Il parroco dell'Unità pastorale "Beata Vergine delle Grazie" di Cicognara (frazione di Viadana), nel Mantovano, riapre l’oratorio da lui gestito: la struttura era stata chiusa a seguito di comportamenti maleducati che «non rispettano il luogo».
Don Andrea Spreafico è divenuto famoso nelle ultime ore per un cartellone affisso fuori dall'oratorio in cui si legge che il centro ricreativo è «chiuso. Motivi: troppe parole volgari, cacca ovunque nei bagni, rifiuti buttati a caso, sedie prese dal portico e abbandonate, persone che entrano in mutandoni e canottiera, uomini che si tolgono le croste dai piedi, bambini sotto i cinque anni non accompagnati in bagno dai genitori, comportamenti da bulli violenti» (Fanpage, 19 giugno).
“Se rispetti le regole entri, altrimenti stai fuori”
«Questa è la nostra casa: se entri rispetti le regole, altrimenti stai fuori», era il punto chiave della comunicazione, messo nero su bianco al termine di un lungo elenco di comportamenti incivili a cui il sacerdote ha spesso assistito nell'ultimo periodo.
Don Andrea: “Un normale intervento educativo”
«Il mio è stato un normale intervento educativo, che peraltro avevo già messo in atto altre volte, per esempio nei giorni prima di Natale - scrive sul suo profilo Facebook -. Quel cartello disciplinare rappresenta un argine innalzato per limitare atteggiamenti scorretti e spingere le persone che li adottano a interrogarsi. Ho di fatto chiesto loro se preferissero continuare a far parte della comunità dimostrandosi disposti a migliorare oppure rimanere fedeli ai loro comportamenti disordinati e rimanere fuori».
“Non c’è più spazio per la tolleranza”
Chiudere il cancello di un oratorio - come già aveva fatto qualche anno fa per lo stesso motivo un altro parroco a Linarolo (nel Pavese) - è il segnale che «la situazione è degenerata e non c'è più spazio per la tolleranza, che quando è esagerata diventa il veleno dell'educazione. Non si può semplicemente dire sì a tutto, bisogna mettere dei paletti - continua don Spreafico - Le famiglie di Cicognara l'hanno capito e infatti ho ricevuto molte dimostrazioni di sostegno» (La Repubblica Milano, 19 giugno).
Parroco contestato
C'è stato però anche chi ha contestato la decisione del parroco: «Ho letto commenti in cui venivo definito 'un prete arrabbiato che ha voluto punire i giovani' - prosegue Don Andrea Spreafico -. Non è così, non ho esposto quel cartello per guarire una ferita al mio orgoglio, ma per indurre una riflessione nei ragazzi e nei loro genitori: sono disposto a cambiare per uscire dal mio spazio ed entrare in quello di un'altra persona o di una comunità? Solo facendosi queste domande, che possono sembrare scomode e fastidiose, si cresce».
Un nuovo avviso
Ora il messaggio relativo alla chiusura provvisoria è sparito. Ma nei prossimi giorni verranno affissi altri cartelli per ricordare a tutti le regole dell'oratorio, a cominciare da quella del necessario rispetto per persone e ambienti. E non mancherà un avviso per le famiglie, che don Andrea Spreafico ha già anticipato sui social: «Cari genitori e nonni che avete applaudito alla chiusura per un giorno del nostro cancellino, spero tanto che vi domandiate se dietro a quel cancellino ci siete anche voi, nel vostro oratorio, a dare una mano», ha scritto su Facebook.
Cartellino “giallo” e “rosso”
E, sempre sul suo profilo, ha ricordato - usando una metafora calcistica - i tre gradi che governano la disciplina all'interno dell'oratorio. «Quando l’atto maleducato/violento è pubblico, avvenuto in cortile e davanti a tutti, e non c’è quindi il pericolo di ledere la riservatezza, avviene il primo richiamo».
Se non basta, ecco che viene assegnato un «cartellino giallo: un foglio appeso in bacheca con l’elenco degli ammoniti, il motivo del richiamo…una specie di ultimatum. Rimane appeso per un mese. Vengono avvisati anche i genitori».
E se il fatto si ripete, ecco il cartellino rosso: «l’espulsione dall'oratorio per qualche giorno, settimana, mese, dipende. Per poter essere riammessi occorre comunque un colloquio con i genitori».