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Priscila: quello che il Rosario ha rappresentato per me e per la mia famiglia

PRISCILA

@priscila_angel1

Jesús V. Picón - pubblicato il 13/06/22

“Priscila y sus Balas de Plata”, famosa cantante, moglie di Gustavo Angel, voce dei Temerarios, ci ha aperto la porta della sua casa e del suo cuore, facendoci scoprire il suo immenso amore per la Vergine Maria

Tanti i suoi successi musicali, e tanti i premi vinti. Oggi vive felice con il marito e i figli, e si è lasciata alle spalle gli eventi musicali di massa di Ke buena, La Z, Televisa e Univisión, a cui partecipava ballando e cantando.

Insieme al marito Gustavo, vive intensamente la fedeltà nell’amore di Dio. Ecco la storia dell’amore di due icone della musica regionale messicana.

Priscila, grazie per averci concesso questa intervista per l’edizione spagnola di Aleteia. Per noi è molto importante che personalità famose e cattoliche che ispirano la gente abbiano uno spazio presso di noi per il nostro pubblico, e vorremmo innanzitutto che ci raccontassi un po’ di te. Qual è il tuo nome completo, dove sei nata e quali sono i talenti che Dio ti ha dato?

Sono nata a Città del Messico. Il mio nome completo è Gladys Priscila Camacho Segura. Ora sono Priscila Ángel, perché quando vieni negli Stati Uniti ti tolgono i cognomi dei genitori e ti danno quello del marito.

Dio mi ha dato la benedizione di avere un padre che si dedica alla musica, cantautore, e io fin da piccola sono cresciuta vedendo questo. Dio mi ha poi dato la vocazione di dedicarmi alla musica. Fin da piccolina ho partecipato a festival per bambini.

Mi piace molto fare sport. A 5 anni ho iniziato taekwondo. Nel corso della vita ho fatto varie cose, Dio sia benedetto. Mi sono dedicata sia alla musica che allo sport, ogni cosa a suo tempo.

Successi musicali

Dov’è nato “Priscila y sus Balas de Plata”?

Nella città di Monterrey, Nuevo León. Sono nata nel Distretto Federale, e sono rimasta lì per 14 anni, ed è sempre lì che ho partecipato alla seconda edizione del festival “Juguemos a Cantar”. Ricordo che cantavo una canzone sul mio asinello, vestita come un’indigena del mio Paese, il Messico. Avevo le trecce e un abito tipico, e cantavo questa canzone che aveva composto mio papà.

Col passare degli anni, quando ne avevo 14, siamo andati a vivere a Monterrey. Lì insieme ai miei fratelli, cioè mio fratello Tirzo e mia sorella Úrsula, sotto la direzione di mio papà, Tirzo Paiz, abbiamo iniziato a trasformare in realtà il sogno di dedicarci alla musica. Io avevo 16 anni, mio fratello 14 e la mia sorellina 11, e siamo diventati “Priscila y sus Balas de Plata”.

Conoscere Gustavo

Quali sono stati i tuoi successi come “Priscila y sus Balas de Plata”?

Volevamo fare le cover della musica statunitense. Da “I Will survive”, ad esempio, abbiamo fatto “Sobreviviré”, la versione in spagnolo. Ce n’erano anche altre giovanili, infantili, e tante scritte da mio padre.

Abbiamo vinto vari premi: Premio Furia Musical, Premios Lo Nuestro, Premio Billboard, nomination al Latin Grammy…

Com’è nata la tua storia d’amore con Gustavo de “Los Temerarios”?

Ci siamo conosciuti nello Stato del Texas, dove stavo lavorando. È venuto a un evento a salutare alcuni di un altro gruppo, e una mia amica mi dice: “Guarda, lì c’è Gustavo de ‘Los Temerarios’, lo vuoi conoscere?” E io ho detto di sì.

Ero sul pullmino, aspettando il mio turno per scendere, e allora lei chiama Gustavo e gli dice: “Voglio presentarti Priscila”. Gus è venuto da me, e il primo regalo che gli ho fatto è stato un rosario. Non ricordo perché lo tenessi in mano, ma l’ho visto e ho detto: “Tieni, ti regalo questo”, perché loro (Los Temerarios) di recente avevano affrontato una situazione familiare difficile, e quindi sentivo di doverglielo dare. Sono passati 4 anni, e ci siamo rivisti ai Premi Furia Musical.

Il dono del rosario

Credi che regalargli un rosario abbia in qualche modo segnato la vostra relazione?

Forse non tanto il rosario, ma il fatto che Dio lo aveva scelto per me. Maria Santissima è sempre stata presente nella mia vita, ho sempre sentito la sua cura. Le ho chiesto molte cose e me ne ha concesse altrettante, intercedendo, ad esempio, per la vita del mio figlio minore.

In molte situazioni specifiche ho chiesto il suo aiuto – nel nostro matrimonio, con la mia famiglia… Oggi apparteniamo a un gruppo di Famiglie del Rosario della Vergine della Pace, in cui da ormai quasi 10 anni recitiamo il Rosario in famiglia, sposi e figli.

Chi ti ha instillato la fede? Tenevi molto presente Dio anche nel momento di massima fama?

Lo abbiamo sempre tenuto presente, soprattutto mia madre, che appartenenva a un gruppo di spose cristiane e a quello della recita del Rosario. Era sempre impegnata in qualcosa, come lo studio della Bibbia.

A volte arrivavano a casa amici miei o di mio fratello, e lei diceva “Prima di giocare recitiamo il Rosario”. Noi le dicevamo “Mamma, vengono a giocare, non a pregare. Si annoieranno”. Ma lei ci metteva a pregare, e quei Rosari sembravano eterni.

Quando abbiamo iniziato a lavorare non vivevamo la nostra fede come si deve, perché intanto gli eventi erano nei fine settimana, e quindi non assistevamo alla Messa. Mia madre aveva però gettato in noi il seme della fede, e recitavamo sempre il Rosario prima di uscire, e anche prima di mangiare. A livello individuale, poi, ciascuno pregava prima di andare a dormire.

Condividere la fede

Com’è stato il tuo fidanzamento con Gustavo?

È stato molto bello, e molto sostenuto dai nostri genitori, con tanta comprensione e tanto dialogo tra noi. Con i miei genitori, soprattutto con mio padre, si è trovato sempre benissimo. A volte parlava più con lui che con me. Non se sia normale o no.

Ovviamente abbiamo avuto le nostre difficoltà. Ho un temperamento forte, e lui è molto più tranquillo, e sempre molto comprensivo. Mi ha sempre sostenuto molto in tutto, mi ha dato libertà in qualsiasi cosa. Non so se è per il fatto di avere la stessa carriera che abbiamo imparato a darci il nostro tempo, a rispettare quello che ciascuno vuole fare nel suo lavoro.

Vi siete sposati in chiesa?

Sì, certamente. Festeggeremo 20 anni a dicembre.

Com’è stato il suo cammino di fede? Aveva già un rapporto con la fede cattolica o ce lo hai guidato tu? 

No, lui era già cattolico. Questo non è mai stato un problema. Quando abbiamo iniziato il nostro matrimonio non andavamo molto in chiesa, ma Dio ci ha guidati in questo senso a poco a poco.

Io da giovane avevo cantato nel coro della chiesa, e anche Gustavo aveva iniziato il suo gruppo cantando a Messa.

Cosa vi ha avvicinato di più alla chiesa? Un momento oscuro, difficile, le avversità? O è stato Dio, che ha agito in modo sottile?

Molto ha avuto a che vedere con i miei genitori. Quando vivevamo a Monterrey, ad esempio, mia madre ci invitava sempre ad andare alle Messe di guarigione, e mio marito adorava andarci. Gli piaceva molto l’omelia di padre Rodolfo. Gustavo è sempre stato molto aperto alla Parola di Dio, e anche a me è sempre piaciuta.

Musica cattolica

Giorni fa, parlando con la mia migliore amica, le dicevo: “Chi l’avrebbe detto che avrei cantato musica cattolica?”, e lei mi ha risposto: “Come chi l’avrebbe detto? Non ti ricordi che a volte quando venivi a casa e si faceva sera mi dicevi ‘Aspettami un attimo’ e tiravi fuori il tuo libretto e ti mettevi a pregare?” E allora mi sono ricordata. Quel libretto me l’aveva regalato mia madre. Ce l’ho ancora, è “Il libro delle mie preghiere”, ma ne ero dimenticata.

Per me è stato molto importante che mia madre, fin da quando eravamo molto piccoli, ci abbia insegnato a camminare mano nella mano con Maria e ci abbia presentato Dio come un Padre buono, un Padre presente, un Padre reale, che ci ascolta.

Ora cosa canti, Priscila? 

Dopo aver cantato l’amore del mondo, ora canto l’amore di Dio, dal Quale ci viene tutto ciò che è buono.

La musica è sempre stata un veicolo, un ponte con cui ci colleghiamo in modo incredibile e meraviglioso con Dio nostro Signore, o con quello a cui ci vogliamo collegare, in base a quello che stiamo ascoltando. Per questo, bisogna fare attenzione.

Su YouTube possiamo trovare la tua musica, le tue canzoni?

Sul mio canale di YouTube ce ne sono alcune, ma si possono trovare tutte su iTunes e Spotify.

Affrontare il dolore

Nella vita hai avuto momenti complicati?

Sì, credo che siamo in una valle di lacrime, e chi dice di no mente.

Col passare del tempo ho imparato che è proprio in quei momenti oscuri che dobbiamo maggiormente prendere la mano di Dio, e ringraziare, perché spesso le cose che ci accadono sembrano enormi, ma se le paragoniamo a quelle dei nostri fratelli non sono niente.

Cosa ti ha fatto piangere nella vita?

Quando stavo per perdere mio figlio, il più piccolo dei tre, Alejandrito. Ed è stato proprio allora che ho stretto più forte la mano della Santissima Vergine Maria. Recitavo il Rosario la mattina, il pomeriggio e stesa nel letto d’ospedale, senza potermi alzare per il rischio di aborto.

Ho avuto anche un incidente automobilistico quando ero incinta, e la pancia è diventata nera per il colpo. Anche se mio figlio ha smesso di muoversi per un po’, è sopravvvissuto. E ora non si ferma più!

Sono stati due mesi piuttosto critici, perché avevo anche emicranie, dolori. E quando devi stare sdraiato affronti anche l’umiliazione o la vergogna che ti debbano lavare; sono cose che fanno male, ma si impara e ci si rafforza, e si va avanti mano nella mano con Dio.

E oggi mio figlio Alejandro de Jesús è qui, e ho sentito sempre, sempre, sempre, sempre che invocando la Vergine Maria è stata lì per me!

La forza del Rosario

Priscila, cosa si può ottenere con il Santo Rosario?

La Santissima Vergine opera meraviglie. Si può ottenere tutto ciò che si chiede e che è buono per noi. Per cominciare, pace, la pace nel cuore; il cambiamento della propria persona, la pace in famiglia, l’armonia in casa e nel proprio matrimonio. Si ottiene quello di cui si ha bisogno e che è buono per noi.

Quando reciti il Rosario?

Cerco di farlo tutti i giorni.

Lo reciti con Gustavo?

E anche in famiglia. A Gustavo piace molto anche quello della Madonna che Scioglie i Nodi, perché ci sono delle preghiere molto belle per gli sposi. La prima volta che ho recitato quel Rosario e ho recitato la preghiera finale per la sposa ho pianto, perché tocca e fa prendere coscienza.

Non smettere di pregare

Come possiamo salutarci?

Vorrei congedarmi invitando con tutto il cuore le persone a prendersi ogni giorno del tempo per pregare, per recitare le preghiere che amano. È quello che mantiene il nostro rapporto con Dio, in quel dialogo con le preghiere che abbiamo imparato o con quello che nasce dal cuore.

Mi auguro che possiamo iniziare tutte le giornate ringraziando. Se ogni giorno ci alziamo, facciamo il segno della croce, ringraziamo e recitiamo una piccola preghiera, ci cambia del tutto la giornata. Io noto quando lo faccio. Quando a volte mi sfugge perché ho fretta, ma noto la differenza.

Vi invito a pregare sia individualmente che in famiglia; oggi che la famiglia è tanto attaccata, che la vita stessa è tanto attaccata. Oggi che confondono in modo terribile, ingannevole e malizioso i nostri figli, perché è quando dobbiamo essere più presenti, difendendo ciò che Dio ci ha donato, che è la vita, e la fede che ci ha concesso.

Se volete pregare con noi, abbiamo sul mio canale di YouTube la Coroncina della Divina Misericordia registrata con la mia famiglia; c’è la mia e ce ne sono altre migliaia. Scegliete quella che vi piace di più, l’importante è pregare.

Prossimamente ho anche in programma il Rosario; ho i Rosari cantati, sono CD, e farò dei Rosari parlati, e anche i Rosari della Madonna che Scioglie i Nodi, speciale per gli sposi. Voglio avere tutto questo su YouTube. Ho tanti progetti, quello che mi manca è il tempo!

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