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Attentato in chiesa in Nigeria: 21 morti. Sospetti sui Fulani (FOTO)

skutki zamachu na kościół w Owo w Nigerii

AP/Associated Press/East News

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 06/06/22

Dietro questo atto terroristico c'è forse una guerra per il controllo della terra tra pastori e agricoltori nel paese africano?

Il bilancio ufficiale è di 21 morti, tra cui donne e bambini, di un attentato contro la chiesa cattolica di San Francesco a Owo, nello Stato di Ondo in Nigeria. Secondo il sito nigeriano “Tribune Online“, un commando di uomini armati ha fatto irruzione durante la messa di Pentcoste aprendo il fuoco sui fedeli. Molti anche i feriti, che sono stati portati in un ospedale della città. 

Non ci sono stati rapimenti di religiosi

Secondo le prime testimonianze sono stati rapiti il prete e alcuni fedeli. Ma la diocesi ha smentito i rapimenti. Il governatore dello Stato, Arakunrin Akerodolu, ha confermato l’attacco parlando di un’azione “vile e satanica” contro persone innocenti (TgCom, 5 giugno). Una prima ricostruzione dell’attentato fa pensare che il commando avrebbe anche fatto uso di esplosiviper far saltare in aria l’altare (Corriere, 5 giugno).

Feriti in fin di vita

L’identità e il movente degli aggressori non sono stati chiariti. Le autorità devono ancora fornire i dettagli dell’attentato contro la chiesa in Nigeria. 

La paura adesso è per i feriti che, seppur immediatamente soccorsi e trasportati in ospedale, rischiano di non sopravvivere a causa delle profonde lesioni riportate, considerando anche la scarsità dei mezzi sanitari. Medici del luogo, citati dalle agenzie internazionali, riferiscono che molte persone sono giunte in ospedale già prive di vita. In queste ore circolano anche appelli per le donazioni di sangue, soprattutto tramite le reti sociali. 

Identità sconosciuta degli attentatori 

Afferma in un comunicato padre Augustine Ikwu, direttore delle comunicazioni sociali della diocesi di Ondo: “L’identità dei colpevoli rimane sconosciuta, mentre la situazione ha lasciato la comunità devastata. Tuttavia, per il momento, le agenzie di sicurezza sono state dispiegate nella comunità per gestire la situazione”, informa ancora padre Ikwu. 

“L’intervento di Dio”

Invoca quindi “l’intervento di Dio” perché ristabilisca “la pace e la tranquillità” in tutta la Nigeria. “Ci rivolgiamo a Dio per consolare le famiglie di coloro che hanno perso la vita in questo angosciante attacco e preghiamo perché le anime defunte riposino in pace” (Avvenire, 5 giugno).

I sospetti sui Fulani

Anche se si tratta di un attentato che al momento non ha colpevoli precisi visto che non ci sono state rivendicazioni fino ad ora, scrive FanPage (6 giugno), per le autorità locali del piccolo stato agricolo nigeriano i principali sospettai sono  gruppi di Fulani, una popolazione seminomade di religione musulmana sparsa in diversi Paesi dell’Africa Occidentale che già in passato si è resa protagonista di attacchi sanguinari.

Cosa fanno i Fulani

I gruppi Fulani sono stati già indicati in passato come autori di attacchi sanguinari principalmente nel nord della Nigeria ma anche in altre parti del paese. Si tratta di gruppi dediti alla pastorizia e per questo impegnati in storici conflitti con le etnie e gruppi che praticano l’agricoltura, principalmente per il controllo della terra. Una sorta di guerra sotterranea e perenne che però finora pareva avesse escluso in parte il piccolo stato agricolo del Sud-Ovest, dove gli abitanti sono in maggioranza cristiani di etnia Yoruba.

Un attacco non religioso?

L’attentato contro la chiesa in Nigeria, secondo fonti citate da FanPage, potrebbe essere stato una rappresaglia per le recenti restrizioni imposte dal governo statale al pascolo a Ondo. Restrizioni adottate a sua volta dopo un aumento dei rapimenti nello stato. 

Un’associazione islamica: è opera di Boko Haram

Secondo l’associazione islamica Muslim Rights Concern, MURIC, invece, “l’attacco alla chiesa di San Francesco è una prova indubbia dell’esistenza di Boko Haram nel sud-ovest dopo la loro penetrazione negli Stati del Niger e di Kogi”, perché “è il modus operandi di Boko Haram. Avvertiamo che le moschee e altre chiese potrebbero essere i prossimi obiettivi perché è così che sono iniziati gli attacchi al Nord. Chiediamo quindi protezione per tutte le chiese e le moschee della regione” si legge in un comunicato dell’Associazione islamica che opera per la pacifica convivenza tra le diverse fedi in Nigeria. MURIC “condanna fermamente questo atto di aggressione del tutto gratuita” definendolo “disumano, atroce, orribile e orrendo” e chiede “l’arresto immediato e il perseguimento degli aggressori” (Fides, 6 giugno).

Il vescovo smentisce “una guerra dei musulmani”

«Se ci fosse una guerra dei musulmani contro i cristiani, io la denuncerei e le direi che sto dalla parte della mia gente per difenderla. Ma non c’è una guerra così, non la vedo», ha detto in un’intervista al Corriere il cardinale John Olorunfemi Onaiyekan, 78 anni, arcivescovo emerito di Abuja, capitale della Nigeria. «Tutta quella povera gente, riunita a messa nel giorno di Pentecoste… È una sciagura e un dolore grande per tutti noi, non solo i cattolici: tutti i nigeriani». 

“Vorremmo vivere insieme e in pace”

Sono anni che il cardinale vede migliaia di morti, innocenti uccisi mentre stanno pregando. «Io non so se e quanto chi fa questo sia mosso da motivi religiosi, chi va in giro ad ammazzare la gente certo non promuove la religione islamica, anche se si dice musulmano e rivendica la Jihad. So che in Nigeria siamo più o meno metà cristiani e metà musulmani e viviamo insieme e vorremmo farlo in pace» (Corriere, 6 giugno).

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