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Cos’è accaduto al velo della Veronica?

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Public Domain

Maria Paola Daud - pubblicato il 17/07/22

Scoprite tre dei misteri che circondano questo personaggio

Il famoso personaggio che appare in una delle stazioni della Via Crucis, più esattamente alla sesta, è pieno di misteri. Parliamo di una donna che si è aperta un varco tra i soldati che scortavano Gesù e ha asciugato dal sudore e dal sangue il volto di Cristo, che è rimasto impresso sul suo velo.

Questo fedele riflesso di Gesù è una “vera icona”. Il nome Veronica significa proprio questo, “vera icona”, e sembra derivare dall’aggettivo latino per “vero” e dal sostantivo greco per “immagine”, a indicare che si tratta della “vera immagine” di Gesù, ritenuta non dipinta da mani umane. E questo, il nome, è uno dei suoi misteri.

Un altro mistero è il fatto che in realtà questa scena della Via Crucis non si trova descritta in nessuno dei quattro Vangeli. Nasce da un’antica tradizione: si dice che un giorno l’imperatore romano Tiberio venne colpito da una grave malattia. Rendendosi conto che nella lontana Palestina c’era un grande guaritore chiamato Gesù, ordinò al suo messaggero Volusiano di andare a cercarlo a Gerusalemme. Volusiano, però, giunse in Palestina quando era ormai troppo tardi, perché Gesù era stato crocifisso.

Il messaggero non voleva tuttavia tornare da Tiberio a mani vuote, temendo la sua ira, e quindi partì alla ricerca dei seguaci di Gesù, per ottenere da loro almeno una reliquia del maestro. Incontrò una donna di nome Veronica, che ammise di aver conosciuto Gesù e gli raccontò una storia prodigiosa.

Volusiano chiese immediatamente a Veronica quel ritratto, e lei acconsentì a portarlo di persona a Tiberio, che non appena si trovò alla presenza del sacro velo guarì immediatamente. Da quel momento, la famosa reliquia rimase a Roma.

E qui arriva il terzo mistero: dove si trova il velo della Veronica?

Seguendo la tradizione menzionata di Volusiano, il velo giunse a Roma all’epoca dell’imperatore Tiberio, come dimostra un’iscrizione che si può ancora leggere sui resti di un forziere di legno conservato nel Pantheon, sul quale si indica che Veronica stessa lo portò dalla Palestina: “In ista capsa fuit portatum Sudarium passionis Domini Nostri Jesu Christi Hierosolymis Tiberio Augusto”, (In questa cassa fu portato da Gerusalemme, per Tiberio Augusto, il Sudario della passione di Nostro Signore Gesù Cristo).

Quando venne costruita la nuova basilica di San Pietro, la reliquia della Veronica fu fatta trasferire da Urbano VIII in una delle quattro cappelle all’interno dei pilastri che sostengono la cupola, in cui si custodiscono le reliquie più preziose.

Sul pilastro si trova una statua che la rappresenta con la questa iscrizione: “Urbano VIII Pontefice Massimo aggiunse una statua di marmo e un altare; edificò e ornò una cappella perché la maestà del luogo custodisse adeguatamente l’immagine del Salvatore impressa nel sudario della Veronica”.

Secondo un’altra leggenda, il velo con il “Santo Volto” si troverebbe a Manoppello (Pescara). Nel 1506 un pellegrino arrivò a Manoppello, portando un pannello con quello che diceva fosse il ritratto del volto di Cristo e lo consegnò al fisico Giacomo Antonio Leonelli, per poi scomparire misteriosamente.

Molti sostengono che il Santo Volto di Manoppello sia l’originale, dopo il risultato di un esame realizzato con uno scanner digitale che conferma che sul tessuto non ci sono segni di colore o pigmento.

Ancora oggi non si è riusciti a scoprire come si sia formata l’immagine su quel finissimo velo, e l’aspetto più curioso è che il volto di Manoppello, a differenza di quello che si trova in Vaticano, coincide per dimensioni con quello della Sacre Sindone.

Se credete che la storia finisca qui rimarrete delusi, perché ci sono anche un terzo e un quarto velo. Si trovano in Spagna, a Jaén e ad Alicante: “Il Santo Volto di Jaén” e “Il Santo Volto di Alicante”.

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