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Antonio Fantin: dalla sedia a rotelle a numero uno del nuoto mondiale

campione nuoto paralimpico

Antonio Fantin | Facebook

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 07/07/22

Sport, fede, coraggio hanno trasformato la vita del giovanissimo campione italiano di nuoto paralimpico, molto devoto alla Madonna di Lourdes e a Medjugorje

Dalla sedia a rotelle al tetto del nuoto mondiale: è la storia a lieto fine del giovanissimo Antonio Fantin, raccontata in “Punto. A Capo. – Dalla malattia all’oro paralimpico” (Piemme).

Il nuovo record del mondo

Antonio Fantin, originario di Bibione (Venezia), classe 2001 è un campione di nuoto paralimpico. Oro nei 100 metri stile libero ai Giochi di Tokyo2020. Nelle scorse settimane, ai campionati mondiali di Madeira (Portogallo) ha abbassato il record del mondo di stile libero per la sua categoria a 1’03″65. E’ pluricampione mondiale ed europeo. 

La malformazione 

Ad Antonio, a tre anni e mezzo, è diagnosticata una rarissima malformazione artero-venosa. È necessaria un’operazione molto rischiosa, ma con il supporto di una famiglia che prega e lotta con lui riesce a superarla. Quando inizia a nuotare, come forma di riabilitazione postoperatoria, in molti saltano subito alla conclusione che «non è fatto per l’acqua», vedendolo immergersi titubante nella piscina gelata. 

Una storia di rinascita

Sedici anni più tardi quel bambino, diventato uomo, vincerà l’oro alle Paralimpiadi di Tokyo2020, dopo aver collezionato record e medaglie a tutti i livelli. Nel libro “Punto. A Capo“, Antonio Fantin racconta la sua storia di rinascita, la storia di un bambino che ha saputo trasformare la disabilità in un sogno, fino a realizzarlo. 

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Allenatori e fede

Una storia di allenamenti e sacrifici, di ortopedici e fisioterapisti, carrozzine e tutori, allenatori e amici insostituibili, ma anche di fede, perché grazie alla fiducia nella provvidenza e all’amore per gli altri le difficoltà possono diventare opportunità.

Un posto di riguardo nel cuore di Antonio spetta a nonno Rino. Il giorno in cui il nipote fu operato, suonò all’impazzata il campanello della canonica chiedendo al parroco, don Andrea Vena, di pregare assieme. «Nonno era devoto alla Madonna, che lui chiamava affettuosamente “la Comare”. Questa devozione me l’ha trasmessa. La Madonna non mi lascia mai solo, mi prende in braccio e mi sostiene. Sono andato a “trovarla” a Lourdes e a Medjugorje dove, sulle spalle di papà, sono salito fino alla collina Podbrdo. Ma non fui io a raggiungerla sulla collina, fu Lei a raggiungermi nel mio cuore» (Famiglia Cristiana, 20 ottobre 2022).

La dedica

Antonio Fantin, a nuoto.com, dice che il libro “Punto e a capo”, «è dedicato ai piccoli e grandi sognatori, che continuano a inseguire i loro obiettivi senza curarsi di tutti gli ostacoli che la vita gli pone davanti. Da un sognatore nasce sempre un vincitore, di questo sono profondamente convinto».

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