Le ragazze sono più soggette a stress e depressione causati dal porno
L’università francescana di Steubenville in Ohio ha condotto una ricerca sui propri studenti per sondare la relazione tra l’uso della pornografia e lo stato mentale che ne deriva. Può essere senz’altro considerata una piccola indagine a livello locale, ma è in sintonia con altre ricerche condotte in tutto il mondo.
I risultati, desunti dall’indagine dell’università americana, parlano di una forte incidenza della depressione negli studenti che abitualmente guardano contenuti pornografici. L’incidenza aumenta con la frequenza con cui si accede ai video hard. Un altro dato spicca:
E’ interessante notare che, nel caso delle ragazze, la correlazione tra l’uso della pornografia e i livelli di depressione, così come di ansia e stress, sono più marcati che per i ragazzi.
Da Life Site
In un ambiente culturale differente, in Cina, un altro recente studio sull’impatto del porno tra gli studenti universitari è arrivato a conclusioni non dissimili:
Nel campione esaminato il 99. 98% degli studenti ha usato contenuti pornografici e il 32. 2% ha ammesso di aver sviluppato dipendenza. La presenza di uno stato emotivo negativo negli studenti più grandi era in diretta correlazione con la frequenza di uso del porno, da quanto tempo avevano accesso a quei contenuti e dallo sviluppo di una dipendenza. Le proporzioni riguardo all’insorgere di depressione nei soggetti che hanno cominciato a vedere contenuti pornografici alla scuola elementare, media, superiore e all’università sono rispettivamente i seguenti: 11. 7%,7. 1%,4. 9% and 5. 9%.
Da Cnki.net
Sì, c’è proprio scritto – ahi noi – ‘scuola elementare’.
E’ la depressione che porta al porno o viceversa?
Nonostante il tam tam mediatico ci provi a spingere sull’acceleratore della comunicazione leggera e spensierata sul porno (avete notato quanti blog e podcast si stanno orientando a questi contenuti?), è noto da tempo il danno che subisce il cervello quando si usa e si abusa di contenuti pornografici. Oltre a essere un tema morale, la questione è interamente fisiologica. Questa pagina web contiene una serie approfondita di riferimenti a studi condotti sulla effetti nocivi del porno sulla salute mentale, per chi voglia documentarsi.
Tornando allo studio condotto dall’università francescana di Steubenville (pubblicato su Frontiers in Psichology), un dato, apparentemente banale, mi pare significativo da evidenziare. E può essere riconosciuto come largamente comune a ogni latitudine. Agli studenti che hanno aderito all’indagine è stato chiesto quando e come accedono ai contenuti hard e la risposta prevalente è stata: a fine giornata usando il cellullare.
Niente di più facile, ovvio, e pericoloso. E’ verissimo che a fine giornata, nel momento in cui la stanchezza quotidiana apre una braccia sulla nostra fragilità emotiva, il cellulare è la via di fuga più facile per un intrattenimento che degenera in uno spegnimento della nostra coscienza e volontà, precipitando nel binge watching. Vale per il porno, ma vale anche per chi si pianta davanti ai video dei gattini. Con diversi livelli di gravità sulle conseguenze emotive e cerebrali, ma l’innesco è identico.
Dobbiamo essere consapevoli di come la nostra fragilità venga attaccata con facilità e successo quasi sempre garantito dagli strumenti virtuali. La loro capacità di renderci docili e passivi attraverso l’intrattenimento è potentissima.
Lo studio non ha stabilito con chiarezza le cause dietro la correlazione, cioé se sia l’uso del porno a causare depressione e ansia o se l’avvertire un disagio mentale spinga verso i contenuti pornografici. In ogni caso, le risposte relative agli effetti pratici dell’uso del porno e agli stati emotivi e fisici che precedono l’accesso ai contenuti porno, hanno suggerito ai ricercatori l’ipotesi che la causa sia bidirezionale.
I ricercatori, per esempio, hanno preso atto che più della metà dei ragazzi che usano il porno lo fanno “spesso” o “molto spesso” quando “si sentono giù”. Questo indica che il porno è usato per alleviare le emozioni negative, in modo simile a chi assume droghe per “auto-medicarsi”.
Da Life Site
Quello che cerchi non è dopamina
Non è difficile immaginare che la correllazione tra depressione e pornografia sia bidirezionale. O forse che sia una spirale discendente. Uno stato emotivo di insoddisfazione, tristezza, frustrazione rende più urgente il bisogno di trovare qualcosa che consoli, e ci faccia sentire bene. Il bene ha un volto solo, ma tante maschere. Il porno ha la capacità di procurare un piacere che rilascia dopamina, ed è questa la trappola che innesca una reazione a catena sempre più negativa.
Brittni De La Mora è un’ex porno star che si è convertita al cristianesimo. Attualmente è impegnata a diffondere contenuti di approfondimento sui gravi pericoli della pornografia. Su Instagram ha condiviso un breve video, efficace, sull’inganno che il piacere dato dal porno produce nel cervello.