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Altri miracoli per la bimba salvata per intercessione del “cristero” 14enne

MIRACLE

Cortesía

Jesús V. Picón - pubblicato il 14/07/22

Nuovi miracoli di San José Sánchez del Río spiegati dalla madre Paulina, passata da un inferno di violenza a un vero amore matrimoniale

Paulina ha subìto violenza fin da quando era incinta da parte di colui che all’epoca era suo marito. Tutti i momenti di amarezza e sofferenza l’hanno portata alla separazione e ad essere una madre single, rifugiandosi dai suoi genitori, che non l’hanno mai abbandonata.

Paulina non avrebbe mai immaginato che col tempo Dio le avrebbe concesso un marito cattolico che la amasse davvero.

Dopo un lungo processo per dichiarare la nullità del suo primo matrimonio, alla fine ha visto la luce grazie a San José Sánchez del Río, che è stato suo intercessore per far sì che trovasse il vero amore in uno sposo che ha saputo aspettare i progetti di Dio.

Paulina Gálvez è la mamma di Ximena Guadalupe, che ha ricevuto nuovi miracoli per intercessione di San Joselito. Stava infatti perdendo la vista, al punto che i medici avevano previsto per lei la cecità permanente.

Dio, per intercessione del grande martire della guerra cristera, però, è intervenuto ancora una volta a favore sia di Ximena Guadalupe che di sua mamma Paulina, per far sbocciare una famiglia piena d’amore e di comprensione, per creare una vera chiesa domestica in cui ora regnano pace e speranza.Abbiamo parlato con Paulina.

MIRACLE

Di dove sei? Dove sei nata?

Sono Paulina Gálvez Ávila, sono di Zamora, Michoacán (Messico) e ho 35 anni. Ho due figlie e un altro in arrivo.

Com’è stato il tuo primo matrimonio?

Mi sono sposata nel 2007 con una persona di qui, di Sahuayo, ma vivevamo a Los Angeles, in California, e il matrimonio non ha funzionato. C’erano molti problemi, molte discussioni, perché lui era aggressivo.

Quando ero al quarto mese della gravidanza di Ximena Guadalupe, la mia prima figlia, i medici mi hanno detto che aveva la sindrome di Down e mi hanno suggerito di abortire.

Il padre di Ximena ha deciso di mandarmi a Sahuayo perché diceva che non poteva sostenere le spese, e ha parlato con i miei genitori.

Ximena è nata, e dopo un mese sono tornata a Sahuayo a vivere con i miei genitori, che mi hanno accolta a braccia aperte.

Il fidanzamento è stato molto breve, e il matrimonio è durato due anni. Con i miei genitori, fortunatamente, a me e a mia figlia non è mai mancato nulla.

Superare un matrimonio così difficile è stato un miracolo di San José Sánchez del Río?

Sì, perché c’è stata molta violenza. Quando è nata mia figlia ci sono state tante complicazioni: un infarto cerebrale, epilessia, le hanno tagliato mezzo polmone.

Quando hanno eseguito gli esami, mi hanno detto che Ximena era in stato di morte cerebrale, che dovevo prepararmi a tutto.

Non credevo ai medici. Chiedevo loro se non sapevano quanto fosse grande Dio, ma insistevano sul fatto che mia figlia stava male.

Ti sei mai chiesta o hai mai saputo perché il tuo primo marito fosse così aggressivo e violento?

Credo che fosse bipolare e molto volubile. Sua madre influiva molto su di lui.

Aveva dei comportamenti esagerati?

Quando mia figlia era malata mi ha dato uno schiaffo sulla schiena perché gli ho detto che il cibo era freddo.

Io ho iniziato a piangere, mia madre è entrata in stanza e le ho detto di abbracciare la bambina, ma non ho avuto il coraggio di raccontarle quello che era successo.

In che momento ti sei resa conto che avevi commesso un errore a sposarlo?

Fin dalla gravidanza, quando lui ha iniziato a cambiare atteggiamento e a diventare molto volubile. E allora mi sono resa conto di quanto non lo conoscessi.

Quando è iniziato tutto il processo di Ximena hai assunto la cosa come madre single?

Sì. Lui è venuto quando era malata ma non è mai voluto entrare a vederla in terapia intensiva, perché i medici gli dicevano che era già morta.

E allora io sono sempre entrata da sola e ho giurato a mia figlia che qualunque cosa fosse accaduta sarei rimasta al suo fianco.

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Poi è avvenuto il miracolo con mia figlia in ospedale e lui si è fatto una vita negli Stati Uniti, ma io mi sentivo forte perché avevo tutto il sostegno dei miei genitori, che mi hanno sostenuta in tutti i sensi.

Quando è iniziato il tuo processo di separazione?

Quando Ximena ha compiuto due anni ho divorziato perché lui me l’ha chiesto. Stava già con un’altra, Dio sia benedetto, e dopo un anno ho iniziato a frequentare un’altra persona anch’io.

All’inizio non volevo rifarmi una vita, ma i miei genitori insistevano e ho dato un’opportunità a quello che oggi è mio marito.

Quando eravamo fidanzati mi ha esortato a prendere in considerazione la questione della nullità, e allora sono andata a parlare con un grande sostegno che ho, uno zio sacerdote, e abbiamo iniziato l’iter.

Il processo è durato sei anni, ma ne è valsa la pena perché ho conosciuto un uomo meraviglioso.

In quale momento hai chiesto l’intercessione di San José Sánchez del Río in questa nuova tappa della tua vita?

Dicevo a Joselito: “Se vuoi che mi faccia una vita come si deve, che sia un matrimonio esemplare, con figli a te vicini, aiutami. Sei stato un intercessore per mia figlia ed è più tua che mia, ti chiedo solo che si compia la tua volontà, di insegnarmi a rispettare e a compiere la tua volontà”.

Beto, mio marito attuale, si è coinvolto nella causa di Joselito, e insieme ai miei genitori e a Ximena mi accompagnava ovunque.

Come avete vissuto il fidanzamento?

Mio marito è sempre stato molto vicino a Dio, devoto a José. Abbiamo iniziato ad andare a Messa, ai rosari.

Nel fidanzamento non abbiamo avuto rapporti, non ha mai ecceduto e fin dall’inizio si è assunto la responsabilità di mia figlia Ximena, che si è molto affezionata a lui. La considera come se fosse sua figlia.

Cos’ha significato per voi l’arrivo dei documenti della nullità?

È stata un’esperienza meravigliosa, perché non speravo che arrivassero, essendo ormai passati sei anni.

Un giorno siamo andati a parlare con i sacerdoti che ci stavano sostenendo e ci hanno detto di non aspettare più, di sposarci civilmente mentre attendevamo l’arrivo della nullità.

A un certo punto il sacerdote ha fatto una telefonata per sapere cosa fosse successo e gli hanno detto che i documenti erano da tempo lì a Sahuayo, che dovevamo andare a prenderli.

Eravamo felici, e il sacerdote mi ha detto: “Non ci sarà la Prima Comunione di tua figlia, ci saranno un matrimonio e la Prima Comunione. Ora sì che farai le cose per bene, perché Lui ti ha dato tutti i mezzi”.

Quei sei anni di attesa sono serviti a purificarti?

Sì. Abbiamo un carattere simile e preferiamo rimanere a casa anziché andare alle feste, e allora ci vedevamo di tanto in tanto, andavamo a Messa, a cena, e se c’era la possibilità parlavamo un po’, altrimenti no, ciascuno tornava a casa sua.

Viaggiavamo sempre con Ximena ovunque andassimo. Volevamo essere sempre al servizio di Dio.

Lui cosa ti diceva?

Mio marito mi diceva: “Ti amo tanto e ho aspettato molto tempo prima di sposarmi, ti rispetto perché ho saputo scegliere la donna migliore e ti voglio come madre dei miei figli. Arriveremo casti al matrimonio”.

MIRACLE

Lui ha dieci anni più di me, non è mai stato sposato, si è dedicato a prendersi cura dei genitori e dei nonni, e ha fatto lo stesso con mio padre, lo ha curato nella sua malattia.

Mio padre, prima di morire, ha detto che moriva in pace perché gli era arrivato un altro figlio, che se ne andava tranquillo perché sapeva che ero in buone mani. Ci sono momenti che non si dimenticano, e io non so come ripagarlo per tanto amore.

Cosa significa passare dall’inferno al cielo, dai colpi e dalla violenza a provare l’amore e l’affetto di un uomo?

È forte perché mi sono sposata pensando che sarebbe durato per tutta la vita, nella buona e nella cattiva sorte.

Il grande errore è stato pensare che fosse tutto rose e fiori, ma molte cose mi hanno portato a vedere la realtà.

Ho pagato le conseguenze, ma Dio è così grande e misericordioso che non sbaglia.

Conosce i Suoi tempi e i Suoi momenti, ed è arrivato un uomo meraviglioso che anche se Ximena non è sua figlia è con lei nei momenti positivi e in quelli negativi.

Ximena è nervosa e paurosa, ma lui è arrivato per renderla forte, la sua autostima è aumentata, ha iniziato a parlarle e a sostenerla; fa di tutto per Ximena.

Dio ci ricompensa sempre nel modo migliore, e non immaginate quali grandi benedizioni arriveranno nella vostra vita.

Cosa dice alle madri single che a volte sono disperate e non aspettano abbastanza per scegliere l’uomo giusto?

Di non cercare di conquistare la prima persona che capita, che tutto arriva a suo tempo, al momento giusto; che i bravi uomini esistono.

E soprattutto, che bisogna affidare il cuore a Dio, dedicarsi a Lui, ed Egli si incaricherà di donarci l’uomo giusto, che sarà fonte di benedizione e sostegno. Dio vuole santificare entrambi.

E a quelle che subiscono violenza?

Di non permettere che arrivi un uomo di cui hanno paura, perché è la cosa peggiore che possa accadere.

Bisogna provare per il proprio marito amore, gratitudine, sostegno. Non bisogna lasciarsi andare, si devono mettere dei limiti, perché Dio non ci abbandona, e ci vuole vedere felici.

Com’è stato il giorno delle nozze?

All’inizio dovevamo sposarci nel 2016, ma mio padre si è ammalato, ci siamo dedicati a curarlo ed è stata un’esperienza molto forte. È morto il 24 ottobre 2019, e ci siamo sposati il 15 dicembre dello stesso anno.

Le nozze sono state un momento meraviglioso, molto toccante, una delle esperienze più belle della mia vita. Ximena ha fatto la Prima Comunione, è stato splendido.

Cos’avevi nel cuore quel giorno?

Gioia, gratitudine nei confronti di Dio, di nostra Madre, del mio Joselito, vedendo quell’uomo al mio fianco in un momento che entrambi avevamo chiesto a Dio Nostro Signore. Eravamo una persona sola.

Come riassumeresti questi anni di matrimonio?

È quanto di più bello mi sia capitato nella vita, anche per il fatto di vedere come si amano le mie figlie. Ximena fa tutto a sua sorella, le fa il bagnetto, la cambia…

Ora aspettiamo una nuova creatura: se sarà un maschio si chiamerà José, se femmina Regina María, come la mamma di Papa Francesco.  

C’è stato un altro miracolo con Ximena Guadalupe?

Dopo la Prima Comunione l’ho portata a Guadalajara perché rivedessero la gradazione della vista e considerassero la possibilità di un intervento perché non dovesse più usare gli occhiali.

La dottoressa mi ha dato la diagnosi e mi ha detto che non avrebbero potuto operarla perché Ximena sarebbe diventata cieca, e la cosa migliore era che la abituassimo al metodo Braille perché diventasse indipendente. E che la cosa migliore sarebbe stata ritirarla da scuola perché non sforzasse la vista.

In quel momento mi è caduto un secchio di acqua gelata addosso. Sono uscita dalla visita sentendomi malissimo, e insieme a mio marito non smettevo di piangere.

Ximena ha preso le cose in modo molto tranquillo. Mi ha detto “Mamma, va tutto bene, io vedo bene”. L’ho iscritta a delle lezioni perché iniziasse a imparare il metodo Braille.

La cosa peggiore era che mia figlia non riusciva a scrivere, non riusciva a vedere, a leggere, e ho iniziato a passare il momento più angoscioso della mia vita. Lo ammetto, ho rinnegato.

Ho detto a Joselito che non avrei più offerto la mia testimonianza, perché cosa potevo dire alla gente se mia figlia non vedeva? Gli ho detto “Tu ami la tua bambina, e allora com’è possibile che la faccia diventare cieca?”

Alla fine ho capito e ho parlato con Dio e con nostra Madre dicendo: “Siamo qui per fare la Tua volontà. Aiutami con mia figlia, e dammi la forza e la saggezza per andare avanti”.

Quattro o cinque mesi fa sono andata di nuovo a Guadalajara e l’ho portata da un’altra dottoressa, che ha operato una mia nipote.

La verità è che non volevo andare perché non avevo più forze e sono molto paurosa. Ho consegnato i risultati alla dottoressa e mi ha detto che il problema era molto serio.

Hanno iniziato a mettere le lettere sullo schermo e Ximena ha cominciato a vederle. La dottoressa allora mi ha guardata, io non ho detto niente e mi sono messa a piangere come una pazza.

La dottoressa mi ha detto: “Non so cosa stia accadendo, faremo altri approfondimenti, ma opererò sua figlia a 16 anni perché recuperi la vista”.

Piangendo le ho detto che mia figlia Ximena era la bambina del miracolo di José Sánchez del Río, e che quello che stava accadendo era un altro miracolo di José.

La prima cosa che miè venuta in mente è stata di togliere a mia figlia la medaglia, perché portiamo sempre una medaglietta di Joselito con una reliquia, per darla alla dottoressa, e ho detto:

“Lei sarà un angelo perché mia figlia stia bene e recuperi la vista”. La dottoressa ha iniziato a piangere molto commossa.

E allora, se Dio vuole, verrà operata a 16 anni perché recuperi la vista. Ora ne ha 14.    

Cinque mesi fa, facendo il bagno a Ivana María, che è molto inquieta, Ximena stava pregando chiedendo un fratellino e io le ho detto: “Non chiedere ora fratelli”. E un mese dopo ero incinta.

Non bisogna mai dimenticare Dio, si deve mettere sempre al primo posto. Stando con Lui non ci mancherà niente, perché i Suoi tempi sono perfetti e meravigliosi, e bisogna lasciare tutto nelle Sue mani. Senza di Lui non siamo niente.

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