscane nel periodo estivo. Le parole del Papa vengono salutate da un applauso e dalle lacrime di alcune giovani donne che sventolano la bandiera blu e gialla.

Tanti feriti, tanti bambini ucraini e bambini russi sono diventati orfani. La orfanità non ha nazionalità, hanno perso il papà o la mamma. Siano russi, siano ucraini. Penso a tanta crudeltà a tanti innocenti che stanno pagando la pazzia, la pazzia, la pazzia di tutte le parti, perché la guerra una pazzia. E nessuno che è in guerra può dire: “No, io non sono pazzo”. La pazzia della guerra…

L’attentato a Darya Dugina 

Francesco cita l’attentato a Darya Dugina, figlia di colui che è considerato l’ideologo del presidente russo Vladimir Putin, Aleksandr Dugin, morta nell’esplosione della sua auto il 20 agosto scorso mentre faceva ritorno a Mosca.

Penso alla povera ragazza volata in aria per una bomba sotto il sedile in una macchina a Mosca. Gli innocenti pagano la guerra, gli innocenti.

Chi commercia armi è un delinquente 

“Pensiamo a questa realtà e diciamoci l’un l’altro, la guerra è una pazzia”, ripete ancora il Vescovo di Roma. E non usa mezzi termini per denunciare tutti coloro che dall’orrore ricavano profitto: “Coloro che guadagnano con la guerra e il commercio delle armi sono delinquenti che ammazzano l’umanità”, afferma.

Le altre guerre nel mondo

Infine, il Papa richiama – come già tante altre volte in passato – l’attenzione globale sui drammi che si consumano, non solo in Ucraina, ma anche in altre parti del mondo. Quei “pezzetti” della “terza guerra mondiale a pezzi” che vanno lentamente unendosi fino a delineare un abisso mondiale.

Non pensiamo ad altri Paesi in guerra da tempo. Più di dieci anni la Siria, pensiamo allo Yemen, dove tanti bambini patiscono la fame, pensiamo ai Rohingya che girano il mondo per l’ingiustizia di essere cacciati via dalla loro terra.

La preghiera alla Madonna

Oggi, però, sesto mese dall’inizio dell’aggressione a Kiev, il Papa vuole rivolgere un pensiero speciale all’Ucraina e anche alla Russia. “Ambedue i Paesi ho consacrato al Cuore Immacolato di Maria”, dice, ricordando l’atto solenne celebrato nella Basilica di San Pietro il 25 maggio scorso.

Che Lei madre veda questi due Paesi, veda l’Ucraina, che veda la Russia che ci porti la pace. Abbiamo bisogno di pace

L’originale su Vatican News

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