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San Josemaria Escrivà aggredito in strada: lo salvò il suo angelo custode?

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Oficina de información del Opus Dei UMB-O/Shutterstock

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 08/07/22

Aveva un legame talmente forte con gli spiriti celesti, che fondò l’Opus Dei nel giorno della festa degli angeli custodi

Gli angeli custodi esistono e San Josemaria Escrivà, il santo fondatore dell’Opus Dei, ne sa qualcosa! Nel libro “Padre Arturo D’Onofrio devoto degli angeli” (edizioni LER), Don Marcello Stanzione riporta alcuni episodi che hanno visto protagonisti, insieme, San Josemaria e gli spiriti celesti. Sono inequivocabili prove della loro presenza nella vita dell’autorevole santo spagnolo.  

Il 2 ottobre 1928

San Josemaria Escrivà de Balaguer (Barbastro, Spagna, 9 gennaio 1902 – Roma, 26 giugno 1975) sostiene nei suoi scritti di aver fondato l’Opus Dei con la “benedizione” degli angeli. 

«Il 2 ottobre 1928, festa dei santi angeli custodi – ricordò una volta mons. Escrivà – il Signore volle che venisse alla luce l’Opus Dei, una mobilitazione di cristiani disposti a sacrificarsi con gioia per gli altri, a rendere divini tutti i cammini umani della terra, santificando ogni lavoro retto, ogni lavoro onesto, ogni occupazione terrena». 

JOSEMARIA
Escrivà.

“Asinello, asinello”

San Josemaria Escrivà aveva una fede enorme nel suo Angelo Custode, che gli ha reso immensi servizi, tra cui quello di salvargli la vita. Josémaria vi ha visto una manifestazione della divina Provvidenza.

Lui stesso, trovandosi in strada, è aggredito da uno sconosciuto, in pieno giorno, alle tre del pomeriggio. Preso alla gola, egli è liberato da un ragazzo, altrettanto sconosciuto, che gli mormora in un orecchio “asinello, asinello”. Solo Dio ed il suo confessore conoscono questo modo che egli aveva di designare se stesso nella sua preghiera. Il fondatore attribuì questo attacco ad un’azione diabolica, e la difesa al suo Angelo Custode.

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Lasciava passare prima l’angelo custode

Stanzione, nel libro “Padre D’Onofrio devoto degli angeli”, riporta anche un altro episodio della vita di Escrivà. Quando entrava in una stanza, il fondatore dell’Opus Dei si spostava in modo impercettibile per lasciar passare dapprima il suo Angelo Custode, e salutava sempre anche l’Angelo Custode delle persone che incontrava. Ricevendo un giorno un vescovo suo amico, accompagnato dal suo segretario, gli chiese: “Indovinate chi ho salutato per primo”. L’arcivescovo rispose: “Me”. “No. Ho salutato dapprima il personaggio”. “Ma, riprese il prelato, tra il mio segretario ed io, il personaggio sono io”. San Josemaria rispose: “No, il personaggio è il vostro Angelo Custode”.

“Il mio piccolo orologiaio”

Trovandosi in una estrema povertà, e non avendo i mezzi per far riparare il suo orologio, Josemaria si affidò al suo Angelo custode per risvegliarlo all’ora. Egli si è sempre mostrato puntuale, ed era come se giungesse a toccare Josémaria sul fianco. Questi lo chiamava di colpo “il mio piccolo orologiaio”.

La consacrazione dei martedì 

San Josemaria Escriva aveva l’abitudine di consacrare il martedì a pregare il suo Angelo Custode, e tutti gli altri Angeli Custodi. Ai membri dell’Opus Dei diceva: «Tutti noi abbiamo bisogno di una compagnia: la compagnia del cielo e quella della terra. Onorate i santi angeli! La memoria degli angeli custodi è anche una festa dell’umiltà, perché in un’amorosa umiltà queste potenze celesti compiono la volontà di Dio e soltanto un’umiltà “infantile” cioè davvero semplice permette agli uomini di affidarsi ad essi». 

Escrivà morirà a Roma il 26 giugno 1975, papa Giovanni Paolo II lo dichiara beato e lo canonizza il 6 ottobre 2002.

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