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Ucraina, Francesco: chi può si dia veramente da fare per i negoziati

Pope Francis during his Angelus prayer from a window of The Apostolic Palace

Antoine Mekary | ALETEIA

Vatican News - pubblicato il 17/07/22

Nel dopo Angelus torna l’ennesima richiesta del Papa per la fine della guerra e dei massacri nel Paese est europeo e anche un nuovo appello per una soluzione pacifica in Sri Lanka “rispettando i diritti di tutti”

Cambiano le domeniche, non cambiano purtroppo mai le parole che arrivano dalla finestra aperta su Piazza San Pietro. Anche nell’Angelus che arriva a mezzogiorno di una mattinata di fuoco per la calura, la parte conclusiva è drammaticamente simile a tante altre. La guerra in Ucraina e il più recente ma non meno delicato conflitto interno esploso in Sri Lanka sono due spine che addolorano il Papa.

L’Ucraina, aveva detto Francesco giorni fa, è oggi una terra di martirio. Riprende il concetto parlando della popolazione “colpita ogni giorno da una pioggia di missili”. E la constatazione provoca nel Papa una domanda lacerante.

Come si fa a non capire che la guerra crea solo distruzione e morte, allontanando i popoli, uccidendo la verità e il dialogo? Prego e auspico che tutti gli attori internazionali si diano veramente da fare per riprendere i negoziati, non per alimentare l’insensatezza della guerra.

Sri Lanka, astenersi dalla violenza

Lo Sri Lanka di oggi non patisce piogge di missili ma è terra di code di migliaia di persone in fila per un pacco di zucchero o di riso, per avere medicine o un po’ di carburante. Una Paese con i prezzi alle stelle e il morale a terra, che ha visto il 9 luglio scorso l’esasperazione scatenarsi in una sommossa contro il presidente Rajapaksa, fuggito all’estero. Un quadro di instabilità che ha spinto il Papa a rinnovare vicinanza e preghiera per tutti.

Cari fratelli e sorelle, mi unisco a voi nella preghiera ed esorto tutte le parti a cercare una soluzione pacifica alla presente crisi, a favore, in particolare, dei più poveri, rispettando i diritti di tutti. Mi associo ai capi religiosi nell’implorare tutti di astenersi da ogni forma di violenza e di avviare un processo di dialogo per il bene comune.

L’originale su Vatican News

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