Chi non riceve almeno qualche chiamata alla settimana da parte dei call center che propongono acquisti o abbonamenti di ogni genere a qualsiasi ora del giorno? Per porre un freno a questo telemarketing è stato istituito il Registro Pubblico delle Operazioni (RPO), che raccoglie l’elenco dei numeri di telefono che non devono essere disturbati perché non interessati a ricevere proposte commerciali.
Se fino a qualche mese fa tale registro, che esiste fin dal 2010, accoglieva soltanto i numeri di rete fissa, ora, con il Decreto 26 del 22 gennaio 2022 in Gazzetta Ufficiale, nel registro sono stati introdotti anche i numeri di cellulare. La nuova procedura, entrata in vigore dallo scorso 13 aprile, verrà resa attiva il prossimo 27 luglio e sarà gestita dalla Fondazione Ugo Bordoni per conto del Ministero dello sviluppo economico. Lo sbarramento vale anche per gli operatori stranieri (inoltre anche molti degli operatori italiani hanno call center all’estero), mentre sms e messaggi whatsapp sono esclusi.
Come iscriversi al RPO
Tutti i cittadini potranno iscriversi gratuitamente, o meglio segnalare il proprio numero di telefono e chiudere ogni rapporto con gli operatori di marketing, al gestore del Registro delle Opposizioni in modo da esercitare il diritto di opposizione alla ricezione di telefonate con scopo promozionale o commerciale. L’iscrizione può essere fatta secondo tre modalità: compilare il modulo sul sito del Registro Pubblico delle Opposizioni, chiamare, dal numero per il quale si richiede l’iscrizione, il numero verde 800 265 265, oppure scrivere una mail a iscrizione@registrodelleopposizioni.it
Cosa comporta l’iscrizione
Dal momento in cui ci si iscrive al Registro sarà messa in atto la revoca totale di tutti i permessi che sono stati dati consapevolmente o inconsapevolmente al trattamento dei propri dati per finalità di marketing. Le chiamate sgradite saranno bloccate nel giro di 15 giorni dalla richiesta, dal momento in cui tutte le aziende sono obbligate a consultare il Registro ed eliminare i numeri che hanno tolto il consenso al trattamento dei dati. Le telefonate pubblicitarie, da quel momento, potranno essere fatte solo ai numeri non presenti nel Registro.
Ma siamo sicuri di quello che stiamo facendo? Facciamo un ragionamento
Queste telefonate possono sembrarci una violazione della nostra privacy, ma per altri, magari i meno esperti in ambito digital, diventano vere opportunità di acquisto, o di rimanere informati su un prodotto o servizio che magari comprano da anni.
Abbiamo calcolato realmente la portata e le conseguenze della nostra iscrizione al RPO? Quella che per noi è una telefonata spam, per un'altra persona si tratta di lavoro; quella che per noi può risultare una violazione della privacy, in verità alimenta un enorme filiera che produce dati la cui vendita a terze parti concorre al PIL nazionale. Basti pensare che il telemarketing rappresenta in Italia un business da circa 4 miliardi di euro annui, e la vendita telefonica di beni e servizi produce un giro d’affari stimabile in 40 miliardi di euro. Questo giro d’affari produce, sicuramente, lavoro per una serie di aziende, per una serie di persone stimabili in migliaia di posti di lavoro che pagheranno, di conseguenza, le tasse al nostro Stato che in questo momento, chiaramente, ne ha bisogno.
A questo proposito, se volete saperne di più di marketing utilizzato dalle aziende per promuovere i propri prodotti, anche attraverso i social, leggete il mio nuovo libro Internet e l’anello della fuffa.