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Vuoi essere vero testimone del Vangelo? Ama gratuitamente

BAMBINO BERE FONTANTA

JelenaBekvalac|Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 06/07/22

Il segno inconfondibile che siamo portatori del Vangelo è la gratuità, come obbedienza al comando di Cristo stesso: "Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date".

Vangelo di Giovedì 7 Luglio

E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate
i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente
date. Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né
bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l’operaio ha diritto al
suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e
lì rimanete fino alla vostra partenza.  Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se
quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà
degna, la vostra pace ritorni a voi.  Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà
ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai
vostri piedi.  In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà
una sorte più sopportabile di quella città.

(Matteo 10,7-15)

“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. La gratuità è la forma di testimonianza più alta del Vangelo. È qui che crolla o rimane in piedi anche la nostra credibilità di credenti e di Chiesa.

Gratuito significa non cercare mai il contraccambio all’azione dell’amore, della vicinanza, della speranza. Gratuità è non agire mai per interesse, fosse anche solo quella del proselitismo. Gratuità è l’alfabeto delle persone libere che non si sentono forti mai delle cose ma solo del Signore che è dalla loro parte. È non confidare nei mezzi materiali ma solo in Colui che dà la forza:

“Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l’operaio ha diritto al suo nutrimento”.

Se questa gratuità a fondo perduto porterà o meno frutto non è compito nostro preoccuparcene. Il Signore ci chiede semplicemente di agire in questo modo come testimonianza del Suo stesso amore che agisce in questo modo.

Chi sprecherà questo amore gratuito sarà egli stesso infinitamente responsabile del suo rifiuto. Infatti per amare ci vogliono due libertà: una che dona e una che accoglie.

Dio è impegnato nell’amore che dona e ci chiede di essere a Sua immagine lì dove siamo. Amare così i nostri figli, fratelli, sorelle, amici, colleghi, gente che incrociamo anche solo una volta nella vita.

Cosa queste persone poi ne faranno di questo amore non riguarda più le nostre possibilità ma solo la loro libertà.

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