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Un scultura toccante che celebra la vita

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Timothy Schmalz

Isabelle H. de Carvalho - pubblicato il 31/05/22

Realizzata dallo scultore Timothy Schmalz, quest'opera è una “celebrazione artistica della sacralità di ogni vita”

Se percorrendo Via del Corso a Roma si entra nella chiesa di San Marcello al Corso, si può vedere (a sinistra dell’altare) una statua della Vergine Maria che si avvolge le braccia intorno al grembo in cui porta il Bambino Gesù. Questa nuova opera d’arte dello scultore canadese Timothy Schmalz, “Life Monument” (Monumento alla Vita), è stata benedetta dall’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, il 29 maggio.

La statua di bronzo, con l’utero di acciaio inossidabile, è “una celebrazione artistica della sacralità di ogni vita”, dice l’artista. Le sculture religiose di Timothy Schmalz sono state installate in varie zone di Roma e in Vaticano. Il monumento è stato donato al Movimento per la Vita, che difende il diritto alla vita in tutti gli stadi.

La scultura di Timothy Schmalz arriva in un momento di acceso dibattito sull’aborto, soprattutto in Nordamerica, da dove proviene l’artista. Negli Stati Uniti, la Corte Suprema deciderà nelle prossime settimane se rovesciare la sentenza del 1973 Roe v. Wade, che ha legalizzato l’aborto in tutto il Paese. Le tensioni hanno portato ad attacchi ai luoghi di adorazione e al quartier generale di alcuni gruppi pro-vita.

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Una madre e il suo bambino in silenzio

Lo scultore ha sottolineato che la sua opera non è un’“arma di confronto”, sperando che abbia il “potere di persuadere, convincere e toccare le persone” e di farle “pensare profondamente all’idea che ogni vita umana è splendida”.

“Non volevo realizzare una scultura pro-vita che possa offendere qualcuno, perché chi non è convinto non imparerà nulla”, ha spiegato Schmalz. “Se c’è un pro-vita che mostra [rappresentazioni di] feti morti, gli unici a capire quel messaggio sono i pro-vita. Gli altri non hanno alcuna idea, e non funziona”.

“Con quest’opera, volevo creare una scultura che anche le persone a favore dell’aborto potessero guardare dicendo ‘Devo dire che è ottima’”, ha indicato l’artista, aggiungendo che la sua scultura “non grida, è una madre con il suo bambino in silenzio”. E ha aggiunto: “Chi può rimanere infastidito da questo?”

Un dettaglio simbolico: è insolito che lo scultore abbia scelto l’acciaio inossidabile per rappresentare l’utero, a differenza delle sue altre opere d’arte, realizzate prevalentemente in bronzo. L’artista spiega che voleva sottolineare che l’utero è “la fonte di tutta la realtà umana”. Essendo una superficie riflettente, poi, il pubblico può vedere la propria immagine nell’utero della scultura, e in questo modo ciascuno viene riportato al luogo in cui è iniziata la sua vita.

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Bellezza e dialogo

L’artista canadese sottolinea l’importanza dell’arte nel diffondere messaggi positivi ed “evangelizzare in modo silenzioso e sottile”. Confida di essere stato ispirato dalla citazione dell’autore russo Fëdor Dostoevskij “La bellezza salverà il mondo”. “Se posso usare la bellezza per far avanzare di un passo il dialogo verso qualche forma di comprensione e amore da entrambi i lati [della questione], allora la scultura è un grande strumento”, dice.

“Culturalmente, non possiamo perdere l’importanza della sacralità della vita, che inizia dal principio e continua fino alla fine, con gli anziani, e si ritrova in chiunque sia in uno stadio intermedio”, insiste Timothy Schmalz, citando i senzatetto e gli emarginati, che ha immortalato in altre opere d’arte come “Homeless Jesus” e “Angels Unawares”. Una versione alta un metro e ottanta della scultura verrà posta a Washington, D.C., di fronte alla basilica del Santuario Nazionale dell’Immacolata Concezione e verrà benedetta il 5 giugno.

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