Gloria Nalongo, Uganda, ha messo al mondo a metà luglio i suoi nono e decimo figlio. Il marito l'aveva avvertita: se fossero stati ancora gemelli l'avrebbe abbandonata e così ha fatto.
“Io, invece, non ti dimenticherò mai”
Non mi pento di aver dato alla luce tutti questi bambini. So che a loro padre non piacciono. (…) Nonostante le sfide, non abbandonerò mai i miei figli. So che Dio provvederà .
Ho affidato le mie cose al Signore. In questo momento il padrone di casa mi ha detto che non mi vuole più con i bagagli e tanti bambini così. Ho sofferto ma Dio lo sa bene”, ha detto la mamma.
Legi.ng
Il nome della donna è Nalongo Gloria, il suo paese l’Uganda, la casa invece dove ha vissuto fino ad ora con l’uomo e i loro numerosi figli non le appartiene più. O meglio, il padrone di casa cui a stento riusciva a pagare l’affitto l’ha cacciata insieme con tutti i figli, gli ultimi appena neonati. Anche per lui la presenza di così tanti bambini e per giunta gemelli è inaccettabile.
E così la donna si è ritrovata da sola a dover provvedere alla propria famiglia senza casa, senza mezzi, senza il padre dei bambini.
Nel dramma estremo, la fiducia nel Padre
In effetti è lei la sola, tra tutti quelli che reclamano, a trovarsi in una condizione inaccettabile, ed è anche lei la sola, a quel che racconta all’emittente NTV Mwasuze Mutya, a ritenersi tutelata, nonostante le condizioni difficilissime in cui è precipitata, da Qualcuno che provvede.
Si sente figlia, dunque, e come figlia sa che un padre, una madre che non tradiscono la propria natura, non abbandonano mai, in nessun caso.
Con il marito Ssalongo ha concepito e dato alla luce ben cinque coppie di gemelli; due sono già fuori casa, e la madre racconta di non sapere con certezza dove si trovino e come se la stiano cavando, uno invece è deceduto. Sono sette quindi i figli di cui attualmente si prende cura da sola, con quasi nessun mezzo.
Durante il lockdown Gloria, che lavorava a Kampala come domestica, non era in grado di mantenere tutta la sua famiglia e di pagare l’affitto.
All’annuncio della quinta gravidanza l’uomo l’aveva avvertita: se saranno ancora gemelli me ne andrò, non riesco a prendermi cura di te e di dieci figli; è anormale avere 5 coppie di gemelli.
Entrambi sanno che tirare su dieci figli (sette ormai) non è una passeggiata; ma dato che esistono per la madre occorre semplicemente trovare il modo di farcela, per l’uomo no. Difficile e anomalo significa inaccettabile, ha significato (per ora) darsi alla fuga.
Le gravidanze gemellari: in Africa una maggiore incidenza
Sul sito dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù si legge una scheda chiara e sintetica sulle nascite gemellari.
Gemelli sono per definizione persone nate simultaneamente; il parto gemellare è di uno a settanta rispetto alle gravidanze singole.
La popolazione africana ha le percentuali più alte, mentre la frequenza più bassa è quella nella popolazione orientale. Negli ultimi anni la frequenza delle gravidanze gemellari sta aumentando in relazione al maggiore utilizzo di farmaci per stimolare la fertilità e delle tecniche di fecondazione assistita. L’incidenza delle gravidanze mono-ovulari è di circa 1/300 gravidanze, mentre quella dei gemelli bi-ovulari può variare tra <1/100 e 1/500 gravidanze.
Ospedale Bambino Gesù
Più rare invece le gravidanze multiple con più di due bambini dovute a poliovulazione-
Un fattore che ha un’incidenza dimostrata sull’aumento di gravidanze gemellari è l’età delle madri. Un altro elemento che incide è sicuramente è quello genetico: non è raro vedere arrivare gemelli in famiglie che ne hanno già visti nascere nelle generazioni precedenti.
Essere madri, vivere da figlie
Di sicuro vivere la maternità in Uganda è diverso che affrontarla in un paese occidentale evoluto dal punto di vista di sanità e servizi (pur con tutte le pericolosissime derive mortifere che ben conosciamo); cionondimeno, ad assistere al composto grido di aiuto di questa donna e alla dichiarazione della sua totale fiducia in Dio sembra che risuonino in noi in modo irresistibile le parole del profeta:
5Si dimentica forse una donna del suo bambino,
Is 49,8-15
così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?
Anche se costoro si dimenticassero,
io invece non ti dimenticherò mai.
La vita, bene terribile e magnifico
C’è una potenza intrinseca nella vita che precede e fonda la sua lettura religiosa; è come un fuoco che il Creatore ha acceso in ogni creatura. La vita è e resta un bene in ogni caso, anche nelle condizioni più estreme. Ma proprio quel Dio che non solo ha creato ma ci ama con cuore di Padre e viscere materne, ci ha più e più volte rassicurato sulla Sua imperturbabile fedeltà: no, il suo amore non verrà mai meno, la sua mano non ci abbandonerà.
Ma come, questa donna è sola, un figlio è anche morto, che razza di provvidenza è mai questa?
Quella vera, quella che Cristo stesso ha mostrato e vissuto, quella per cui persino la povertà estrema, l’abbandono degli affetti più cari, addirittura la morte fisica non sono faccende definitive e tutte si possono attraversare nel palmo della Sua mano.
