San Galgano nato intorno al 1150 a Chiusdino, vicino a Siena, in una nobile famiglia, da giovane condusse una vita dapprima di piaceri. Ma dopo aver avuto alcune visioni dell’arcangelo Michele si convertì e diventò eremita.
La cella sul monte Siepi
Costruì una cella sul fianco ripido dndri una montagna vicino alla congregazione monastica fondata da S. Guglielmo di Malavalle, sul monte Siepi, e qui fu raggiunto da alcuni discepoli. Ma dopo un po’ dubitò che guidare una congregazione fosse la sua vera vocazione, allora fece visita a papa Alessandro III nel 1181 per discutere la questione, ma non visse abbastanza a lungo da risolverla.
Un processo canonico molto rapido
Sulla sua tomba, fu costruita una chiesa rotonda, dove si recano da subito pellegrini. Già nel 1183 fu formata una commissione d’inchiesta dal papa, ed è probabile che egli abbia ricevuto la canonizzazione nel 1190, anno in cui i monaci cistercensi presero possesso del convento di Monte Siepi per richiesta di Ugo, vescovo di Volterra.
Le reliquie trasferite a Roma
Allora la maggioranza dei monaci di Galgano lasciò il convento, spargendosi per la Toscana, per diventare eremiti agostiniani. Il culto fu sin dall’inizio particolarmente forte a Siena e a Volterra; le reliquie sono custodite nel battistero di S. Giovanni in Laterano, a Roma.
Le visioni di San Galgano
Don Marcello Stanzione riporta gli episodi delle apparizioni notturne di San Michele a San Galgano nel libro “Nel cuore della notte Dio ci parla” (Mimep Docete).
Queste descrizioni sono molto lucide e dettagliate poiché fu la stessa madre di San Galgano, che era ancora in vita quando il figlio morì, a riportarle negli atti del processo canonico. Galgano infatti aveva parlato diverse volte con sua madre di questi dialoghi con l’arcangelo Michele.
Il grandissimo ponte
Nella visione più importante, San Michele, gli apparve in sogno e gli disse: “Seguimi”. Ed egli, subito alzatosi, lo seguì camminando con lui fino ad un certo fiume, sopra il quale vi era un grandissimo ponte, che non poteva essere attraversato senza una grande difficoltà e sotto il ponte gli sembrò di vedere un mulino.
I dodici apostoli
Dopo aver attraversato il ponte giunsero in un bellissimo prato delizioso, coperto di fiori bellissimi, che diffondevano un profumo meraviglioso. Attraversato il prato, gli sembrò di entrare in una caverna sotterranea e di giungere a Montesiepi, dove incontrò dodici apostoli, che attendevano in una casa rotonda colma di profumo e rifinita in modo meraviglioso. Essi lo misero in mezzo a loro, dandogli un libro, perché leggesse. Egli allora, non sapendo leggere, lo mise da parte.
“E starai qui per moltissimi anni”
Alzato lo sguardo verso il cielo, vide una immagine e chiese agli apostoli che cosa fosse. Gli risposero che era una rappresentazione e visione della maestà divina e poiché si accorsero che guardava attentamente la raffigurazione e l’edificio dissero: “Anche tu, a somiglianza di ciò che hai visto, devi costruire qui una casa in onore di Dio, della santa Madre e di san Michele arcangelo e dei dodici apostoli. E starai qui, per moltissimi anni”.
“Vattene oltremare”
Egli allora restò a lungo in travaglio, ma quando lo diceva a diversi amici, essi gli rispondevano: “Tu vuoi raccogliere denaro e truffare. Vattene oltremare”. Avendo allora raccontato questa visione meravigliosa alla madre per avere ispirazione, chiese a lei di accompagnarlo in quel luogo con maestri d’opera che, nel luogo stesso, costruissero l’edificio. Al che la madre: “Figlio mio, il freddo è eccessivo, la fame intensa, il luogo quasi inaccessibile: come vi andremo?”.
In viaggio verso Civitella
Alla madre che gli chiedeva se avesse raccontato la visione a qualcuno, confessò di averla confidata ad alcune brave persone. Avendo infine domandato la madre, in che modo lo stesso Galgano fosse riuscito a raggiungere il luogo nel quale si era stabilito. Egli disse che un giorno, mentre andava in quel castello che è detto Civitella, sul cammino stesso, il cavallo si era fermato.
La preghiera di Galgano
Avendolo lui spronato con i talloni senza riuscire a farlo andare avanti, ripiegò sulla pieve detta di Luriano e vi pernottò. Il giorno seguente, quando giunse al medesimo luogo e non poté proseguire col cavallo, lasciò le briglie libere sul collo del cavallo e pregò con grande devozione il Signore, perché lo conducesse nel luogo nel quale avrebbe riposato per sempre.
Lo stesso luogo della visione
Galgano in verità, quando scese da cavallo, trovò riposo nello stesso luogo dove in visione, tramite gli apostoli, aveva avuto la rivelazione e dalle loro mani aveva accolto il libro aperto. E sguainata la spada, non essendo in grado di fare una croce dal legno, piantò subito la stessa spada in terra, come croce.
La spada non si estrae più da terra
Ed essa, per virtù divina, si saldò in modo tale che né lui né altri, con qualunque sforzo, fino ad ora poterono mai estrarla. Avendo tentato, una prima, una seconda ed una terza volta, di andarsene e di tornare a casa sua, per annunciare la sua rinuncia a quelle cose che il mondo gli aveva dato, la terza volta udì: “Ferma il tuo piede, Galgano, perché questo è il tuo luogo, qui il tuo riposo”. Egli si sottomise al comando di colui che lo guidava.
Il pellegrinaggio dal Papa
Dopo queste vicende, essendosi lui recato ai piedi di papa Alessandro II, alcuni, mossi dalle fiamme dell’invidia, giunsero al luogo dov’era la spada. Non riuscendo ad estrarla, con gran fatica, asportarono la terra con sacchi. Ma non essendo riusciti neppure così a raggiungere la punta della spada, la spezzarono. E, non essendo in grado di asportarla, finirono male, come essa apprese dai racconti di molti.
La spada e la spezzata e la visione di Gesù
Egli, poi, essendo tornato alla propria dimora, e non trovando la spada come l’aveva lasciata, cominciò a dolersi e ad essere triste. Ma il Signore, volendo consolarlo, gli parlò in sogno una prima, una seconda e una terza volta, dicendogli di mettere la spada ancora nello stesso luogo, perché sarebbe stata infitta ancor più solidamente di prima. E fu questo che egli fece, e come disse, così che fino ad oggi appare.
La “spada nella roccia” e l’abbazia di San Galgano sono due luoghi molto frequentati dai visitatori di tutto il mondo.
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