Testimoni oculari delle vessazioni del diavolo contro Padre Pio: i loro racconti di quello che accadeva nelle giornate del frate di Pietrelcina sono da brividi perché hanno potuto sentire e vedere con i loro occhi gli assalti demoniaci e le loro conseguenze. A parlarne è il libro in uscita per edizioni Segno, “In lotta con il cosaccio”, di Marcello Stanzione e Francesco Guarino.
Il primo testimone
Il primo testimone degli attacchi del diavolo è stato proprio padre Pio. All’inizio il giovane frate ha cercato in tutti i modi di nascondere la cosa, in seguito inevitabilmente divenne di dominio pubblico. In verità, i frati che ebbero la fortuna di assistere ad alcuni attacchi da parte del principe del male, non furono tanti.
Don Salvatore Pannullo
Se si esclude padre Agostino da san Marco in Lamis, direttore spirituale di Padre Pio, possiamo contarli sul palmo della mano. A Pietrelcina, il più feroce dei periodi di battaglia, è stato testimoniato dall’arciprete don Salvatore Pannullo.
Padre Nazareno e la detonazione
A Foggia un’altra testimonianza pregevole è di padre Nazareno d’Arpaise, che, all’epoca dei fatti, era superiore del convento di Sant’Anna. Il fatto avvenne mentre tutta la fraternità era a cena.
«S’intese una forte detonazione nella sua stanzetta, ch’era sulla volta del refettorio. Mandai fra Francesco da Torremaggiore (Fg) alla stanza di padre Pio, immaginando che avesse bisogno di qualche cosa e avendo chiamato invano pensai avesse lanciato una sedia in mezzo alla stanza per essere intenso. Il fratello andò su e domandò di che cosa avesse bisogno, ma padre Pio rispose: “Non ho chiamato né ho bisogno di niente”. Assicuratomi che non aveva bisogno di niente, si continuò a cenare. Nelle sere successive la detonazione avveniva egualmente. A refettorio i frati incominciarono a immaginare e a fantasticare...».
Il giovane frate
Un altro testimone oculare fu un giovane “fratino” del convento di San Giovanni Rotondo, nel periodo in cui il giovane frate di Pietrelcina ricopriva il ruolo di direttore del Seminario. Giunto sull’altura del Gargano, padre Pio non viene risparmiato dall’apostata infame.
Lividi e occhio nero
Nel 1917 si occupa della formazione dei giovani seminaristi che regolarmente sentono provenire dalla sua stanza rumori di catene, tonfi, urla, risate parossistiche. Spesso, al risveglio, padre Pio ha un occhio nero, è gonfio di lividi, la sua stanza è interamente sottosopra, i ferri del letto sono piegati e attorcigliati.
“Padre Pio gemeva”
Il giovane padre Emilio da Matrice dormiva nella stanza del padre spirituale e ha potuto testimoniare durante il processo di canonizzazione:
Il drammatico risveglio
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