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Il cardinale Kasper critica la guerra sinodale tedesca – Rifugiato siriano scolpisce la cattedrale di Colonia – & altro…

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WEB CARDINAL KASPER WALTER GERMANY © LWF-Erick Coll

© LWF/Erick Coll CC

Walter Cardinal Kasper, outgoing secretary of the Pontifical Council for Promoting Christian Unity (PCPCU), brings ecumenical greetings from the Roman Catholic Church to the Lutheran World Federation (LWF) Eleventh Assembly, 20-27 July 2010, in Stuttgart, Germany. © LWF/Erick Coll (De) Kardinal Walter Kasper, ehemaliger Präsident des Päpstlichen Rates zur Förderung der Einheit der Christen, überbringt ökumenische Grüsse von der Römisch-katholischen Kirche bei der Elften Vollversammlung des Lutherischen Weltbundes (LWB) in Stuttgart. Dort tagt der LWB von 20. bis 27. Juli 2010. © LWB/Erick Coll [FR] Le cardinal Kasper, ancien secrétaire du Conseil Pontifical de l'Unité des Chrétiens, est venu transmettre le message oecuménique de l'Eglise Catholique à la onzième Assemblée de la FLM réumie à Stuttgart du 20 au 27 juillet 2010.

i.Media per Aleteia - pubblicato il 23/06/22

Ogni giorno, Aleteia offre una selezione di articoli scritti dalla stampa internazionale sulla Chiesa e le questioni principali che preoccupano i cattolici nel mondo. Le opinioni e i punti di vista espressi in questi articoli non sono quelli degli editori.

Giovedì, 23 giugno 2022

1. Il cardinale Kasper intensifica le sue critiche alla via sinodale tedesca

2. Il vescovo Cui Tai ancora detenuto: il Vaticano insisterà perché venga rilasciato?

3. 40 anni fa, il grido dei vescovi contro la mafia a Napoli

4. Vescovi africani: Non abbiamo il diritto di distruggere la biodiversità

5. Un rifugiato siriano scolpisce un modello della cattedrale di Colonia

1. Il cardinale Kasper intensifica le sue critiche alla via sinodale tedesca

Qualche giorno dopo il cardinale di Vienna Christoph Schönborn, anche il cardinale Walter Kasper, sempre appartenente all’ala riformista, si è chiaramente distanziato dalla via sinodale tedesca. L’ex presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso critica i vescovi tedeschi per aver distrutto uno dei tre pilastri su cui si basa la Chiesa: l’episcopato. Il porporato obietta all’intenzione di alcuni vescovi tedeschi di sottoporsi a un consiglio sinodale rinunciando così a un “impegno personale”. “Alla fin fine, un impegno volontario di questo tipo equivarrebbe a una rinuncia collettiva dei vescovi”, ha affermato senza mezzi termini. “Non vedo come, nel giudizio finale, potrei difendere certe dichiarazioni già stabilite (sulla via sinodale) come compatibili con il Vangelo”, conclude.

Kath.net, tedesco

2. Il vescovo Cui Tai ancora detenuto: il Vaticano insisterà perché venga rilasciato?

Nell’ottobre 2022 spirerà l’accordo tra Vaticano e Cina concluso nel 2018, rinnovato per due anni nel 2020. I cattolici cinesi non hanno dubbi sul fatto che l’accordo sia nell’interesse del Partito Comunista Cinese (PCC), ma è nell’interesse del Vaticano? Il sito Bitter Winter ha raccolto le opinioni di vari cattolici in Cina, scoprendo che tanti “o non sono felici dell’accordo o sono delusi dai suoi risultati”. Molti, “pur rispettando il Papa e la Santa Sede, credono di essere stati fuorviati per firmare un accordo che va a beneficio solo del regime”. I cattolici si chiedono se il PCC rilascerà i vescovi che ha arrestato, nella fattispecie il vescovo 72enne Augustine Cui Tai, che era vescovo coadiutore della diocesi di Xuanhua. Dal 2007 il presule è stato imprigionato per lunghi intervalli, venendo periodicamente rilasciato, e attualmente non si sa dove si trovi. È considerato uno degli “obiettori di coscienza” che non vogliono la Chiesa Cattolica Patriottica approvata dallo Stato e dal Vaticano. I cattolici cinesi credono che il Vaticano stia chiedendo discretamente il rilascio del vescovo Cui Tai, la cui “detenzione è uno scandalo enorme”. “Il suo calvario prova che c’è qualcosa di sbagliato nell’accordo del 2018”, sostiene l’articolo, aggiungendo che “rilasciare i vescovi obiettori, incluso il vescovo Cui Tai, dovrebbe essere una precondizione per il rinnovo dell’accordo”.

Bitter Winter, inglese

3. 40 anni fa, il grido dei vescovi contro la mafia a Napoli

Sul quotidiano napoletano Il Mattino, il giornalista Pietro Perone ricorda il primo appello dei vescovi della Campania contro la mafia napoletana, la camorra, quarant’anni fa, nel 1982. Il loro motto, “Per amore del mio popolo, non tacerò”. “Per la prima volta, i sacerdoti riconoscevano che il confine tra religiosità e camorra non sempre appariva netto”, spiega il giornalista. La loro denuncia del “dirottamento” del sacro nelle celebrazioni patronali e nei matrimoni, spesso trasformato nel “trionfo del potere mafioso”, è tuttora significativo, lamenta. A Napoli, “troppi don Abbondio si nascondono ancora in sacrestia”, dice, riferendosi al sacerdote codardo del famoso romanzo di Alessandro Manzoni “I Promessi Sposi”.

Il Mattino, italiano

4. Vescovi africani: Non abbiamo il diritto di distruggere la biodiversità

I vescovi africani lanciano l’allarme in vista del Summit delle Nazioni Unite sulla Biodiversità (COP15), che si terrà in Cina alla fine dell’anno. Al margine di un incontro preparatorio a Nairobi, in Kenya, il Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (SECAM) ha diffuso una dichiarazione esortando i Governi ad assumere azioni urgenti e ambiziose, con il sostegno della Rete Ecclesiale per il Bacino del Congo (REBAC) e del Movimento Laudato Si’ (MLS). I presuli ricordano che il rispetto per la natura e per i più vulnerabili va di pari passo. In nome della cura della creazione di Dio, vogliono che entro il 2030 sia protetto il 50% della Terra. Il documento chiede inoltre rispetto per i diritti delle popolazioni indigene e l’immediato abbandono della costruzione dell’oleodotto dell’Africa Orientale. I presuli invitano infine i Governi, in particolare quelli del Nord del mondo, a essere trasparenti e a dar conto del loro operato, ricordando i loro impegni finanziari per arrestare la perdita di biodiversità e promuoverne il recupero.

Lamachi.com, italiano

5. Un rifugiato siriano scolpisce un modello della cattedrale di Colonia

Quando il rifugiato siriano Fadel Alkhudr è arrivato in Germania nel 2015, è rimasto molto colpito dalla maestosa cattedrale di Colonia, visibile appena si esce dalla stazione. Quest’uomo di fede musulmana, che oggi ha 42 anni, ha trascorso lunghe ore osservando e disegnando la cattedrale, fino a realizzarne una copia in legno. Alla fine è arrivato a sentire che quell’edificio era parte di lui, “come un caro amico”. Il siriano ha imparato l’arte dell’intaglio dal padre quando era adolescente, e ha lasciato la Siria dopo che la loro azienda di intaglio del legno ad Aleppo è stata distrutta. In questa città una volta fiorente, aveva amici musulmani e cristiani, e acquirenti di varie fedi religiose andavano a comprare le opere d’arte lignee nel negozio della sua famiglia. Per questo, per lui non è stato insolito lavorare al modello di una cattedrale cattolica. La sua opera d’arte è attualmente in mostra nel centro per i visitatori dall’altro lato della strada rispetto alla cattedrale, che lui considera “una casa per tutti”. Fadel spera di potersi guadagnare da vivere in futuro come scultore in Germania.

Associated Press, inglese

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