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Gesù è per me tanto importante quanto penso?

JEZUS; CIERNIOWA KORONA

Pascal Deloche / Godong

padre Carlos Padilla - pubblicato il 05/07/22

Cristo vuole sapere chi è per me e cosa significa nella mia vita, che ruolo gioca in tutte le mie decisioni e che posto occupa nella mia anima

Gesù ha bisogno che Gli risponda sinceramente. Vuole sapere cosa c’è nella mia anima, gli importa. Chiede prima agli altri “La gente chi dice che io sia?”, ma poi va al punto più importante, quello che Gli preme davvero: “E voi, chi dite che io sia?”

Chi è Dio per me? Che posto occupa nella mia anima? Quando le cose non quadrano dentro di me, do facilmente al colpa al Demonio.

Qualcuno avrà la colpa, e mi esimerà da ogni preoccupazione. Non sto male, è il demonio che mi fa stare male. E gli altri stanno male con me perché il demonio li tenta.

Mi costa assumere la mia responsabilità in tutto quello che mi accade. Come se ci fosse una mano nera che rovina la perfezione delle mie azioni.

Per questo Gesù vuole sapere chi è per me e cosa significa nella mia vita. Che ruolo gioca in tutte le mie decisioni e che posto occupa nella mia anima.

Sincerità

Vuole sapere cosa provo e penso guardando il Suo volto. Vuole la verità, non menzogne addolcite, camuffate.

Vuole che io sia sincero, che guardi la mia anima con una certa distanza. Nessuno ha la colpa. Neanche io.

Semplicemente, le cose non sono perfette, il mondo è imperfetto e anch’io, anche se mi fa male.

Vorrei essere in grado di fare tutto bene. Vedo tanto dolore nella mia anima, e allo stesso tempo tanta vita. E sento che sto facendo bene qualcosa. Anche se ci sono cose fatte male.

Non ho protetto il mio cuore e si è spezzato

Guardo il mio cuore con umiltà. È spezzato, lo hanno spezzato, l’ho spezzato io stesso con le mie pretese e le mie aspettative.

Ho permesso che si rompesse senza impedirlo. Nessuno lo ha protetto. È rimasto indifeso di fronte alle aggressioni, e ora mi fa male.

E facendomi male scoppio di rabbia senza essere giustificato. Lancio attacchi contro i miei nemici. Contro chi sembra odiarmi. E do la colpa al demonio quando le coste vanno male.

Diffondo oscurità

Semino guerre, ma mi giustifico e dico che sono stati altri a iniziarle, non io. Io sono innocente. Sono ferito, è per questo che tutti mi vogliono male.

Il mio sguardo si offusca, perdo la vista, non distinguo le cose giuste da quelle ingiuste. Vedo l’aggressività negli altri e la loro scarsa obiettività, ma in me non vedo niente di sbagliato.

Forse non ho un posto per Dio nella mia anima. Credo di sì, ma sono idee, sogni romantici, immagini distorte che mi si attaccano alla pelle.

Sono malato e non me ne rendo conto. Il mondo è ingiusto con me. Io difendo solo la giustizia e i deboli. Gli altri stanno male e abusano del loro potere. Io sto bene e sono una vittima.

Chi è Gesù per me?

E Gesù me lo chiede: Chi sono io per te? E io taccio perché non ho trovato il posto importante che occupa.

Mi sono riempito di stress, sono caduto in depressione volendo fare tutto in modo perfetto perché sia contento di me.

Ma poi ho sofferto per il Suo oblio, o è quello che mi sembra quando le mie forze vengono meno. E allora opto per tagliare con tutto, per porre fine alle mie responsabilità.

Ho sofferto tanto che gli altri dovranno andare avanti senza il mio aiuto, senza le mie mani a sostenerli.

Mi sono stancato di sostenere, di soffrire. Non sono l’eroe di nessuno. Non salverò nessuno. Potrò salvare me stesso? Neanche.

Non sono Dio

Ma continuo a volerlo fare. Perché mi hanno detto che ho una missione immensa a cui assolvere. Salvare il mondo o cambiarlo.

Come se fossi Dio. Come se tutto dipendesse dal mio sforzo ben regolato con saggezza. E guardo quel Gesù che mi chiede con insistenza: Cosa significo nella tua vita?

E Gli rispondo “Tutto”, perché stia tranquillo. Perché non insista. Perché non cerchi prove.

Il mio sguardo mi tradisce

Perché so che i miei gesti e il tono della mia voce parlano più di me del significato delle mie parole.

Parlo con gli occhi, con i gesti del mio corpo. Dico di amarlo molto mentre fuggo lontano da Lui.

Gli dico che è la cosa più importante quando metto tutto il resto al primo posto. Dedico la maggior parte del mio tempo ad altre cose, non a Lui.

Credo che sia il mio pastore, mio padre, mio fratello, il mio pescatore, il mio giardiniere, il mio navigatore, il mio sogno. Ma poi faccio di tutto quello che posseggo il motivo della mia gioia e dei miei desideri. E dimentico quel Gesù, che smette di stare al primo posto.

Parlo e mento. Penso e non sento. Separo le idee dal cuore.

Cosa c’è al centro della mia vita?

Vorrei rispondere a questa domanda. Che posto occupa Dio nella mia vita? Come prendo le decisioni nel mio cammino, anche quelle più piccole?

Non so rapportarmi molto bene alle tensioni che mi turbano in mezzo alla vita. Il Suo sguardo mi sorprende sempre.

Vorrei dare tutto ma do molto poco, quasi niente. Gli altri sono responsabili della mia pigrizia, delle mie omissioni, della mia povertà.

Sono gli altri che stanno male. E io faccio tutto bene. La mia vita è feconda. E dimentico quel Gesù che è venuto nel mio cuore per riempirlo di speranza.

Se Gli lasciassi un posto centrale nella mia anima, Egli si incaricherebbe di darmi pace, di mettere a posto le cose. Non è così semplice.

In questo periodo, voglio mettere Gesù nella mia anima nel posto migliore. I tempi migliori saranno quelli trascorsi con Lui.

Tutto sarà unito alla Sua persona. Le Sue parole risveglieranno un’eco molto profonda, e lascerò che la Sua voce penetri il mio essere ogni mattina.

Lo guardo commosso al tramonto mentre mi chiede con pudore se Lo amo con tutta l’anima. Ha bisogno della mia risposta. Vuole che resti al Suo fianco, che non Lo abbandoni mai.

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