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Casi di abusi in Spagna – Attacco a Giovanni Paolo II? – & altro…

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KAPLICA JANA PAWŁA II NA JASNEJ GÓRZE

fot. Biuro Prasowe @JasnaGóraNews

i.Media per Aleteia - pubblicato il 28/07/22

Ogni giorno, Aleteia offre una selezione di articoli scritti dalla stampa internazionale sulla Chiesa e le questioni principali che preoccupano i cattolici nel mondo. Le opinioni e i punti di vista espressi in questi articoli non sono quelli degli editori.

Giovedì, 28 luglio 2022

1. Chiesa in Spagna: dopo cinque mesi di indagini, identificati tra 1.000 e 2.000 casi di abusi sessuali 

2. Cosa significa l’arresto dell’arcivescovo di Haifa?

3. Un altro attacco a Giovanni Paolo II?

1. Chiesa in Spagna: dopo cinque mesi di indagini, identificati tra 1.000 e 2.000 casi di abusi sessuali 

L’avvocato spagnolo Javier Cremades, incaricato dalla Conferenza Episcopale Spagnola di condurre una verifica sugli abusi sessuali di minori nelle istituzioni della Chiesa cattolica nel Paese, ha spiegato in un’intervista a Europa Press che i primi cinque mesi di indagini, svolte da un team di 28 esperti, hanno portato alla luce tra i 1.000 e i 2.000 casi. Un centinaio di casi direttamente identificati in questa ricerca sono stati aggiunti ai file della Conferenza Episcopale e ai casi riuniti dal quotidiano El País. Ovviamente, si tratta solo di una prima statistica provvisoria. “Siamo di fronte alla punta dell’iceberg. Penso ci sia molto silenzio. Proveniamo da una cultura dell’occultamento e del silenzio, in cui le istituzioni hanno messo l’istituzione stessa davanti all’individuo, e dall’altro lato la gente ha provato un enorme senso di impotenza”, avverte Cremades, che progetta di presentare i risultati della sua indagine nel 2023, ma solo sulla base dei casi documentati, e non con un metodo di estrapolazione globale come fatto dal CIASE in Francia. Cremades spera che altre fasce della società si coinvolgano nella questione per garantire un ambiente sicuro per i minori, e non esclude la possibilità che la Chiesa spagnola venda tutte le sue proprietà per compensare le vittime, com’è stato deciso in altri Paesi, ad esempio di recente in Canada.

Religion Digital, spagnolo

2. Cosa significa l’arresto dell’arcivescovo di Haifa?

La rivista Terre Sainte riferisce l’arresto da parte delle autorità libanesi di Moussa el-Haje, arcivescovo maronita di Haifa e della Terra Santa, durante la sua visita in Libano il 18 luglio. L’arcivescovo aveva con sé 460.000 dollari in contanti, medicine israeliane, il suo cellulare e il passaporto, ed è stato tutto confiscato. La rivista sottolinea la natura senza precedenti dell’arresto, visto che i suoi movimenti sono in genere protetti in modo legale. Il denaro deriva apparentemente da donazioni dei Libanesi rifugiati in Israele, considerati da Hezbollah in Libano “traditori”. I Maroniti sono in aperta opposizione a Hezbollah, e questa sarebbe quindi una delle tante “intimidazioni” del gruppo. Dal 2014, Hezbollah ha impedito, senza grandi risultati, al Patriarca maronita Béchara Boutros Raï di visitare i territori occupati da Israele. L’arcivescovo Mossa el-Haje ha scelto di non presentarsi davanti al giudice il 20 luglio.

Terre Sainte, francese

3. Un altro attacco a Giovanni Paolo II?

Il teologo George Weigel ha diffuso un’accusa contro le direttive del Vaticano sulla difesa della vita sul sito web cattolico statunitense First Things. A suo avviso, la trasformazione sotto il pontificato di Francesco della Pontificia Accademia per la Vita e dell’annesso Istituto Giovanni Paolo II è un attacco diretto all’eredità del Papa polacco. Weigel vede questa azione da parte della Santa Sede come una “vendetta” da parte delle “corporazioni” teologiche emerse negli anni Sessanta del Novecento e che non hanno apprezzato anni di progresso nelle posizioni della Santa Sede su aborto, contraccezione ed eutanasia. La pubblicazione vaticana di un libro intitolato “Etica teologica della vita: Scrittura, tradizione, sfide pratiche” propone ora un “cambio di paradigma” caratterizzato dal “proporzionalismo”, che accetterebbe che alcuni casi siano meno problematici in determinate situazioni. L’Istituto Giovanni Paolo II, dice, è ora “l’ombra di ciò che era” e dell’insegnamento del 264° Pontefice. Le “corporazioni” sono ora alla guida della loro lotta contro quelli che alcuni definiscono “moralità in bianco e nero”, “rigorismo” e “fondamentalismo” di Giovanni Paolo II, conclude.

First Things, inglese  

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