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La storia della cappella francese di San Michele scampata all’incendio

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AFP

La cappella Saint-Michel de Brasparts immersa nel fumo di un incendio, 18 luglio 2022.

Elisabeth Bonnefoi - pubblicato il 09/08/22

Intatta in cima a un paesaggio desolato, la cappella di Saint-Michel de Brasparts, situata tra i monti dell’Arrée (Finistère) è sfuggita a un incendio per un pelo. La si direbbe un’icona della lotta contro il male.

La cappella di Saint-Michel de Brasparts (Finistère) si è ritrovata circondata dalle fiamme, lunedì 18 luglio, ma il fuoco si è miracolosamente arrestato a pochi metri dal santuario. C’erano i pompieri al lavoro, è vero, ma qualcuno potrebbe ugualmente pensare che anche lo Spirito Santo abbia soffiato sulle pendici del Mont Saint-Michel, lungo la catena dell’Arrée. Per qualche ora almeno, la piccola cappella situata nel Parco Naturale Regionale di Armorica, caro al cuore dei Bretoni, è stato al centro delle preoccupazioni. 

Il Mont Saint-Michel, Menez Mikael in bretone, è uno dei punti culminanti della catena di Arrée, coi suoi 381 metri s.l.m. (forse l’apice se si conta il campanile). Domina un paesaggio selvatico di lande brulle (ma rosa nella stagione della fioritura), tra le paludi del Yeun Elez e il lago di Brennilis. Una terra di leggende, di brume e di torba. Dal 10 giugno 1910 è classificato e catalogato zona Natura 2000. 

Un luogo di devozione 

È anzitutto un luogo di culto druidico. Il Menez Mikael resta una delle montagne sacre di Armorica. La prima cappella cattolica è stata fondata nel 1674, ed è stata consacrata il 29 settembre 1677, giorno di San Michele. Da principio era frequentata soprattutto dai pastori che lavoravano nei dintorni. Con la Révolution, è andata in rovina, ma ha continuato ad essere un luogo di devozione. È stata poi la pietà dei parrocchiani di Brasparts a giustificare la sua ricostruzione, tra il 1820 e il 1821. È stata riaperta la porta occidentale, si è ricollocata la guglia del XVII secolo. La cappella è stata nuovamente restaurata nel 1892, e poi nel 1945. 

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La cappella di Saint-Michel de Brasparts.

Questo edificio modesto in granito locale è frequentato ininterrottamente da secoli. Gli abitanti del posto vengono a implorare san Michele per impetrare il bel tempo durante i periodi di raccolta, oppure la guarigione di malati. All’inizio del XX secolo si vedevano pellegrini fare il giro della cappella, all’interno, a piedi nudi. San Michele è particolarmente venerato a Brasparts. 

I Perdoni 

Per secoli, tutti gli anni si sono svolti dei Perdoni per San Michele, e talvolta si aggiungevano altre due circostanze a maggio e a luglio. Tra il 1915 e il 1918, il Perdono di San Michele di Brasparts conobbe una crescita particolare nella devozione popolare, con un crescente numero di pellegrini che venivano a pregare per la pace e per il ritorno dei soldati. Un Perdono viene ancora celebrato tutti gli anni: l’ultimo ha avuto luogo l’ultimo 22 maggio, una domenica. 

Una cappella sempre aperta 

Certi giorni il vento soffia così forte che si entra soltanto dalla porticina laterale, ma la cappella è sempre aperta: essa accoglie più di 150mila visitatori l’anno, fra escursionisti del GR34 e fedeli di ogni confessione. La cappella Saint Michel de Brasparts ha sempre lottato contro venti e maree, come il suo patrono ha schiacciato il Serpente Antico. 

«Michele, aiutaci nella lotta: ognuno sa quale lotta deve condurre nella propria vita oggi», aveva detto papa Francesco il 29 settembre 2017: «Ciascuno di noi conosce la lotta principale, quella in cui per ciascuno c’è a rischio la salvezza». 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio] 

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