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Vogliono modificare gli insegnamenti della Chiesa sulla contraccezione? Il Papa interviene

MANO CHE STRINGE CONDOM SU SFONDO ROSSO

Kovtun Dmitriy|Shutterstock

Kathleen Hattrup - pubblicato il 02/08/22

Considerazioni di Papa Francesco sullo sviluppo della dottrina della Chiesa nel suo volo di ritorno dal Canada

In certi circoli cattolici si dice che Papa Francesco cambierà l’insegnamento del documento di Papa Paolo VI sulla contraccezione, Humanae Vitae, documento che compirà 55 anni l’anno prossimo.

Le voci sono collegate soprattutto a un libro che presenta gli interventi di una conferenza di tre giorni patrocinata dalla Pontificia Accademia per la Vita nell’autunno 2021. Il testo, pubblicato il mese scorso, è intitolato Etica teologica della vita: Scrittura, tradizione, sfide, pratiche.

Un erudito gesuita che ha commentato il libro ha detto che potrebbe venir pubblicata un’enciclica papale intitolata Gaudium Vitae (La gioia di vivere).

Sul volo di ritorno dal Canada a Roma, è stato chiesto al Papa se crede che l’insegnamento della Chiesa sulla contraccezione abbia bisogno di uno sviluppo.

Sviluppo dottrinale

Il Papa ha spiegato che “il dogma, la morale, è sempre in una strada di sviluppo, ma sviluppo nello stesso senso”.

Il Pontefice ha quindi citato Vincenzo di Lérins e “una regola che è chiarissima e illuminante” del X secolo, e il suo principio per cui la dottrina è ut annis consolidetur, dilatetur tempore, sublimetur aetate, cioè “si consolida con il tempo, si dilata e si consolida e diventa più ferma ma sempre progredendo”.

In questo contesto, ha detto il Papa, i teologi hanno il dovere di indagare e riflettere. “Non si può fare teologia con un ‘no’ davanti”, ha dichiarato.

È invece il corpo docente della Chiesa, il Magistero, che reindirizza la teologia se si è sviata.

“Poi sarà il Magistero a dire: ‘No, sei andato oltre, torna’. Ma lo sviluppo teologico deve essere aperto, i teologi ci sono per questo. E il Magistero deve aiutare a capire i limiti”.

Quanto al tema degli anticoncezionali, il Papa si è mostrato consapevole delle voci sul libro della Pontificia Accademia per la Vita.

“Sul problema degli anticoncezionali, so che è uscita una pubblicazione, su questo tema e altri temi matrimoniali. Sono gli atti di un congresso e nel congresso ci sono le “ponenze”, poi discutono fra loro e fanno le proposte. Dobbiamo essere chiari: questi che hanno fatto questo congresso hanno fatto il loro dovere, perché hanno cercato di andare avanti nella dottrina, ma in senso ecclesiale, non fuori, come ho detto con quella regola di Vincenzo di Lérins. Poi il Magistero dirà: ‘Sì va bene’ – ‘Non va bene’”.

Il Papa ha detto che questa dinamica e questo criterio si applicano a molti temi, e ha offerto due esempi recenti, quello dell’immagazzinamento di armi atomiche e quello della pena di morte.

“Per essere chiaro: quando il dogma o la morale si sviluppa, sta bene, ma in quella direzione, con le tre regole di Vincenzo di Lérins. Credo che questo sia molto chiaro: una Chiesa che non sviluppa in senso ecclesiale il suo pensiero, è una Chiesa che va indietro”.

Tradizione vs. tradizionalisti

In questo senso, il Papa è tornato su una preoccupazione che ha espresso sui “tradizionalisti”.

“E questo è il problema di oggi, di tanti che si dicono ‘tradizionali’. No, non sono tradizionali, sono ‘indietristi’, vanno indietro, senza radici. Sempre è stato fatto così, nel secolo scorso è stato fatto così. E l’’indietrismo’ è un peccato, perché non va avanti con la Chiesa.

Invece la tradizione – diceva qualcuno, credo che l’ho detto in uno dei discorsi -, la tradizione è la fede viva dei morti. Invece per questi ‘indietristi’ che si dicono tradizionalisti è la fede morta dei viventi.

La tradizione è proprio la radice di ispirazione per andare avanti nella Chiesa. E sempre questo è verticale. L’’indietrismo’ è andare indietro, è sempre chiuso. È importante capire bene il ruolo della tradizione, che è sempre aperta, come le radici dell’albero, e l’albero cresce così… Un musicista aveva una frase molto bella, Gustav Mahler diceva: la tradizione in questo senso è la garanzia del futuro, è la garanzia, non è un pezzo da museo. Se tu concepisci la tradizione chiusa, questa non è la tradizione cristiana. Sempre è il succo delle radici che ti porta avanti, avanti, avanti…

Per questo, per quello che tu dici, bisogna pensare e portare avanti la fede e la morale, e finché va nella direzione delle radici, del succo, va bene. Con queste tre regole di Vincenzo di Lérins che ho menzionato”.

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