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La gloria di Dio in una bibita all’arancia

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Michael Rennier - pubblicato il 05/07/22

L'aspetto miracoloso non è limitato alle attività ecclesiastiche o ai ritiri spirituali. È ovunque

Il mio ricordo più bello legato al fatto di giocare a baseball è la bevanda all’arancia dopo l’incontro.

La partita in sé, ovviamente, aveva il suo fascino. Mi piacevano l’attesa e il gioco, e aspettavo con ansia che arrivasse il mio turno.

Finalmente era il momento di mettermi il casco e di entrare in azione. Mi piaceva giocare su un vero campo di terra con basi reali, come i miei giocatori preferiti. Una volta sono arrivato a fare un tiro indimenticabile. Ho guardato gli spalti per essere certo che mia nonna mi avesse visto.

Più di tutto, però, adoravo la bevanda all’arancia del dopo-partita. Quelle calde sere d’estate a giocare sono impresse nella mia memoria, un’esperienza da questa parte del Cielo.

Per un bambino, ogni esperienza è grandiosa e piena di freschezza, tutti i giorni sono magici, un’opportunità di vagare nel bosco e buttarsi nel torrente, organizzare un gioco per strada o andare all’edicola con la propria paghetta.

Sembra esserci una linea nebulosa a stabilire dove termina l’infanzia e inizia l’età adulta. Ha a che vedere con il modo in cui guardiamo le nostre esperienze quotidiane.

Miracoloso

G.K. Chesterton lo sottolinea nella sua autobiografia, ricordando la propria infanzia così: “Non era solo un mondo pieno di miracoli; era un mondo miracoloso”. È una distinzione sottile ma importante.

Gli adulti cattolici, per definizione, credono nei miracoli. Crediamo, ad esempio, nella Resurrezione di Nostro Signore e nei sette sacramenti. Questa visione del mondo ci porta, come dice Chesterton, a vedere il mondo come un luogo in cui i miracoli possono verificarsi e si verificano. Per un bambino, però, la vita non è solo piena di miracoli. La vita è un miracolo. La bevanda all’arancia è un miracolo. La giostra è un miracolo.

Comprendo che la distinzione adulta tra l’ordinario e lo straordinario sia necessaria, ma penso davvero che i bambini abbiano un buon punto di vista.

Tra pochi giorni sarà la festa di Sant’Ireneo, che dice: “La gloria di Dio è l’uomo pienamente vivo”. Ponderare questa affermazione mi porta a considerare cosa significhi vivere una vita piena, una vita in cui io possa realizzare il mio potenziale e attraverso la quale la gloria di Dio brilli non solo nei momenti straordinari, ma anche in quelli ordinari. È come l’atteggiamento dell’infanzia, che unifica tutte le nostre esperienze sotto la categoria di miracolo.

Il sole nasce ogni giorno, ed è straordinario. Tutte le mattine celebro la Messa. Come sacerdote cattolico, credo fermamente che sia un miracolo. Pensateci, tutti i giorni che iniziano con un miracolo! Dopo la Messa posso avere una riunione o del lavoro d’ufficio, magari e-mail che richiedono una risposta. Riesco ad affrontare tutto questo sapendo che la sera avremo un’ora santa, un altro miracolo che ci aspetta alla fine della giornata.

Tempo

Anche il tempo è toccato dal miracolo. Pieno fino all’orlo del fuoco creativo, della poesia e della gloria di Dio.

Spetta a noi riconoscere la gloria che abbiamo intorno, sotto i nostri piedi, sulla nostra testa, nei volti che passano nei corridoi del supermercato. Credere in Dio non è preoccuparsi di passare di miracolo in miracolo, aspettando disperatamente il giorno in cui potremo essere finalmente liberati dal nostro corpo mortale per fuggire in Cielo.

L’aspetto miracoloso non è limitato alle attività ecclesiastiche o ai ritiri spirituali occasionali. Tutta la vita è sacra. Le nostre azioni hanno un senso – paternità, amicizia, scritti, fare bene il proprio lavoro… Dio brilla attraverso tutto questo.

In un altro punto della sua autobiografia, Chesterton dice di credere che il Cielo sarà pieno di campi di denti di leone. Quelle che consideriamo erbe dannose da sradicare hanno di fatto la propria bellezza e un valore speciale. I denti di leone sono un miracolo.

Ancora una volta, ricordo quando ero bambino. Ero ossessonato dai denti di leone. Li trattavo come tesori. Pensavo che i loro fiori gialli fossero bellissimi, degni di essere regalati a mia madre, e che i loro semi meritassero di fluttuare al vento come polvere di fata. Un seme di dente di leone è un pezzetto di magia che crea nuova vita in qualsiasi pezzo di sporco in cui atterrare.

Forse più tardi berrò una bibita all’arancia e soffierò su un dente di leone. Qualsiasi cosa facciate, fatela con Dio. Vivete al massimo – è tutto per la Sua gloria.

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