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La tentazione di potere dopo la Roe v. Wade – Il dibattito sul matrimonio civile in Libano – & altro…

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OLIVIER DOULIERY / AFP

i.Media per Aleteia - pubblicato il 27/06/22

Ogni giorno, Aleteia offre una selezione di articoli scritti dalla stampa internazionale sulla Chiesa e le questioni principali che preoccupano i cattolici nel mondo. Le opinioni e i punti di vista espressi in questi articoli non sono quelli degli editori.

Lunedì, 27 giugno 2022

1. La tentazione del potere sulla scia della storica decisione sulla Roe v. Wade

2. In Libano, continua il dibattito sul diritto al matrimonio civile

3. 400 anni di Propaganda Fide

4. Dalla Costituzione statunitense al motto olimpico, qualche famosa ispirazione domenicana

5. I Coreani ripongono in Papa Francesco la speranza per la pace nella regione

1. La tentazione del potere sulla scia della storica decisione sulla Roe v. Wade

Molti osservatori hanno messo in guardia sul fatto che la decisione di venerdì della Corte Suprema degli Stati Uniti di rovesciare la sentenza Roe v. Wade potrebbe  “innescare una serie di aspre lotte politiche”. Alla luce di queste tensioni, il giornalista di Crux John Allen ricorre alla storia per analizzare “la tentazione di potere” che la Chiesa ha avuto in passato. Al riguardo, cita la storia del beato Papa Pio IX, costretto all’esilio nel 1848 a Gaeta, a circa 160 km da Roma. In quel periodo, il Papa governava su buona parte dell’Italia centrale come capo dello Stato Pontificio e dovette scappare per i disordini a Roma, visto che la gente era scontenta del suo regno e delle sue decisioni militari. Durante il soggiorno di Pio IX a Gaeta, emise una serie di decreti sempre più reazionari. Alla fine le forze francesi sotto Napoleone cacciarono i rivoluzionari da Roma e ripristinarono il potere di Pio IX, che continuò a regnare come un monarca secolare fino alla successiva caduta di Roma nel 1870, che segnò la fine dello Stato Pontificio e l’inizio di un nuovo Governo italiano unificato. Pio IX si rifiutò di riconoscerlo, e il rapporto tra lo Stato italiano e la Chiesa si sarebbe risolto solo circa 60 anni dopo, nel 1929, con la firma dei Patti Lateranensi. “La lezione da imparare, forse, è che se l’esercizio del potere temporale può essere una tentazione, […] espone anche a enormi rischi i Papi – e per estensione la Chiesa che guidano è anch’essa ostaggio della sorte”, spiega Allen. Anche se nessuno prende in considerazione il ritorno dello Stato Pontificio, riconosce il vaticanista, a suo avviso i critici “individuano nei dibattito di oggi echi di quella vecchia tentazione di governare per decreto piuttosto che persuasione, soprattutto sulla questione assai dibattuta del fatto che ai politici cattolici pro-choice debba essere negata la Comunione”.

Crux, inglese

2. In Libano, continua il dibattito sul diritto al matrimonio civile

In Libano, ferve i dibattito sull’opzione del matrimonio civile. Alcuni legislatori eletti di recente hanno dato la loro approvazione quando è stato chiesto loro se sostenevano il matrimonio civile “opzionale” – suscitando le ire di chi insiste sul fatto che il matrimonio resta una responsabilità delle autorità religiose. Nel frattempo, giovani coppie miste di fedi diverse stanno sempre più infrangendo i loro sistemi religiosi per sposarsi. Visto che il matrimonio civile non è riconosciuto in Libano, devono andare a Cipro per lo scambio del reciproco consenso. È un atto di protesta che molti tendono a realizzare, dato che in termini di matrimonio, divorzio e custodia dei figli i gruppi di fede libanese governano gli affari delle proprie comunità. Gli attivisti per i diritti civili, ad ogni modo, accusano i tribunali religiosi di discriminazione nei confronti delle donne e sostengono che sulle questioni familiari fondamentali i Libanesi vengono trattati in modo diverso in base alla loro affiliazione religiosa.

AP, inglese

3. 400 anni di Propaganda Fide

La Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, che la nuova Costituzione Apostolica trasforma nel Dicastero per l’Evangelizzazione, fondendola con il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, celebra quest’anno i suoi 400 anni. Il 6 gennaio 1622, Papa Gregorio XV ha fondato questo corpo di coordinamento della Santa Sede per tutte le iniziative messe in atto nei vari continenti per proclamare il Vangelo e strutturare la presenza della Chiesa nei territori di missione. Il doppio obiettivo era promuovere la riunificazione dei cristiani e diffondere la fede cattolica in territori non cristiani appena scoperti ed esplorati. Per quattro secoli, le attività dei missionari hanno continuato ad essere organizzate dal palazzo situato a Piazza di Spagna, al centro di Roma. Propaganda Fide ha un patrimonio immobiliare che le permette di mantenere università, attività umanitarie e strutture sanitarie in tutto il mondo. Attualmente esercita la propria giurisdizione su un totale di 1117 circoscrizioni ecclesiastiche, coprendo quasi tutta l’Asia, tranne le Filippine, tutta l’Africa eccetto Egitto e Tunisia, Alaska, Indie Occidentali e alcuni territori nei Balcani.

Omnes, inglese

4. Dalla Costituzione statunitense al motto olimpico, qualche famosa ispirazione domenicana

Un anno dopo l’800° anniversario della morte di San Domenico, Religión en libertad evoca nove elementi della civiltà occidentale ispirati da uno degli ordini più importanti nella storia della Chiesa, i Domenicani, e aggiunge “inventare” al motto dell’ordine, “Lodare, benedire e predicare”. Nella lista delle innovazioni a cui i Domenicani hanno contribuito ci sono il sistema politico americano, il motto delle Olimpiadi moderne (il domenicano francese Louis Henri Didon, appassionato di sport, era amico di Pierre de Coubertin, padre delle Olimpiadi moderne), la veste bianca dei Papi, il diritto internazionale moderno, la formazione di uno dei primi Parlamenti europei in Inghilterra, la ricerca del modello del DNA come lo conosciamo oggi, il nome della Repubblica Dominicana e della sua capitale Santo Domingo e l’invenzione del rosario e della Via Crucis.

Religion en libertad, spagnolo

5. I Coreani ripongono in Papa Francesco la speranza per la pace nella regione

Non è la prima volta che un ministro sudcoreano menziona la possibilità di “una visita di Papa Francesco in Corea del Nord e il suo ruolo di mediatore per la pace nella penisola coreana”, riferisce UCA News. Il 21 giugno, il Ministro per l’Unificazione Kwon Young-se ha fatto visita all’arcivescovo Hyginus Kim Hee-joong di Gwangju, e ha confermato che il Papa è “ansioso” di visitare la Corea del Nord non appena verrà invitato a livello ufficiale. La visita e queste condizioni sono state discusse dal 2018, quando Kim Jong-un aveva trasmesso un invito orale al Pontefice a visitare il suo Paese attraverso il Presidente sudcoreano Moon Jae-in. 

UCA News, inglese

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