Gay Pride a Cremona con una statua della Madonna con il seno scoperto e deturpato: blasfemia mascherata da trasgressione, che ha generato un’ondata di sdegno e polemiche.
Il fatto
Una bambola a grandezza naturale, travestita da Madonna, con il busto scoperto e pitturato: una immagine ostentata provocatoriamente sabato scorso nel corteo del Cremona Pride, sfilata LGBTQIA+, che ha disturbato e addolorato molti cittadini e che ha indotto il vescovo Antonio Napolioni a scrivere un breve messaggio alla città.
Il commento del vescovo
"Raccolgo lo sconcerto di numerosi cittadini - scrive il vescovo - credenti e non credenti, per la presenza di immagini offensive ed evidentemente blasfeme, che non possono avere alcun valore educativo o comunicativo di valori e diritti. Sono gesti che non fanno bene a nessuno, e che feriscono anche i tanti che si stanno impegnando con reciproco rispetto per una società senza discriminazioni".
Il dialogo resta aperto
"Esprimo il dolore mio e della comunità cristiana - si legge sul sito della diocesi -, nel desiderio di imparare sempre dalla Madre di Dio e dell’umanità uno sguardo di accoglienza, comprensione e riconciliazione verso tutti. La Chiesa cremonese, impegnata in un aperto dialogo sinodale con tante voci ed esperienze delle proprie comunità e della società civile, alimenterà nella preghiera l’ulteriore impegno di annuncio e dialogo, che questi tristi episodi non hanno la forza di intaccare" (Avvenire, 7 giugno).
Il sindaco nel mirino delle polemiche
La rappresentazione della Madonna con il seno scoperto durante il Cremona Pride è stata subito contestata sui social, con il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti che è finito al centro delle critiche per il patrocinio concesso dal Comune all'evento.
L’imprenditore: cosa c'entra la tutela dei diritti?
Dura la presa di posizione in città di Giovanni Arvedi, imprenditore dell'acciaio ma soprattutto patron della Cremonese appena riportata in serie A e mecenate che in città ha costruito, tra l'altro, il Museo del Violino e ha riqualificato Santa Monica, ora sede dell'Università Cattolica. “Questi simboli non hanno nulla a che vedere con la legittima tutela dei diritti e la lotta all'omofobia e alle discriminazioni - ha detto -. Sono immagini stonate perché offendono la sensibilità altrui” (TgCom, 6 giugno).
Intanto le forze di opposizione in consiglio comunale hanno chiesto congiuntamente la revoca del patrocinio del Comune alla manifestazione (Cremona Oggi, 6 giugno).