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Perché siamo ipocriti? Il card. Zuppi: perché temiamo la misericordia

libro zuppi

alphaspirit.it| Shutterstock - Andreas SOLARO / AFP

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 07/06/22

Vivere come i farisei è una scelta di insoddisfazione e paura. Ecco come si “rovescia” questa “via” che ci allontana da Gesù

Perché scegliamo la via dell’ipocrisia? La parola viene dal latino e vuol dire «recitare, fare finta» e dal greco, ove indica gli «attori».

Il cardinale Matteo Zuppi nel libro Guarire le malattie del cuore (Edizioni San Paolo) spiega che l’ipocrisia è la nostra maschera, quella che cerchiamo per interpretare un ruolo nel difficile teatro della vita. Qualche volta la troviamo e la mettiamo per caso, per le occasioni, gli imprevisti che viviamo. Spesso diventa talmente nostra che non sappiamo più distinguere tra l’esterno e quello che siamo per davvero. 

Farisei
L’ipocrisia era una “malattia del cuore” dei farisei.

I primi ipocriti: i farisei

La via dell’ipocrisia, evidenzia Zuppi, è quella battuta dai farisei. Essi sono apertamente indicati da Gesù come ipocriti. Egli riserva le parole più severe proprio verso di loro e quindi verso quel fariseo che è nascosto in ognuno di noi. 

Meglio la giustizia che la misericordia

L’ipocrita crede di essere a posto perché strappa la considerazione degli altri e, in realtà, ne finisce vittima, disperatamente alla ricerca di questa. Gesù viene per mostrare la scelta irrevocabile, l’amore senza limiti per la nostra vita e, invece, il fariseo resta freddo, diffidente, lontano. Preferisce le proprie regole all’umanità; la giustizia alla misericordia. 

Perché? Perché la misericordia è un legame, mentre la legge è un’osservanza che posso vivere da solo, senza l’altro. Ma Dio non è una legge, è amore. E bisogna aprirsi a lui, amarlo per conoscerlo; farsi amare, come siamo, perché possa entrare. L’ipocrita, invece, non riesce a farsi amare! Vuol essere sempre lui a decidere; non si lascia mai andare. Insomma, non si fida.

URUGUAY

Perchè Gesù non si fa amare dai farisei?

In realtà l’ipocrita, proprio perché ipocrita, non sarà mai contento, né sicuro dell’approvazione degli altri. Lui, afferma il cardinale Zuppi, conosce l’inganno della sua vita e in fondo finisce per «vederlo» dappertutto. La misericordia gli sembra un’ingiustizia! 

Gesù non riesce a farsi amare dai farisei perché «giusti», «sani» e quindi irritati e assurdamente difensivi rispetto al Maestro che li ama e che per questo rivela il loro peccato, l’ipocrisia della loro osservanza, il vuoto delle loro parole e di gesti privi di amore. Sono in fondo disperati perché potrebbero avere la ricompensa ma non lo capiscono, hanno orecchi e non odono.

Gli errori che commettiamo

Quante prove imponiamo agli altri prima di dare fiducia e amicizia, di renderli il nostro prossimo! Quanti giudizi esteriori, spesso banali e superficiali, diventano un fardello pesante che invece di sollevare indurisce e allontana! 

I farisei finiscono per essere vittime dei loro stessi giudizi, che inquinano anche chi li coltiva, riempiono di paure e di diffidenza e rendono impossibile l’amore. I farisei non vogliono mai sporcarsi le mani e così credono di averle sempre pulite, anche se prive di vita. Essi danno lezioni, ma non l’esempio. Chiedono quello che non vivono e non fanno agli altri quello che esigono sia fatto a loro.

La “via” d’uscita dall’ipocrisia

Gesù, conclude il cardinale Zuppi, indica la vera soluzione all’ipocrisia. Tutti noi vogliamo essere grandi! La vera risposta alla ricerca di esserlo, al desiderio di avere un primo posto o la considerazione, è nel non avere paura di essere se stessi, di avere un cuore aperto, senza filtri, trasparente, puro perché sgombrato da calcoli e riserve, pieno perché seguiamo lui.

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Un “cuore puro”. Solo così si abbandona la strada dell’ipocrisia.
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