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S. Giovanni Battista, testimone di Cristo fin dal grembo materno

DUE DONNE INCINTE

I AM JIFFY|Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 22/06/22

Giovanni riceve un nome insolito per la sua storia familiare e invece è l'inizio del pieno compimento di quella Tradizione che tutta tendeva al Messia: sarà Lui il primo a riconoscere Gesù, entrambi ancora nel ventre materno.

Vangelo di giovedì 23 giugno 2022 (Natività di San Giovanni Battista)

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

(Lc 1,57-66.80)

L’ammirazione che suscita Giovanni Battista non consiste negli applausi, ma in quel grande effetto collaterale di ritrovarsi messi in crisi dalla sua parola, dalla sua predicazione, dal suo esempio, dai gesti che compie fin da quando nel grembo della madre sussulta, riconoscendo la nascosta presenza di Gesù nel grembo di Maria.

La festa della Natività di san Giovanni Battista però è illuminata da un pezzo di Vangelo diverso. È il brano di Luca che ci racconta la diatriba sul nome:

“All’ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: “No, si chiamerà Giovanni”. Le dissero: “Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome”. Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta, e scrisse: “Giovanni è il suo nome”. Tutti furono meravigliati”.

Giovanni è colui che porta un nome inaspettato rispetto alla storia della sua famiglia.

Con lui inizia il compimento di tutte quelle profezie riferite al Messia, che incroceranno inesorabilmente la sua vita fino alla morte avvenuta per mano di Erode. La grandezza dei suoi genitori sta proprio nel fatto di aver preservato questo bambino, fin dalla nascita, dalla massificazione della tradizione.

Questo bambino deve avere il diritto di essere se stesso fino alle estreme conseguenze della sua vocazione.

Non dovrebbe essere così per ognuno di noi? Infatti, le ferite che molto spesso ci portiamo addosso riguardano proprio gli ostacoli che abbiamo trovato nella nostra strada per poter avere il diritto di essere pienamente noi stessi.

Chi ci ama veramente difende il nostro mistero, la nostra unicità, il nostro segreto. Ci aiuta a scoprire un nome nuovo che non viene da ciò che si vede ma da ciò che dovrà ancora accadere. Potremmo quasi dire, senza mancare di rispetto, che Giovanni Battista è il protettore di quelli strani, di quelli originali, di chi è stato diverso contro tutto e contro tutti.

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