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Takashi e Midori Nagai: due sposi cristiani sono più forti dell’atomica

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© https://www.amicinagai.com/

Paola Belletti - pubblicato il 01/07/22

Dal sussidio del Dicastero dei Laici, Famiglia e Vita, La santità
nelle famiglie del mondo, una delle otto storie di sposi che ci aiutano a respirare "aria di santità". Perché la santità è la nostra comune vocazione.

Struttura e finalità dell’opera

La santità nelle famiglie del mondo, pubblicata dalla Libreria Editrice Vaticana, è un sussidio che il Dicastero dei Laici, la Famiglia e la Vita, mette a disposizione per fidanzati, sposi, comunità ecclesiali. Da questa agile opera abbiamo deciso di scegliere e presentarvi alcuni ritratti vivi di coppie e famiglie che hanno permesso che accadesse ciò che tutti siamo chiamati a vivere: partecipare e comunicare l’amore trinitario nella vocazione matrimoniale.

Come anomali travel blogger abbiamo deciso di presentarvi questi sentieri già battuti da altri ma che ognuno di noi può percorrere con il proprio passo e avendo come scopo la stessa meta, la felicità che il cammino cristiano promette e permette.

Così leggiamo nell’Introduzione:

Siamo consapevoli che, nella Chiesa più recente, oltre agli sposi, altre “categorie” di santi stanno emergendo in seno al popolo di Dio: bambini, giovani fidanzati, mamme eroiche che hanno donato la vita per i loro figli.
Ma per questo sussidio abbiamo scelto solo gli sposi, proprio per far risaltare
il significato “santificante” del sacramento del matrimonio. (…) Si legge in Amoris laetitia: «La spiritualità dell’amore familiare è fatta di migliaia di gesti reali e concreti. In questa varietà di doni e di incontri che fanno maturare la comunione, Dio ha la propria dimora […]. Una comunione familiare vissuta bene è un vero cammino di santificazione nella vita ordinaria» (AL 315-316).

Dall’Introduzione di Gabriella Gambino,
Sotto-Segretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita

L’esercizio dello sguardo

Quest’opera è uno strumento di lavoro e per questo innanzitutto di contemplazione. Il primo esercizio da fare è restare a guardare, stupiti e grati, ciò che Dio Padre ha già operato in coppie di sposi cristiani vissuti in tempi e luoghi che attraversano il mondo e la storia recente. Scoprendo la loro vita e come la fede ha inciso in essa possiamo entrare in confidenza con loro e rivolgerci con fiducia per chiedere aiuto, ora che sono presso Colui che opera sempre e instancabilmente. Sanno bene quali sono le strettoie e le altezze della vita familiare. Per questo, alla fine di ogni ritratto, troviamo il testo di una preghiera da recitare per invocare la loro intercessione.

Seguendo le semplici indicazioni del sussidio siamo aiutati a leggere noi stessi e la nostra storia familiare con la luce che ci viene dalla Chiesa.

Il libro raccoglie le storie di 8 coppie e di ciascuna presenta cenni biografici dei singoli, il fidanzamento e la storia matrimoniale; i figli che ne sono nati, le stille di santità che possiamo attingere e infine gli spunti per un lavoro di riflessione e meditazione.

La chiamata universale alla santità

La santità è una vocazione per tutti, ci ricorda Papa Francesco. Perché dunque non gli sposi?

E’ molto bello vedere la Chiesa in azione: quando l’umanità nella storia che si snoda lungo i secoli viene colpita e mortificata particolarmente in un suo tratto, soprattutto quelli più distintivi, la Chiesa non si limita a cercare di contenere i danni, ma rilancia la dignità dell’uomo in quel particolare accento in tutta la sua forza. Così è per la famiglia e per la sua scaturigine, la coppia di sposi. Non salva il salvabile, salva tutto del matrimonio, restituendocene tutta la bellezza, quella che il mondo crede di imbrattare e che invece sta solo levigando con le sue prove.

Delle otto coppie ho scelto di presentarvi una apparentemente lontana, di sicuro geograficamente. Sarà che il Giappone esercita un fascino irresistibile, almeno sulle mie figlie adolescenti, e avrà condizionato anche me. Paolo Takashi e Midori Marina Nagai.

La loro vita, come quella di tanti cittadini di Hiroshima e Nagasaki, è stata attraversata dalla seconda guerra mondiale e infine dilaniata dal capitolo che ha messo fine al conflitto ma anche a migliaia di vite: l’esplosione degli ordigni atomici sulle due città.

I Servi di Dio Takashi Paolo e Midori Marina Nagai

Takashi Nagai

Primo di 5 figli, Takashi Nagai nasce il 3 febbraio 1908, a Matsue (Giappone), in una famiglia di medici.

L’ambiente culturale
Sono gli anni nei quali in Giappone, dopo la riapertura verso l’occidente, è iniziata la corsa verso la modernizzazione e il progresso. Takashi subisce il fascino della dilagante cultura atea e positivista, che promette orizzonti nuovi e porta tanti giapponesi a allontanarsi dalle loro
tradizioni millenarie.

Ibidem, p. 172

Alla morte della madre sorge la domanda di un significato

È solo di fronte alla madre morente che Takashi si ferma a riflettere sul senso della vita e della morte.

Ibidem

Con il cuore che soffre e per questo più docile si apre alla sincera ricerca di un senso soprannaturale e, proprio mentre compie i suoi studi di medicina a Nagasaki, si lascia attirare dal cristianesimo. Per conoscerlo più da vicino chiede ospitalità a una famiglia del quartiere Urakami, abitato da famiglie di cristiani.

Si imbatterà nella famiglia Moryama che discende dai responsabili della comunità dei Cristiani Nascosti di Urakami, “il popolo che per secoli, in clandestinità, aveva mantenuto viva nelle famiglie la fede cattolica”.
Alla messa di Natale del 1932 Takashi farà un’esperienza di vero incontro con il Signore, sperimentando ciò che forse noi, abituati fin da piccoli alle celebrazioni eucaristiche, non vediamo con tanta nettezza:

«Erano circa 5000 persone, tutti abitanti del villaggio, in totale silenzio e mi sembrarono così piccoli di fronte all’immensità di quella Presenza. Ma l’uomo è così minuscolo di fronte all’Onnipotente? Così fragile? […] ciò che è forte e grande è solo opera dell’Onnipotente»

Ibidem

Midori Marina Moriyama

Midori nasce l’8 ottobre 1908 ed è figlia unica. Diventa maestra e il lavoro la porta a trasferirsi lontano da casa.

Ibidem

La famiglia di Midori era responsabile del calendario, chokata, e per questo svolgeva un compito fondamentale per la sopravvivenza della fede nel popolo giapponese da cui l’impero aveva deciso di sradicare la fede cattolica da tre secoli (è del 1612 la legge dello Shogun che dichiara il cristianesimo “dottrina perversa”).


Il compito dei “chokata” era quello di ricordare il calendario liturgico, celebrare il Battesimo, leggere le letture e insegnare il catechismo. Ufficialmente sradicata dal governo giapponese, la fede cattolica sopravvisse nella clandestinità, custodita e tramandata all’interno di tante famiglie.

Ibidem

Credenti costretti all’essenziale che, senza il dono di sacerdoti per secoli, sono riusciti a mantenere viva e operante la fede in Cristo e nella Chiesa: da una condizione tanto estrema possiamo imparare anche noi a non perdere di vista i fondamentali. Questa imposta sobrietà nella trasmissione della fede appare significativamente in contrasto con il nostro spesso ridondante moltiplicarsi di “offerte pastorali”.

L’incontro e innamoramento

Midori e Takashi si innamoreranno per via dell’intervento provvidenziale del giovane medico che, chiamato dal padre della ragazza, la salva da morte certa portandola sulle spalle fino all’ospedale dove sarà operata d’urgenza per un attacco di appendicite acuta.

Anche lei salverà lui, se ci spostiamo sul piano della vita dello spirito: è lei che lo invita con la propria virtù, umiltà e fede vissuta ad inoltrarsi sempre di più nell’amore a Cristo e alla Chiesa, accettandone via via le esigenze di totalità.

Takeshi non si è ancora convertito, il suo cammino è appena cominciato. Solo in Cielo avrà potuto vedere quanto le preghiere della sua fidanzata e infine sposa hanno potuto nel suo cuore, rendendolo via via più docile alla verità e all’azione della grazia.

Midori affida ogni giorno Takashi a Maria, con la preghiera del Rosario. Gli scrive spesso e gli manda una copia del catechismo. (…)


La guerra lascia una profonda ferita nel giovane Takashi che, pur disorientato, intuisce che il Vangelo non lo si comprende con lo studio, ma con l’esperienza di vita.

Ibidem

Battesimo, matrimonio e guerra

Takashi è radiologo e i rischi ai quali la professione lo espone sono gravi e noti. Anche i rischi della sua adesione alla fede cattolica sono gravi e noti, li accetta di buon grado e con coraggio.

Nel dicembre del 1934 riceve il Battesimo e pochi mesi dopo chiede a Midori di sposarlo, che accetta pur consapevole dei rischi che loro e i figli correranno.

Nascono 4 figli ma due moriranno in tenera età. Il lavoro è impegnativo e totalizzante e questo implica per Midori solitudine e fatica nella gestione economica della famiglia e nell’educazione dei figli. Non ce li rende più vicini questa specifica angustia? Quanti di noi si sono trovati o si trovano a volte oppressi dai pesi quotidiani e dalle innumerevoli decisioni e crisi da risolvere che la vita familiare impone? Anche chi è incamminato sulla via degli altari sa di cosa parliamo.

Di nuovo la guerra

La seconda guerra mondiale con la sua seconda chiamata alle armi lo troverà però rafforzato dalla visione che gli deriva dalla fede: da medico militare soccorrerà e curerà sia i feriti giapponesi che i nemici cinesi.

Gli effetti del suo lavoro si fanno sentire: nel ’45 scopre di essere malato di leucemia, sa di non avere molti anni davanti a sè; lui e la sua sposa, che lo sostiene e conforta con la presenza salda e la preghiera, si preparano a questo definitivo capitolo della loro vita.

Eppure non toccherà a Takashi lasciare per primo la scena di questo mondo. Sarà Midori a venirne strappata per prima, secondo gli occhi solo umani, con la violenza della bomba atomica che si abbatte sulla loro città il 9 agosto. Lui si salva perché di turno nel bunker di radiologia. Il quartiere Urakami è l’epicentro dell’esplosione. Di Midori non resteranno che polvere carbonizzata e i grani del rosario che stringeva in mano.

Takashi, con gli occhi ripuliti dal dolore e dall’ascesi, comprende che questo atto ha un valore superiore: la città di Nagasaki è figura e imitazione del sacrificio di Cristo, una città intera si è fatta Agnello per la salvezza degli altri, per la fine della guerra.

I figli si salvano perché affidati ai nonni, fuori città.

Morte e desolazione. E vita nuova

E’ tutto finito e tutto, di nuovo, comincia di nuovo inizio in nuovo inizio, come solo la vita cristiana sembra essere capace di fare?

Come si fa a non essere tristi e arrabbiati quando ci viene strappato quasi tutto? Moglie, salute, vita, carriera? Queste le parole di Takeshi, che si ritrova solo coi suoi due bambini, paralizzato e sceglie la povertà come stile di vita radicalmente evangelico.

«scoprivo con stupore dentro di me che non provavo né rammarico né tristezza per

aver perduto tutto. Quando ho capito che ciò che dovevo cercare era

qualcosa che non muore, quando ho capito che dovevo cercare il Regno

dei Cieli e la Sua giustizia, una nuova e grande speranza si è insediata nel

mio cuore. Alla ricerca di ciò che non perderemo mai, iniziavo una nuova

vita»

Ibidem

Tutto è nuovo con Cristo, tranne le circostanze. Il Giappone umiliato e ferito dall’atto finale del conflitto mondiale resta umiliato e ferito e ancor più dove le bombe atomiche hanno messo in mostra la loro potenza distruttrice. Eppure è proprio da lì, intorno a uomini sfigurati come Takeshi che invece la realtà stessa si trasfigura e mostra la sua vera struttura.

Dalla sua capanna “nella landa atomica spazzata dal vento”…

con due bambini piccoli in braccio e il corpo che non si muoveva più, conducevo la mia vita fulgida». Takashi trascorre il tempo scrivendo libri, che in breve tempo divengono famosi e gli fruttano molto denaro.

Ibidem

Tutti i suoi guadagni saranno destinati alla ricostruzione del quartiere Urakami: giardini, Chiesa, scuola, ospedale, orfanotrofio.

Takashi muore il 1° maggio 1951. Per il suo funerale si ferma la città di Nagasaki, le campane delle chiese suonano; suonano le sirene delle fabbriche e del porto. Sulla sua tomba, le parole che aveva chiesto di scrivere: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare». (Lc
17,10)

PREGHIERA PER LA DEVOZIONE PRIVATA

O Padre misericordioso,

che non lasci mai soli i tuoi figli nel cammino della vita,

Ti ringraziamo di avere donato
al popolo dei credenti e al mondo intero
Paolo Takashi Nagai e la sua sposa Marina Midori.
Midori, dopo aver condotto lo sposo alla Tua amicizia,
nell’umile dedizione alla sua vocazione
gli ha mostrato la via della carità perfetta.
Insieme, nell’abbandono fiducioso alla Tua volontà,
hanno dato volto al bene che la Tua Provvidenza
sa trarre anche dal male e sono diventati
annuncio di speranza e testimoni di carità per il popolo ferito.
Dopo la morte della sua sposa,
camminando in profonda povertà di spirito,
Takashi ha sperimentato nel deserto atomico
la tenerezza della Tua amicizia e,
testimone della grazia e del centuplo,
ha rigenerato nel suo popolo il gusto della vita
e il coraggio per ricostruire.
Concedi a tutti noi
per l’intercessione di questi Tuoi sposi,
la grazia di rispondere alla nostra personale chiamata alla santità
e donaci, se è a maggior Tua Gloria,
la grazia che imploriamo […]
nella speranza che questi sposi
possano essere presto annoverati tra i Tuoi Santi.

Per Cristo Nostro Signore.

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