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La paternità è molto più che generare figli

FATHER

Shutterstock-Jacob Lund

Catholic Link - pubblicato il 04/08/22

di Andrés D’Angelo

È vero che possiamo “creare un essere umano”? Salvo che ci dedichiamo all’inseminazione artificiale e poi generiamo noi stessi le condizioni perché un nuovo essere umano prosperi, credo che quello che ci viene presentato in questo video di «The School of Life» sia forse un po’ pretenzioso.

Creare un essere umano?

La meraviglia più importante della paternità non è che possiamo “creare un fegato” – cosa che in realtà non possiamo fare – o “creare un essere umano”, ma il fatto di essere co-creatori.

Ciò vuol dire che insieme a Dio possiamo essere gli iniziatori di una nuova vita. E anche questo “possiamo” dev’essere preso con le pinze, visto che non dipende esclusivamente dalla nostra natura, ma dalla grazia di Dio che ci concede un figlio.

Siamo onesti: non siamo capaci di “creare” noi stessi, nel senso di educarci ed essere uomini e donne di bene, senza l'(enorme)aiuto della grazia. E men che meno possiamo “coniugare le estremità”, come dice il video, di un’altra persona senza l’aiuto di Dio.

Il problema di questo video è che l’asse portante è piuttosto narcisista: “Dovremmo avere dei figli per dare un senso alla nostra vita”. No, errore: dovremmo dare senso alla vita dei nostri figli quando troviamo un senso alla nostra vita, perché nessuno dà quello che non ha.

È una cosa a doppio senso: dando senso alla vita dei nostri figli, troviamo al contempo sempre più senso alla nostra vita.

Reimparare il significato dell’amore

I figli ci insegnano ad amare incondizionatamente qualcuno che non siamo noi stessi.

Anche l’amore matrimoniale evolve e ci cambia – in bene o in male, questo dipenderà da noi –, perché possiamo constatare che l’amore per i nostri figli è distinto da quello per il coniuge.

Quello che credevamo significasse amare nel nostro matrimonio diventa spesso piccolo rispetto all’amore che nutriamo per i figli.

L’amore ci spinge a fare cose che non avremmo mai pensato di poter fare. Come alzarci due, tre, cinque volte a notte per accorrere da un bambino piangente che sembra non capire che la notte è fatta per dormire.

La paternità e la maternità ci cambiano, ci rendono più consapevoli e attenti ai pericoli del mondo in cui viviamo.

I figli ci obbligano a migliorare

A meno che vogliamo trasmettere ai nostri figli una cosmovisione ipocrita, non possiamo fare altro che migliorare. E non ci sono giudici migliori dei nostri figli. Ci richiedono tempo, energia, gioia, amore, pazienza, affetto… e tutte queste richieste non si basano su un do ut des, ma sono (quasi) del tutto disinteressate.

Non possiamo dire ai nostri figli di non mentire e poi, se qualcuno ci chiama al telefono, dire loro: “Dì che non ci sono”. È un messaggio contraddittorio.

I nostri figli ci educano: se una volta benediciamo la tavola prima di iniziare a mangiare, poi chiederanno che sia benedetta ogni volta che ci sediamo. Per allevare figli sani dobbiamo avere una coerenza tra azioni e parole.

Educare è guidare

E per guidare dovremo avere un punto di partenza e un punto di arrivo. In un momento del video, l’autore pone una domanda: “Cosa costituisce una buona vita?”, ed elude la risposta, come se non fosse importante, dando a intendere che il solo fatto di avere dei figli risponda a questa domanda.

Ancora una volta, con sfumature, la risposta è apparentemente corretta, ma in fondo è sbagliata: una buona vita è un buon amore. Noi chiamiamo i nostri figli alla vita mediante un atto concreto d’amore. Li chiamiamo all’amore, e se diamo loro molto amore avranno una buona vita.

Essere padre non significa “creare un essere umano”. Essere padre non vuol dire generare solo biologicamente. Implica il fatto di generare figli per il Cielo. L’amore cerca il bene della persona amata, e quale bene maggiore della felicità e della salvezza eterne? Da qui deriva la mia insistenza: il messaggio del video va bene, ma solo bene. Gli manca uno sguardo soprannaturale che riempie di senso non solo chi è genitore biologico, ma anche chi è molto, moltissimo più di questo: padri spirituali.

Vi lascio qualche domanda che potrà aiutare a valutarci nelle nostre famiglie e nei nostri rapporti: cosa faccio per generare figli per il Cielo? Sono un buon esempio perché chi vede me veda il Cielo? Tengo presente la salvezza dei miei figli nelle mie preghiere e nelle mie azioni? Mi prendo cura di chi mi è stato affidato?

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link.

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